Recensione: WWIII
I Crossbones, nome di spicco nella scena metal albanese, si sono formati nel 1996. La band, composta da Olsi Ballta alla voce, Theo Napoloni alla batteria, Denis Hima e Antonio Papa alle chitarre ed Eduard Dashi al basso, con la loro costante attività, li ha portati a esibirsi in importanti eventi internazionali come l’Area 53 Festival in Austria, condividendo il palco con artisti del calibro di Phil Campbell and The Bastard Sons, Lordi e Glory Hammer. La loro ultima pubblicazione, il singolo “Atdhe” (Patria), è stata rilasciata in occasione del Giorno dell’Indipendenza dell’Albania 28 novembre 2024.
Oggi però, facciamo un tuffo nel passato, parliamo dell’album “WWIII”, pubblicato nel 2017, per l’italiana Nadir Music che ben tutti conosciamo.
L’album offre un’interessante fusione tra metal classico e stili moderni, aggiungendo una profondità unica all’intero lavoro. È notevole come una band proveniente da un paese in cui il metal non riceve molto supporto sia riuscita a creare un’opera di tale qualità, dimostrando una passione e un talento straordinari.
Fin dal primo istante, l’album colpisce con la potenza e il groove di ogni singolo strumento. “I’m God”, una composizione mid-tempo di Groove Metal, è un impatto implacabile, caratterizzato da riff incisivi e da assoli di chitarra intensi, mentre il cantante Olsi Ballta alterna vocalità melodiche a un timbro tipico del Thrash Metal classico.
La traccia successiva, “Gates of Hell”, guidata dai riff taglienti del chitarrista Ben Turku, soddisfa ogni appassionato di sonorità pesanti. Il batterista Theo Napoloni e il bassista Klejd Guza creano un’imponente base ritmica con ritmi decisi e note tuonanti, che conferiscono al brano un ottimo groove. In “Gjallë” (Vivo), Theo e Klejd si riconfermano una sezione ritmica feroce, stabilendo il tono perfetto su cui Olsi può sfogare vocalizza in lingua albanese un potente growl.
La traccia “WTF” si discosta dalle precedenti con un approccio più alternativo, focalizzandosi sui riff affilati di Ben e Klejd. La voce di Olsi, che qui si fa più acida, rende tutto più angosciante, aumentando l’oscurità del brano, terminando in un puro Groove Metal. “Messing with the Masses” offre un’atmosfera più introspettiva e cupa, distinguendosi dal resto dell’album per il suo tono più misurato. Tuttavia, l’efficacia del brano risiede nel macabro e dissonante assolo di chitarra di Ben, che precede una sezione che subisce una notevole variazione stilistica, fondendo elementi di Alternative e Nu Metal.
Con “Schizo” la band ritorna a sonorità più dirette, grazie a un’abbondante armonia generata dalle chitarre di Ben. Olsi, cantando nella sua lingua madre, adotta uno stile vocale più aggressivo e caotico, perfettamente in sintonia con il tema proposto dal titolo del brano. Chissà se i Crossbones sanno che in Italia esistono i nostri storici Schizo…
Il brano “Rise” si apre con un energico Heavy Metal che incorpora elementi di Sludge e Stoner, mettendo in luce la versatilità della band. Le potenti linee di basso di Klejd conferiscono una solida base alla traccia, che si basa su un approccio vocale e testuale Old-School. Dopo una breve e inquietante introduzione, “You Fool” esplora un’oscura variante del Groove Metal, con influenze Gothic, dove Olsi cattura l’attenzione con una performance vocale malinconica e graffiante, sostenuta da una pesante e oscura strumentazione.
Segue “That Kind of Feeling”, una semi-ballad che fonde melodia e potenza. Il brano mescola elementi del metal contemporaneo con un tocco di Groove Metal. L’epilogo, “I’m God, Pt. 2”, chiude il disco con un’atmosfera riflessiva e dolorosa, distinguendosi per essere il brano più evocativo e d’impatto dell’album. Olsi offre una performance vocale intensa, rendendo la conclusione un finale emozionante.
“WWIII” è sicuramente un album per chi ama scoprire sonorità Crossover.
