Heavy

Intervista Unreal Terror (Enio Nicolini e Luciano Palermi)

Di Stefano Ricetti - 23 Ottobre 2017 - 13:01
Intervista Unreal Terror (Enio Nicolini e Luciano Palermi)

In occasione dell’uscita del nuovissimo album The New Chapter (link alla recensione) sotto l’egida dell’etichetta Jolly Roger Records qui di seguito il resoconto della chiacchierata effettuata dal sottoscritto in compagnia di Enio Nicolini (basso) e Luciano Palermi (voce), due dei pilastri dell’HM italiano oltre che, ovviamente, degli Unreal Terror di Pescara.

Buona lettura.

Steven Rich  

 

UNREAL TERROR LOGO

 

 

Da dove nacque l’idea di rimettere insieme la band a partire dal 2011 dopo parecchi lustri di silenzio? 

Enio: prima di tutto ciao Steven e un saluto ai tuoi lettori. L’idea mi venne in occasione di un rientro in Italia di Luciano Palermi nel dicembre del 2011. Così organizzai un concerto “Reunion” al Blackest di Pescara e fu un trionfo di emozioni oltre che di pubblico. Era presente anche Arturo Iustini, il patron dell’Heavy Metal Night che ci invito sul palco dell’edizione dell’anno successivo… e tutto ripartì da lì.

 

Avete fatto parte del bill dell’Acciaio Italiano Festival IV a Mantova e dell’edizione di quest’anno, la settima, svoltasi presso l’Estragon di Bologna lo scorso 20 maggio. Cosa ti porti dentro di queste due importanti date live?  

Luciano: Sono stati due concerti molto belli ed importanti. Il solo rammarico è che a Bologna soffrivo di laringite, che mi ha costretto ad una performance al di sotto dei miei standard. Però purtroppo in quei casi c’è ben poco da fare. Sventure da cantanti!

 

A proposito dell’Acciaio VII, toglimi una curiosità: da che parte è nata la scelta scellerata di non proporre “At the End of the Last Chapter” dal vivo?

Luciano: Bisogna fare delle scelte. E noi abbiamo scelto di puntare tutto sulla prova di strada del nostro nuovo repertorio. Altri hanno obiettato: perché non avete suonato” Freedom Be Your Law”, altri protestano: perché non sonate mai “Topkapi”. Avevamo 50 minuti a disposizione e tanto materiale nuovo da collaudare, non si può accontentare tutti.

 

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Luciano Palermi

 

Senza dubbio siete stati fra i precursori a livello abruzzese e poi nazionale di heavy metal italiano fatto da italiani. Se poteste avere la bacchetta magica, cosa cambiereste relativamente alle scelte effettuate dagli Unreal Terror negli anni Ottanta?

Luciano: Mi sarebbe piaciuta una produzione migliore dei suoni, ma pagavamo lo scotto dei tempi e della provenienza della provincia.

Enio: Onestamente abbiamo dato il massimo di quello che potenzialmente potevamo dare. Si, Luciano ha ragione, la produzione si poteva fare meglio, ma erano anche gli anni 80. Potrei dire che essere un gruppo del Centro-sud ci abbia penalizzato nei confronti dei colleghi del Nord è vero, però con orgoglio dico anche che nonostante i maggiori sforzi che abbiamo dovuto fare (data dalla logistica) siamo stati sempre presenti nella scena di quegli anni con tanta passione e soprattutto con professionalità.

 

Vostri pensieri e parole, anche aneddoti se ne avete, sulle seguenti band:

 

Death SS – Enio: grande rispetto per un progetto apripista del Metallo italiano, grazie al grande Paul Chain e successivamente a Steve Sylvester di cui ammiro la sua grande professionalità.

Strana Officina – Enio: ero amico di Fabio con il quale negli anni 80 ci sentivamo i fine settimana per telefono, purtroppo ci ha lasciato troppo presto! Era uno dei migliori chitarristi Metal all’epoca. Poi il Bud… il gigante buono a cui sono molto legato e che considero un “fratello”. Dopo i Vanadium erano la band più famosa negli anni 80 ed avevano ed hanno ritrovato oggi i loro seguaci.

The Black – Enio: Conosco Mario Di Donato dalle scuole medie ed ho avuto con lui un percorso musicale che parte dalla fine degli anni 70 (Respiro di Cane) sino ad arrivare ai The Black (1990-2016), passando da UT e Unreal Terror. Una vita insieme!  Ci vorrebbe un libro per raccontare gli amori e gli odi tra me e il “guru” The Black. 26 anni sul palco con il “nero” nei The Black… una parte della mia vita che è ovviamente indelebile.

