Recensione: Worship to Extinction

Di Andrea Bacigalupo - 27 Agosto 2020 - 8:30
Worship to Extinction
Band: SiliuS
Genere: Thrash 
Anno: 2020
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
70

Abbiamo lasciato gli austriaci Silius nel 2017, all’epoca del loro album di debutto ‘Hell Awakening’.

Dopo di che, nel 2018, Mex, chitarrista ritmico, ha deciso di andarsene e la band ha preferito continuare come quartetto (Mario Haui Haueis, chitarra solista, Ralph Jurschitsch, batteria, Martin Storch, basso e Matthias Thurner dietro al microfono).

Sempre nello stesso anno i Silius si sono irrobustiti le ossa sui palchi, aprendo, tra gli altri, per Soulfly e Obituary ed hanno firmato un contratto discografico con la greca Rock of Angels Records.

Nell’anno successivo hanno continuato ad esibirsi dal vivo, concerto di punta al Dong Open Air in Germania. Soprattutto, in autunno, il combo è entrato in studio per incidere il suo secondo album: ‘Worship to Extinction’, reso disponibile dal 28 agosto 2020.

Con questo nuovo lavoro la band prosegue la sua strada, continuando a sfoderare un Thrash di matrice anni ’90, o Groove Metal che voglia dirsi, mischiato con elementi più tipici della Old-School e suonato con accordature basse e profonde.

Un po’ come mettere i Pantera, gli Exodus ed i Black Sabbath a 78 giri dentro un frullatore.

Non solo: a questo giro, i Silius decidono di suonare in modo ancora più violento e diretto di prima, dando maggiore importanza alle sezioni veloci a discapito della ricerca melodica.

Il risultato è un album ad andamento più lineare rispetto al tiro variabile di ‘Hell Awakening’, con brani più legati l’uno all’altro, come se fossero i capitoli di una storia.

Questo non è indice di calo artistico … anzi fa percepire la voglia che ha il combo di trovare un proprio stile, che è quello della continua aggressione per mezzo di una voce irosa e graffiante accompagnata da una ritmica corposa e pesante. Questo è volto ad opprimere il petto dell’ascoltatore, infondendogli un senso di tremenda distruzione tutt’ intorno a lui, dalla quale non può scappare.

In altre parole i Silius non vogliono fare prigionieri, con un songwriting che non da tregua, ricco di deflagranti cambi di tempo che alternano sezioni sparate al fulmicotone con cadenze granitiche e nere, raccordate in modo da non rallentare mai la portata dell’attacco sonico.

Tra i brani si evidenziano ‘Worship’, sommariamente veloce con un buon rallentamento ansiogeno, di pochi secondi, tra strofe e refrain ed un interludio parecchio pestato.

Horrorscopes’, con strofe che aumentano d’intensità man mano che il brano si sviluppa, ‘Abominate’, più controllata e con un retrogusto di infelice blues, ‘Dance on Your Grave’, pesante ed incisiva con un assolo, sostenuto da basso e batteria, che inchioda.

Ed ancora ‘Venom Baptism’ con i suoi stop and go mozzafiato, ‘Tripping Balls Out’, pesante e soffocante e la finale ‘Drowning’, che spiazza con il suo arpeggio ed il suo andamento triste e rassegnato.

L’album è stato registrato presso lo Subsoundstation Studio con Andreas Reinhart al mixer ed è’ stato masterizzato da Henrik Udd (Architects, Hammerfall, Powerwolf).

Tirando le somme, ‘Worship to Extinction’ è una discreta esplosione e dimostra che i Silius stanno crescendo e che sanno il fatto loro. Un po’ di lavoro ci vuole ancora, ma la strada è quella giusta. Attendiamo.

Ultimi album di SiliuS

Band: SiliuS
Genere: Thrash 
Anno: 2017
65