Recensione: Xit

Di Fabio Vellata - 27 Maggio 2023 - 8:30
Xit
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2023
Nazione:
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85

Suono distintivo e personale. Che non sia confondibile con altri ed abbia un trademark preciso.
Univoco. Definitivo.
Un patrimonio rarissimo quello degli House of Shakira, gruppo svedese di lungo corso che, pur tra i consueti e fisiologici alti e bassi, ha potuto sempre fregiarsi di un titolo qualitativo davvero difficile da riscontrare.
Quello di avere un suono, un colore, un modo di essere, di suonare e di proporre musica parecchio esclusivo: quando si ascoltano gli House of Shakira non c’è pericolo d’errore e di confonderli con altri.

Potremmo abbozzarne lontanamente lo stile come uno strano misto tra Harem Scarem e Beatles. Un incrocio tra Extreme, Boston ed Electric Light Orchestra. Parametri buttati a spanne, con moltissime riserve, ma comunque buoni per far capire come la band di Andreas Novak possieda un “marchio”.
Una firma che risalta molto evidente anche nel nuovo “Xit“, decimo disco in trent’anni di attività che, probabilmente, potrebbe risultare come il migliore in carriera.
Ad essere onesti, il precedente “Radiocarbon“, primo cd inciso per la beneamata Frontiers, non mi aveva (personalmente) fatto sollevare più d’un sopracciglio. Caruccio. Ma trascurabile.
Di ben altra fattura è “Xit”. Canzoni contagiose, con soluzioni melodiche accattivanti ed una freschezza nel songwriting parecchio difficile da riconoscere altrove: riascoltare più volte l’intera scaletta è un attimo.
La varietà e le tante atmosfere che si riscontrano nei brani del disco sono un balsamo per le orecchie provate dall’aver saggiato molti artisti ripetitivi e tutti simili. Nel comporre il nuovo cd, è evidente, in effetti, un’ispirazione primigenia. Non da gruppo consumato, che vive d’esperienza e ricordi, ma tangibile come quella di una band agli esordi. Entusiasta e con molto da raccontare.
Canzoni come la fenomenale opener “Something in the Water”, “The Messenger”, “Nowhere Bound”, “No Silver Lining” e “Hell or Heaven” suonano fresche, vitali, corroboranti. Sapori vivi, cori efficaci, pezzi immediati, atmosfere coinvolgenti. Evidenza di una verve che non si è esaurita nonostante la lunga carriera, ma ha saputo rinnovarsi brillantemente.

In tutta onestà, l’uscita di un nuovo disco degli House of Shakira non ci aveva ringalluzziti più di tanto. Ci si aspettava uno di quei prodotti di contorno, che fungono da corollario alle tante pubblicazioni del periodo edite da una label di ampio raggio come Frontiers. Materiale da catalogo, per die-hard fan, vecchi estimatori o giù di lì. Un mero riempitivo, insomma.
E invece “Xit” si prende il lusso di recitare un ruolo da prim’attore, definendo la caratura del gruppo svedese tra quelle di alta fascia. In barba ad un’ombra velatamente “underground” che ne ha sempre seguito i passi, ponendolo in secondo piano rispetto a tanti celebrati colleghi.
Cosa sia successo e quali siano le ragioni non è dato sapere. Dopo trent’anni d’esistenza, qualche buon episodio e tanta gavetta, arriva una svolta verso l’alto che non esitiamo a definire un po’ inaspettata.

Il risultato è un gioiellino di hard rock melodico ricco di personalità e buone idee. Il miglior album in carriera per Andreas Novak e gli House of Shakira.
E magari, pure uno dei più riusciti della prima metà del 2023…guarda un po’ che sorpresa!

https://www.facebook.com/HouseofShakira

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