Sabotage – Enio: Una band che negli anni 80 “mordeva” davvero! Un vocalist, Morby, straordinario. Una sezione ritmica con i fratelli Caroli (che sono miei amici fraterni) da paura e un chitarrista, Andy Fois che definirei un genio… Una band da paura quella che nel 1986 suonò dopo di noi al mitico Festival del Parco Prandina di Padova.

Vanexa – Enio: C’erano anche loro sotto i riflettori negli anni 80. Grande drumming quello di Silvano e un grande fratello, Sergio Pagnacco, al basso. Oggi hanno una nuova formazione con cui abbiamo condiviso L’Acciaio Italiano di questo anno, due chitarristi da paura tra cui il grande Pier Gonella.

Rhapsody of Fire – Enio: Non so perché mi hanno dato sempre l’impressione di essere un gruppo straniero invece che italiano. Loro hanno avuto ed hanno una grande popolarità e sono sempre inseriti in situazioni importanti e con successo. Sono bravi ad essere riusciti a creare una organizzazione solida e professionale sulla band. Onestamente non li conosco di persona.

Danger Zone – Enio: Anche qui ci sono due grandi fratelli: Giacomo Gigantelli e Roberto Priori. Sono loro l’anima dei DZ, una grande band, hanno un disco uscito da poco, “Closer to Heaven” registrato molto bene. Hanno contribuito molto alla crescita del Metal Made in italy.

Skanners – Enio: Quando entrarono nel mondo del Metal italiano nelgli anni 80 lo fecero in maniera dirompente suonando su palchi importanti e soprattutto esordendo con un disco per una Major (impensabile ai tempi): “Dirty Armada”. Ti confesso che li ho invidiati! In brevissimo tempo avevano preso in mano la scena, in quegli anni. Purtroppo poi ebbero problemi con la loro etichetta discografica. Davvero tanto onore a Claudio & company per essere rimasti sulle scene. Conosco personalmente Claudio che è un animale da palco molto bravo. Abbiamo condiviso con loro il palco del Sister di Parma nel 2015 e devo dire che con la nuova formazione sono una band che “morde” ancora.

 

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Enio Nicolini e Arcanacodaxe

 

Sei rimasto soddisfatto dal lavoro di ripescaggio e di remaster portato avanti da Jolly Roger Records per la ristampa di “Hard Incursion” nel 2014?

Enio: si molto, non pensavo andasse così bene dopo anni di assenza

 

La vostra definizione di…

 

Heavy and Dangerous:

Luciano – Viscerale.

Enio – Un piccolo capolavoro.

 

Hard Incursion:

Luciano – Ambizioso.

Enio – E’ stato il disco della svolta con il nuovo chitarrista Giuseppe Continenza.

 

The New Chapter:

Luciano – Poliedrico.

Enio – Un grande album che dopo 30 anni riesce a non essere “vecchio”.

 

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Silvio “Spaccalegna” Canzano

 

Il nuovo “The New Chapter” vede la luce con la stessa Jolly Roger, segno di una comunione di intenti fra l’etichetta modenese e gli Unreal Terror…

Enio: Antonio Keller è un altro “eroe” in questo mondo metallico italiano fatto di poche opportunità importanti per chi fa musica. E a fare questo tipo di musica ci sono artisti che sono a livelli che anche i decantati stranieri si sognano, sia per genialità compositiva e sia per tecnica. Detto questo, la sua etichetta, che partì puntando sulle band in lingua italiana, si è poi allargata anche ad altre non in lingua e soprattutto si è inventata un Festival: l’Acciaio Italiano. Importante kermesse che edizione dopo edizione fornisce opportunità alle band facenti parte dei Bill di volta in volta proposti. La sua Label ha un sistema che di anno in anno diventa sempre più competitivo entrando anche sulle piattaforme digitali oltre ai classici sistemi di promozione e vendita. Tornare dopo la ristampa di Hard Incursion (2014) con la Jolly Roger Records è stato un naturale segno di continuità che sicuramente darà grandi soddisfazioni.

 

Come avvenne la nascita dei pezzi contenuti in “The New Chapter”? Si tratta di composizioni che avevi nel cassetto oppure è tutta roba nuova di zecca al 100%?

