Recensione: World Entry

Di Gaetano Loffredo - 28 Giugno 2007 - 0:00
World Entry
Band: Stone Lake
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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65

Una storia di amicizia vera quella degli Stone Lake, leggete un po’.

Peter Grundström e Jan Åkesson, fondatori della formazione svedese, si conoscono nel 1984 nel bel mezzo di un festival estivo che li vedeva impegnati con due gruppi distinti: Peter cantante nei Whitelight e Jan chitarrista nei Ravage. Il risultato di questo incontro? Jan fuori dai Ravage e nuovo chitarrista dei Whitelight. Dopo tre anni di duro lavoro (concerti e demo tapes) nella speranza di un contratto che non arriva mai, Jan abbandona l’amico Peter che, a sua volta, decide di non rimpiazzarlo e si limita a cambiare monicker: Kee Avenue.
Jan crea gli Why Not e si mantiene occupato con i Perfect Stranger e con i Dr. Blue, formazioni che raccolgono inaspettato successo in madrepatria.
Nel 1994 Jan decide di chiudere con la musica on stage e si diletta lavorando nel nuovo studio personale, impara il mestiere e si “abbandona” alla produzione discografica “casalinga”.
E Peter? I Kee Avenue si sciolgono nel 1991 ma, quindici anni dopo il loro ultimo incontro, una telefonata di Jan riaccende la sua passione musicale fino alla sacrosanta decisione, tra una birra e un bicchiere di whiskey, di ridare vita ai vecchi sogni: ecco a voi gli Stone Lake.

World Entry è il secondo capitolo messo in commercio dal duo svedese, accompagnati nell’avventura dagli inseparabili Jens Westberg (batteria) e Lasse Johansson (Basso). La proposta del quartetto scandinavo rilascia impronte che non danno adito a dubbi; stiamo parlando di un elegante hard rock melodico influenzato da una sana componente di metallo classico, e viceversa. Lavoro che farà storcere il naso a chi è in cerca di originalità ma che accontenterà i puristi del settore.

Elemento di importanza pressoché vitale è la voce, che rivela il grande potenziale (fino ad oggi inespresso) di Peter Grundström, capace di ottime variazioni tonali (Body Talk) fino a quando non compromette parzialmente la sua prova salendo di tono inutilmente (Rest My Eyes On You).
Sebbene World Entry possa essere considerato disco tendenzialmente lineare, non mancano i momenti di comprensibile sperimentazione: l’Aor di City Of Illusion, appostato a metà disco, taglia i ritmi di un album altrimenti a senso unico.

Tra le top songs segnaliamo l’apertura sinfonica di Deal With The Devil (che potrete ascoltare ciccando sul link apposito) e la chiusura affidata a Cold Blood, la più corta e allo stesso tempo ricca di significato, intensa ed intrisa di energia. Fuori concorso la bonus track europea intitolata One Love One Heart, qualitativamente inferiore al resto del gruppo. 

Siamo alle prese col classico disco senza infamia e senza lode, più che sufficiente per carità, ma lontanissimo dalle pietre miliari che hanno cementato il genere.
Registrato nel duemilasei e mixato presso i Roastinghouse Studios dagli espertoni Jan Akesson, Anders “Theo” Theander e Pontus Linkmark, World Entry si distingue per la pulizia dei suoni e per una produzione che tiene conto delle delicate atmosfere: altro punto a favore.

Un lavoro sobrio e pulito, da ascoltare nei momenti di pausa, quando tra una mazzata metallica e l’altra avrete voglia di tirare il fiato. Chissà che gli Stone Lake non riescano a fare breccia nel cuore di qualcuno di voi.

Gaetano Loffredo
 

Tracklist:
01.Deal With The Devil (Mp3)
02.Body Talk (Mp3)
03.Words Are Not Enough
04.City Of Illusion
05.Rest My Eyes On You
06.Magic Signs (Mp3)
07.Before I Go
08.Cold Blood
09.One Love One Heart (Bonus Track)

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