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Hackneyed (Philipp Mazal)

Di Alberto Fittarelli - 14 Agosto 2008 - 23:20
Hackneyed (Philipp Mazal)

Gli Hackneyed: siamo davvero sicuri che una volta entrati nel mare magnum del database di TM.it e scomparsi quindi dalla homepage, qualcuno di noi se ne ricorderà ancora? Francamente, la domanda è fin troppo retorica per darle risposta, e il loro nome (guardatevi il significato in italiano) dice tutto. Pur solleticati con paragoni “pesanti”, i giovani (troppo, probabilmente) musicisti non ci rilasciano che dichiarazioni standard e concise, un modo un po’ zoppicante per promuovere un album decisamente immaturo…

Iniziamo col dire come ci si sente ad essere la band più giovane, anagraficamente, del roster Nuclear Blast, e probabilmente la più giovane sotto contratto dell’intero pianeta…

“È grandioso, non ce lo aspettavamo ovviamente e ancora adesso fatichiamo a crederci, certe volte. Siamo comunque molto impegnati al momento, con tutte le interviste e i concerti che dobbiamo fare, e lavoriamo su nuovi pezzi quasi ogni giorno; per cui non abbiamo molto tempo per farmarci a riflettere su tutto quello che accade intorno a noi…”

Potete spiegarmi come siete arrivati comunque a un deal così importante, ad ogni modo?

“Abbiamo registrato l’album e lo abbiamo mandato in giro a diverse case discografiche; dopo un meeting con la NB abbiamo ricevuto un’offerta e ovviamente l’abbiamo accettata al volo!” (fosse sempre così facile…Ndr)

Avete fatto in tempo ad avere esperienze musicali precedenti agli Hackneyed?

“Molti di noi non suonano un solo strumento ma più di uno, e siamo musicisti da diversi anni… Non abbiamo avuto un gran numero di esperienze ma abbiamo suonato in orchestre e cose simili.”

Il vostro sound evidenzia influenze fortissime di Morbid Angel e ultimi Behemoth, vi riconoscete in questi nomi?

“Cerchiamo di fare la nostra musica senza pensare troppo alle influenze, vogliamo che sia musica targata ‘Hackneyed’. Ovviamente abbiamo diverse influenze, ma non copiamo nessuno.”

Che sensazioni avete nel fare parte della stessa scuderia di gruppi come Nile, Children Of Bodom o Kataklysm? Eravate fan di queste band prima di firmare con la Nuclear?

“Certo, e lo siamo tuttora. È semplicemente pazzesco essere sotto lo stesso marchio.”

Quale pensi che possa essere il primo obiettivo da raggiungere, per un gruppo come il vostro?

“Uno di essi era il suonare al Sundown Festival, un piccolo happening organizzato nella nostra zona, cosa che abbiamo fatto quest’anno incontrando persino Peter Tägtgren. Ora suoneremo in posti come il Summer Breeze Festival, dove normalmente saremmo andati solo come spettatori!”

Visto che il Death Metal basa molto di sé sui live show, pensate di buttarvi in tour estesi nei prossimi tempi?

“Come ti dicevo abbiamo un bel po’ di festival confermati per quest’estate e anche alcune date nei club per Dicembre, quando ci uniremo a Morbid Angel e Kataklysm per 3 concerti qui in Germania. Stiamo pensando a un tour, e ovviamente ci piacerebbe tantissimo farlo, ma dipenderà da quanto successo avrà ‘Death Prevails’!”

Diversi anni fa, gruppi giovani (per età media) come voi, gente come Dismember ed Emperor ad esempio, iniziarono davvero qualcosa a dispetto dell’età anagrafica, modificando per sempre il metal estremo: vi ponete anche voi quell’obiettivo, per caso?

“Vogliamo semplicemente suonare la nostra musica e fare in modo che la gente si ricordi di noi dopo averci ascoltati.” (L’ottimismo è il profumo della vita, Ndr)

Avete già avuto modo di fare brutte esperienze con gente che ha tentato di fregarvi, come pare sia immancabile nel music biz?

“Ci sono stati alcuni piccoli episodi, ma non vale nemmeno la pena di parlarne, credimi. Siamo stati fortunati a trovare la gente giusta prima che qualcuno riuscisse a fregarci!”

Per chiudere, una breve definizione del vostro Death Metal e il vostro consiglio per vederlo vivere a lungo?

“Credo che il nostro sia un Death Metal giovane e fresco, e spero possa guadagnare molti e giovani fan per poterlo mantenere tale anche negli anni futuri. Questa è l’unica ricetta possibile per vederlo vivere a lungo!”

Alberto Fittarelli