Luciano: Sono tutti pezzi nuovi, nati nel 2016, inizi del 2017, quindi assolutamente roba inedita. Ho scritto tutto il materiale in vari tempi, lavorando su un’idea, poi mettendola da parte, poi ritornandoci su a mente fresca. A volte abbandonando completamente alcune direzioni dopo averle percorse per un po’, per ricominciare tutto da capo, perché magari il risultato non mi soddisfaceva.

 

Quali secondo te i pezzi meglio riusciti del disco?

Luciano: Ogni scarrafone è bello a mamma sua! (risate)

 

Puoi spiegare la genesi della traccia Western Skies?

Luciano: Ero un fan accanito della serie televisiva “Deadwood”, in cui viene presentato la figura storica di Wild Bill Hickock. Affascinato dal personaggio, ho cominciato a fare delle ricerche su questo pistolero terrificante che faceva rispettare la legge a suon di piombo. Una specie di Judge Dredd del Far West, poliziotto, giudice e boia al tempo stesso.

 

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Iader ed Enio Nicolini

 

Qual è il significato della copertina di “The New Chapter”? Di chi è stata l’idea e chi l’ha realizzata? 

Luciano: Ho realizzato io la copertina, utilizzando un software per la modellazione 3D chiamato Blender. L’idea è di un libro, che custodisce il nuovo capitolo degli Unreal Terror, The New Chapter, appunto, gelosamente custodito in una cripta gotica, sorretto da un leggio costituito da due mani e vigilato da un demone all’entrata della cripta.

 

Ritengo che la produzione di The New Chapter non renda giustizia alla carica HM che da sempre sciorinate on stage.

Enio – La produzione, intendo editing e mastering sono stati fatti a Los Angeles anche per la logistica di Luciano. Sono stati adottati sistemi a nostro parere giusti e che dessero conferma al sound della band. La tua osservazione la rispetto e la tengo in rispettosa considerazione. Abbiamo puntato molto anche ai testi dei brani che a mio avviso luciano ha “interpretato” in maniera magistrale. Anche la scelta dell’elemento “tempo” è stata una decisione voluta. Non è un concept ma una sorta di valutazione degli eventi che ci hanno attraversato. Certo che un live degli Unreal Terror è pieno di energia (lo dici a me? Ah,ah,ah! ) e alle volte non è semplice riportare al 100% questa energia su disco hai ragione, ma che vuoi che ti dica, amico mio? “The new chapter” è la nostra nuova creatura che amiamo in ogni sua piccola parte anche se presenta qualche imperfezione.

 

Mi aspettavo un Luciano molto più “cattivo” lungo tutta l’interpretazione dei dieci brani. Scelta artistica o cos’altro?

Luciano – Mah… tutto sommato io ho sempre cantato pulito, specie in “Hard Incursion” e nei 4 pezzi di The Demo. Se per “cattivo” intendi sporco, growly, non credo sia mai stato molto nelle mie corde. Se parli di estensione, allora l’anagrafe ha il suo peso. E poi devi valutare se il timbro è al servizio anche dei testi. Non scrivo più di demoni e efferatezze varie, quindi forse la cattiveria fine a sé stessa lascia il tempo che trova. E comunque, de gustibus non disputandum est, ci mancherebbe!

 

La mancanza di un pezzo trainante piuttosto che un nuovo “inno” all’interno dei pezzi di The New Chapter è una situazione voluta da parte vostra?

Luciano – Io credo invece che The Thread, Time Bomb e Ordinary King abbiano una forte carica anthemica.

 

Enio Nicolini/Mario “The Black” Di Donato: coppia d’acciaio a livello artistico del Metallo di Casa Nostra che ha dato vita a importanti lavori griffati Unreal Terror e The Black che però ha vissuti di alti e bassi. In che rapporti sei, oggi, con Marius, dopo la tua dipartita da The Black?

Enio: i miei rapporti con Mario sono ottimi, lo conosco dalle scuole medie… una vita insieme! Pensa anche solo con The Black dal 1990 a febbraio 2016, senza contare gli esordi come Respiro di Cane (1979), gli UT e poi gli Unreal Terror fino al1985. Siamo arrivati ad una sorta di saturazione di convivenza insieme (quasi 40 anni), i miei progetti solisti mi hanno creato anche un modo di vedere il futuro in maniera diversa e andare per la mia strada. Comunque i The Black e “Marius” in particolare sono un pezzo molto importante della mia vita artistica e soprattutto personale.

 

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Iader Nicolini e Luciano Palermi

 

Una tua definizione di Marius, Mario “The Black” Di Donato:

Enio: Geniale e un po’ naive come i personaggi dei suoi dipinti

 

Capitolo “Heavy Sharing”: esperienza da ripetere oppure no, alla luce dei riscontri ottenuti?

