Recensione: You have the right to… remain sexy

Di Susanna Zandonà - 7 Ottobre 2022 - 0:01
You Have the Right… to Remain, Sexy
Band: I Love Rich
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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75

Se il limite tra “moderazione” e “censura” dei contenuti, diviene sempre più labile e i social network divengono manifesto propagandistico, insinuandosi a tal punto nelle nostre esistenze da “influenzare” le nostre scelte consumistiche, “You have the right to… remain sexy” rimane l’ultimo baluardo della rivoluzione sessuale. Un inno alla resistenza R’n’R fatto da pile di biancheria poste a mò di barricate.
Gli I love Rich sono anticonformisti e dissacranti dalle punte dei capelli a quelle dei piedi, e vi ricorderanno un po’ il proto punk dei Troggs in “Wild Thing” o dei The Dictators, imbellettato dal rossetto glamour dei New York Dolls.

Se la scelta di un nome dualistico sembra la canzonatura ad una società consumista, “Rich” esiste veramente ed è il cantante e bassista ufficiale della band, assieme a Drewblood (batteria) e Chuck E. Sleez & Full Throttle (chitarre), un tipo che solo per nominarlo dovete tenere in conto una mezz’oretta buona.
Grazie al metodo I love Rich, riscoprirete un po’ di quel gagliardo sound punk rock datato, fatto di chitarre unte di grasso che sembrano uscite direttamente dal garage di casa, rullate di batteria folli alla “Animal” dei Muppet e riff di basso veloci e serrati che vi faranno sicuramente scatenare.

Rich canta decisamente male e mi riporta indietro nel tempo, alla mia adolescenza passata in locali malfamati ad ascoltare il gruppetto di amici che si divertiva a suonare punk, ma che non aveva trovato il cantante, così uno dei musicisti si reinventava. Ma mi fa balzare in mente la citazione di Elio in Parco Sempione: “non senti come suona male da Dio?”.

Questo insieme dissennato funziona alla perfezione, risulta provocatorio e suona sporco.
Lercio come un cane che si è appena rotolato nel fango e con le zampe ancora inzaccherate di quel sudiciume, balza sul divano pagato uno sproposito e inizia a riempirlo tutto di impronte.
Al diavolo il divano: “Rock and roll is gonna burn”! Questa è la vera essenza del rock e gli I love Rich ce la fanno sentire in tutta la sua abbondante prepotenza. Se qualcuno potrebbe urlare allo scandalo, rabbrividendo davanti a titoli della proporzione di “God’s Gift to Women” o ancora “Revolution in My Pants”, si può solo rispondere che la grandezza di un uomo non si misura in cm, ma in durata… e che mantenere le pulsazioni alte fino alla fine è un lavoro che richiede grandi doti fisiche, che solo la batteria martellante di Drew riesce a restituire.

In “Rock and Roll Sex Cult” elevano il loro lavoro alle dimensioni di un culto e lo consacrano nella traccia che battezza l’album: “The Right to Remain Sexy”. Ma è in brani come “Makeout City” o “(My Baby’s on A) Sex Strike” in cui devi decidere se preferisci il lato A o quello B (ma vi assicuro che entrambi i lati del disco sono buoni allo stesso modo), che esce tutto l’accecante bagliore glam nascosto dietro alle giacche di pelle tirate a lucido.

Un tale Jack Black, rivestendo i panni di un improvvisato insegnante di musica in “School of Rock”, diceva così: “esisteva una maniera di fregare il potente e si chiama Rock’n’roll. Ma indovinate? Oh no! Il potente ha corrotto anche quello con una cosina di nome MTV!”.

Ora che conoscete gli I love Rich non avete davvero nessuna scusa per farvi fregare, per cui ascoltateli.

https://iloverich.net

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