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Live Report: Svartmetall @Nice Up – Music Bar, Bisceglie (BT)

Di Giuseppe Casafina - 25 Aprile 2016 - 16:18
Live Report: Svartmetall @Nice Up – Music Bar, Bisceglie (BT)

LIVE REPORT: Svartmetall (Darkend, Bibliopegia Antropodermica, Deus of Machine, Odio Antico)

23 Aprile 2016 @Nice Up – Music Bar, Bisceglie (BT)

 

La locandina ufficiale dell’evento

 

Spesso le sorprese, quelle da intendersi in senso positivo ovviamente, giungono inaspettate: ed oggi per giunta, sempre più spesso provengono addirittura da luoghi inaspettati, piccoli, da cui non ti aspetteresti di primo acchito chissà cosa.

Con queste modeste parole mi accingo ad introdurre un personalissimo report di una serata a cui ero persino dubbioso di aggregarmi (a causa di alcuni leggeri dolori di schiena del giorno precedente) ma verso cui poi, una volta giunto, non me ne sono pentito assolutamente (e il dolore svanì, perchè spesso la musica è assai meglio di un medicinale).

Ma cominciamo con le premesse: locale piccolo (Nice Up – Music Bar), nel centro storico di Bisceglie (Barletta).

Se il locale era piccolo, figuriamoci le dimensioni dello stage: minuscole, oserei dire, con un’acustica interna però abbastanza soddisfacente.

Giusto il tempo di un soundcheck, qualche timido gioco di luci e poi si inizia.

 

 

ODIO ANTICO (Black Metal – Taranto)

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Il mini-festival dà inizio alle danze con le macabre ed essenziali sonorità degli Odio Antico, four-piece tarantino di recente formazione con alle spalle una partecipazione alla compilation “Echoes of Nihil – Vol.1” (di cui alcune copie erano disponibile al banchetto del merch, qui il link della news).

Si attacca con l’omonima ‘Odio Antico’ e ci si rende subito conto che sebbene il giovane ensemble non sia esattamente il top per quanto concerne la presenza scenica, ci ripaga con un black metal di stampo veramente old school e grezzo quanto basta: tra Darkthrone, Celtic Frost ed anche qualcosa dei teutonici Desaster, con testi in italiano, fattore che dona voglia di osare al combo e di distaccarsi così dalla solita anglofonia imperante.

Dècadent, alla voce, urla nel microfono come un indemoniato nonostante una certa staticità di fondo: considerando sia la giovane età che il genere proposto (il black non è che sia esattamente un genere movimentato e gioioso per saltellare all’unisono, per quello credo che gli Onkel Tom siano sufficienti alo scopo….) si può anche sorvolare, specie se si considera l’intensità della performance.

Solo tre pezzi, con numerosi cambi di tempo e stacchi, rovinati da un mix dei suoni nel loro caso tutt’altro che impeccabile: la batteria è poco presente salvo la cassa (…fonico, ma il rullante dov’era?) ed i suoni ancora piuttosto impastati tra loro, ma la cosa non fa perdere d’animo i quattro assatanati tarantini che regalano fino alla fine una prova ben più che dignitosa, ed i pochi presenti dimostrano di apprezzare la performance.

La band è in gamba, ha attitudine e l’unica cosa che sento realmente di consigliare è di rivedere per quanto possibile la presenza scenica, fattore non trascurabile.

Cambio di palco….con il sottoscritto che ne approfitta per andare a riempire lo stomaco.

 

SETLIST ODIO ANTICO

– Odio Antico

– Nostalgia

– Corrispondenze

 

 

DEUS OF MACHINE (Deathcore – Barletta)

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Dopo esser tornato dal mio nutrimento personale un po troppo tardi (si sa, quando la fame chiama sul serio è dura….) mi perdo sfortunatamente i primi due pezzi dei Deus Of Machine.

Si cambia registro sia musicale che acustico: innanzitutto musicale, in quanto qui siamo sul deathcore quindi riff di chitarra swedish death miscelati a breakdown ed attitudine hardcore, ma anche acustico, dato che improvvisamente i suoni si fanno più chiari e decisamente non impastati come nel caso della band precedente….probabile che sia stato effettuato un secondo soundcheck durante la mia assenza, chissà.

Tanto di guadagnato per i ‘corers di Molfetta intanto, perchè la finalmente acquisita definizione musicale permette di assaporare la loro attitudine ‘in your face’ nella maniera più dettagliata possibile: ottimi gli stacchi all’unisono, sempre precisi, così come è ottima la prestazione del vocalist Savino Dicanosa, sempre a suo agio sia tra le urla più laceranti che i toni più ribassati, mentre saltava da una parte all’altra del piccolo stage, miscelandosi di rado tra il pubblico.

Il locale comincia finalmente a riempirsi di gente, ed i presenti rispondono egregiamente alla prestazione della band: il genere non è propriamente il mio ma tanto di cappello dinanzi a cotanta resa sul palco e coinvolgimento del pubblico, in quanto è chiaramente visibile che l’esperienza on stage è al livello di act di caratura internazionale nonostante la giovane età….forze della natura?

Probabilmente sì, dato che uno dei due chitarristi è riuscito nel non facile intento di esibirsi on stage ed incitare al casino nonostante fosse costretto a rimanere seduto, causa infortunio ad una gamba (spero niente di serio….); questo fattore donava una certa ‘inusualità’ alla performance, tanto che sulla conclusiva ‘The Hate’ scatta il delirio finale del saluto con il pubblico.

Bravi ragazzi, promossi.

 

SETLIST DEUS OF MACHINE

– Blackout
– Nativity
– Nemesi
– Prophecy
– Beyond The Veil
– The Hate

 

 

BIBLIOPEGIA ANTROPODERMICA (Brutal Death Metal – Brindisi)

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Si cambia nuovamente registro con il Death Metal a tinte brutal dei brindisi Bibliopegia Antropodermica: come nel caso della band precedente si parte compatti, come un panzer che ti passa sui piedi smacellandoteli, sulle note di ‘The Ruins of God’.

I quattro hanno una discreta esperienza live e si sente: sanno come trascinare il pubblico e nonostante siano ‘solo’ in quattro riescono ad emanare un muro sonoro impressionante, per potenza e precisione, dall’inizio alla fine dello show.

Di loro mi ha particolarmente colpito l’attitudine abbastanza caciarona e scanzonata di alcuni momenti, soprattutto da parte del vocalist Ettore (un autentico peso massimo con i polmoni di acciaio), che hanno scatenato una reazione violentissima da parte del pubblico che ha finalmente cominciato a pogare sul serio nonostante le ridotte dimensioni del locale.

Anche in questo caso i suoni erano particolarmente buoni e precisi e la performance è stata assolutamente all’altezza del loro nome, che ormai gira più o meno insistentemente non solo nel solo territorio pugliese: a nota di ciò, aggiungo che chiacchierando con il chitarrista subito dopo lo show, a quanto pare la band ha suonato a memoria, di istinto, senza avere assolutamente spie sul palco e percependo il tutto come un marasma confuso, sicuramente anche a causa dell’acustica decisamente rimbombante ora che con loro i ritmi si erano fatti più sostenuti!

Quindi doppiamente talentuosi, a maggior ragione del fatto che il loro show è stato assolutamente chirurgico a livello di precisione.

Seri complimenti: una band da tenere assolutamente d’occhio.

 

SETLIST BIBLIOPEGIA ANTROPODERMICA

– The Ruins of God

– The Binding

– Storia della Colonna Infame

– Thy Unshaped Form

– Sepulveda

– Nestìs

– Demeter

 

 

DARKEND (Ritual Black Metal – Reggio Emilia)

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Arriva il momento degli headliner.

L’aria comincia a profumare di incenso, il minuscolo palchetto acquisisce i colori tenui delle candele e l’atmosfera si fa pesante, oscura che come una nebbia invade tutta l’aria attorno a te: salgono sul palco i Darkend, una delle migliori ed originali band tricolore secondo il parere del sottoscritto, band che neanche stasera si tira indietro nel proporre il loro black metal orrorifico e ritualistico nonostante le ridotte dimensioni in cui è costretta ad esibirsi.