Enio: È stata un’esperienza fantastica. I miei ospiti sono stati di una disponibilità unica e di una professionalità spaventosa. Ricordo con la pelle d’oca la release del vinile avvenuta il 22 aprile di questo anno al Circus Club di Scandicci (FI) dove sul palco ho avuto 7 dei 10 ospiti. Uscirà un video di quella fantastica serata. Ripetere un’altra esperienza simile? Per ora no, ma sto già lavorando ad un altro lavoro solista.

 

La parabola con gli Akron la consideri chiusa oppure vi sono spiragli per il futuro in questo senso?

Enio: Gli Akron sono stati il mio momento “mistico” e sono molto legato a quel periodo. Non credo ci sarà al momento un seguito. Sono molto preso sulle sperimentazioni con i miei progetti.

 

Quest’anno è uscita la vostra biografia per Crac Edizioni (Qui recensione). Sei soddisfatto del prodotto finito? Che riscontri sta ottenendo il libro?

Enio: soddisfattissimo! Sta andando molto bene. Con Klaus Petrovic c’è stata un’intesa fantastica. Lui pazientemente ha ascoltato la nostra storia e l’ha scritta con un’ambientazione che tocca anche gli aspetti socio-culturali e musicali di quel periodo. Poi la Crac edizioni di Marco Refe si è dimostrata molto disponibile e soprattutto professionale e non è poco.

 

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La copertina della biografia degli Unreal Terror curata da Claudio Petrucci e uscita per la casa editrice Crac Edizioni  

 

Come scritto all’interno di “Unreal Terror… Rules the Night “ nel 1989 avvenne lo scioglimento della band… ti va di ripercorrere quei momenti dolorosi e i motivi che vi hanno portato a una decisione così sofferta?

Enio: Tutto iniziò nel 1987 con la distruzione della gran parte dei vinili di Hard Incursion, appena stampati,  avvenuta nei magazzini della nostra Label Speed Rec. di Milano a causa di un allagamento. Per cui rimanemmo a promuovere il disco con i pochissimi vinili rimasti e soprattutto rimanemmo senza casa discografica, perché il patron Siro Gallotti decise di chiudere e dedicarsi ad altri prodotti commerciali. Subito dopo uscì la compilation europea Rock Meets Metal II edita dalla Major Ebony Rec. con un nostro brano di Hard Incursion: “Pullin’the Swicth” che ci tenne impegnati. Restava però l’incubo di trovare una nuova Label che non siamo riusciti a trovare, quindi piano piano siamo andati in crisi. Nel 1989 Giuseppe Continenza (chitarrista) partì per il Musician Istitute a Los Angels e Silvio “Spaccalegna” Canzano andò in tour con i Camaleonti. Con Luciano tentammo fino alla fine di ricucire la band ma poi nel giugno del 1989 mollammo. Successivamente anche Luciano si trasferì a L.A. Dove vive e lavora tutt’ora ed io ne 1990 tornai con il mio vecchio compagno d’avventura Mario “The Black”. Comunque tutto questo è riportato nella Biografia della band, come da te giustamente sottolineato sopra.

 

UNREAL TERROR BAND III

Unreal Terror

 

Luciano, cos’è, per te, l’heavy metal?

Luciano: Un brivido che dura da trent’anni.

 

Enio, come ti immagini la situazione legata all’heavy metal in Italia fra dieci anni? Intendo a livello di seguito, di band, di possibilità di suonare, di riviste di settore…

Enio: tendenzialmente sono un ottimista, ma dipende da noi supportare le band italiane perché gli spazi per la nostra musica sono pochissimi e solo essendo un grande insieme possiamo spostare le attenzioni degli operatori del settore. Credo anche che la tecnologia che possa aiutare in questo, ma non dimentichiamoci mai che dietro a tutto questo c’è un artista e soprattutto un fan e queste due figure devono traguardare un unico pensiero sinergico.

Prossime mosse live?

Enio: un mini tour in dicembre 7-8-9 e 28

Cosa bolle in casa Unreal Terror, al momento?  

Luciano: Io sto cominciando a giocare con delle idee melodiche da sviluppare ulteriormente. È ancora tutto molto grezzo, ma ci sono degli spunti interessanti.

Spazio a disposizione per chiudere come meglio ti aggrada l’intervista, Enio…

Enio: Noi ci siamo e vi stiamo aspettando e soprattutto keep on metal

 

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti