Recensione: With Guts and Glory

In un’ipotetica competizione organizzata per stabilire chi abbia intrapreso per primo il ‘sentiero della mano sinistra’ del Death Metal svedese i Centinex si piazzerebbero piuttosto bene in classifica. Il loro primo album, “Subconscious Lobotomy”, venne pubblicato nel 1992, a distanza di un paio di anni dai debutti di band seminali come Merciless ed Entombed e giusto un anno dopo la comparsa dei primi lavori di Grave e Dismember. Siamo al cospetto delle fondamenta del Death scandinavo, in un periodo in cui i musicisti rielaboravano le crude sonorità e i tecnicismi del Death americano tenendo d’occhio i sommovimenti della scena Punk/Hardcore locale. Nomino la scena HC/Punk con cognizione di causa: “With Guts and Glory”, dodicesimo full length dei Centinex, è stato anticipato dal singolo “Your Religion Dies Tonight”, una cavalcata Punk in grado di far esplodere tanto il mosh pit del Wacken Open Air quanto quello del Rebellion Punk Music Festival di Blackpool, nel Regno Unito. I Centinex, dopo aver iniziato a flirtare con certe sonorità già nel 2005 con l’album “World Declension“, hanno imboccato con convinzione questo cammino nel 2024. A ottobre dell’anno scorso, infatti, la band ha pubblicato il breve EP “As You Die“, contenente 2 canzoni che non appaiono nella tracklist di “With Guts and Glory“: l’omonima “As You Die“, brano ‘punkeggiante’ di poco più di due minuti, e “Into Ashes”, canzone vagamente influenzata dai brani in mid-tempo dei Motörhead. L’EP mostrava una band alla spudorata ricerca di nuove soluzioni artistiche; la conclusione di questa ricerca si è concretizzata definitivamente in “With Guts and Glory“.
Il nuovo album dei Centinex cambia parecchio le carte in tavola e riduce all’osso la dipendenza dalla tradizione del Death Metal nordeuropeo, testimoniata dall’unico membro fondatore rimasto saldamente al timone della band dal 1990 ad oggi: il bassista Martin Schulman. I molti cambi di formazione succedutisi durante gli anni hanno effettivamente permesso ai Centinex di esplorare molte declinazioni del Death Metal, con risultati spesso buoni e talvolta deludenti. Purtroppo ”With Guts and Glory” si inserisce nello sparuto elenco delle opere deludenti, risultando a conti fatti un disco a dir poco interlocutorio. Sembra che i Centinex non abbiano dato alle stampe un opera completa e ragionata, bensì una sorta di esperimento creato per saggiare le reazioni degli appassionati al nuovo corso da loro intrapreso. Ritroviamo la ferocia e la velocità tipiche del Death Metal ‘nordico’ in 3 canzoni su 8, brani che oltretutto non brillano troppo per originalità: “I Am the Way”, “In My Dreams” e, in minor misura, la conclusiva “Sorrowtears”. Il resto del disco oscilla tra il Punk della succitata “Your Religion Dies Tonight” e l’Hardcore californiano anni ’90 di “A Masterpiece in Flesh”, passando per il Thrash dell’introduttiva “Becoming”. È doveroso segnalare la presenza di due riempitivi motörheadiani dall’andamento marziale (un tantino noiosi, a dirla tutta): “Gods of Guilt” e “Symphony of Screams”. Quest’ultima traccia, in particolare, richiama in modo inquietante “Orgasmatron” dei Motörhead facendo così il paio con il mostro ritratto sulla copertina di “With Guts and Glory”: praticamente un riadattamento scheletrico di Snaggletooth, l’arcinota mascotte dei Motörhead.

Quest’abbondanza di influenze e ispirazioni, se da un lato favorisce una certa varietà nell’esperienza di ascolto, dall’altro rischia di generare nell’ascoltatore un disorientamento dovuto all’estrema mancanza di coesione tra i brani, senza contare la povertà di idee che affligge quasi tutte le tracce. Si spera che i Centinex abbiano costruito un album così discontinuo per identificare i brani che generano più ascolti, in modo da seguire, nel prossimo futuro, una direzione coerente con ciò che le analisi commerciali detteranno. La scarsa originalità dell’insieme, inoltre, di certo non aiuta “With Guts and Glory” ad emergere dal marasma delle uscite discografiche del 2025. Attenzione: nessuno sta dicendo che le contaminazioni tra Punk e Metal estremo siano insoddisfacenti a prescindere, anzi! Rimanendo in Svezia, tanto per fare uno dei mille possibili esempi, incontriamo band come i Dödsrit che dimostrano con successo quanto questi mondi non siano poi così lontani tra loro. A noi restano due operazioni da portare a termine: aggiungere i brani più riusciti, “Becoming” e “Your Religion Dies Tonight”, alle nostre playlist e attendere che i Centinex trovino un minimo comun denominatore più efficace nei prossimi lavori. Nel frattempo, come sempre, buon ascolto a tutti!