Arriva l’odore della cera, la colorazione tenue donata dalla fiamma delle candele, l’intero locale viene tramutato ed eletto a Luogo di Sabba: l’impatto scenico è alle stelle e quando Animae, vocalist della band emiliana, giunge sul palco la fusione tra musica e spettacolo giunge al suo apice.

I canti gregoriani, preceduti da angusti rintocchi di timpano, che introducono ‘Of The Defunct’ sono solo l’inizio del rituale che sta per espandere la propria dimensione fino a raggiungere le vette dell’oscurità assoluta, dalle pieghe drammaturgiche fisicamente tangibili dall’esibizione on stage dei Nostri.

Dimenticate le sterili etichette del black scandinavo finora conosciuto, così come tutto ciò che che è uscito fino ad oggi nel panorama black sinfonico: i Darkend infondono nuova linfa vitale ad un genere finora troppo abusato nei suoi luoghi comuni, donando allo stesso una componente ritualistica dall’incedere insolito, senza mai sfociare nei deliri funerei di acts come Nortt e compagnia ‘morente’.

Le sei (incappucciate) entità che assieme fondono loro stesse per forgiare l’essenza del suono Darkend intonano un set suggestivo ed indemoniato, sotto una scenografia impeccabile ed una precisione esecutiva che rasenta la perfezione: Animae è un tutt’uno con l’essenza di questo suono così penetrante, tanto che in più occasioni cade in trance mistica, fissando il vuoto, urlando spesso e volentieri fuori dalla portata del microfono e riuscendo allo stesso tempo a far percepire a tutti i presenti (locale strapieno, si scoppiava di caldo) il suo scream lacerante intento ad invocare entità da mondi a noi ignoti ed impercettibili.

Il suono maestosamente oscuro dell’act emiliano prendere non di rado derive melodiche che ricordano i Dissection più ispirati, fondendo al tutto una magistralità sinfonica raggelante ma mantenendo allo stesso tempo una violenza esecutiva devastante.

Ed è sempre Animae che, dal torso ormai denudato ed insanguinato, si rantola al ritmo della furia del blast-beat assieme ad un pubblico che poga fino allo sfinimento causando realmente un terremoto umano nel locale (l’angolo mixer traballava pericolosamente), portando sul suo capo una corona di spine che celebra e rinnega allo stesso tempo con fare arcigno, posseduto e malevolente, la figura del Cristo.

Lo show giunge al termine ed ecco che una porzione di pubblico invade letteralmente il piccolo stage per unirsi all’ipnotico vocalist, in un abbraccio collettivo che lo ringrazia di una performance così intensa e meravigliosamente precisa, compatta, di portata regale, quasi come un portale verso l’Ignoto.

Lo show celebrava il lancio sul mercato dell’ultimo, fenomenale “The Canticle of Shadows“, un album teatrale e maligno come pochi, pregno di colaborazioni importanti (Attila Csihar e Sakis – Rotting Christ – tra gli altri) che questa sera viene regalmente saccheggiato e proposto con fare impeccabile: un luogo così piccolo, eppure tramutato in un luogo così magico.

Però ora si ritorna alla realtà, si saccheggia (….pagando, occhio!) quel che si può dai rispettivi banchetti del merch e si ritorna verso casa….

 

SETLIST DARKEND

– Of The Defunct

– A Precipice Towards Abyssal Caves

– Clavicula Salomonis

– Il Velo Delle Ombre

– Decrepitude: One Last Laugh Beside Your Agonies

– Congressus Cum Daemone

 

 

CONCLUSIONI

Insomma: un grande evento in una piccola area, reso tale grazie alla performance di tutte le band presenti e definitivamente omaggiato dall’esibizione finale degli headliner, il tutto contornato ad un’affluenza di pubblico ben più che dignitosa con almeno 200 e passa presenti (verso le fasi finali il locale scoppiava, come già detto), la maggior parte di questi realmente coinvolti nell’omaggiare le bands presenti.

Spero di esser presente alla prossima edizione, un saluto sincero da parte mia e tutta la Redazione di TrueMetal.it.

Non sono solo le dimensioni dei locali che rendono grande un evento….