Recensione libro: Louder Than Hell

Di Stefano Ricetti - 30 Gennaio 2014 - 9:15
Recensione libro: Louder Than Hell

Louder Than Hell. La storia orale dell’heavy metal

di Wiederhorn Jon, Turman Katherine

€ 35,00

Editore: Arcana

Pagine: 575

 

Ci sono vari modi per impostare e poi scrivere un libro musicale. La via più semplice è quella “esterna”, cioè narrare “dal di fuori” la storia di una band, di un artista, di un genere piuttosto che di un momento storico. Senza avallo alcuno, quindi, a livello ufficiale. Netti sin da subito i benefici, in primis a livello di sbattimento, senza dubbio. Si decide, si sviluppa, si verifica quanto possibile e il lavoro è fatto, in regime di autonomia. Diverso doversi confrontare con l’artista, spaccare il capello in quattro per collocare in modo preciso foto e fatti ma soprattutto condividere scelte e modalità in maniera sinergica. Sottintendendo che si lavori con etica e passione, ingredienti fondamentali, e non certo per rubare soldi agli acquirenti o guadagnarsi i classici cinque minuti sotto i riflettori alle spalle di qualcuno, in riferimento al prodotto finito non sempre però la seconda soluzione risulta quella vincente. Essere legati a tripla mandata con l’artista può tradursi in un lavoro che cede all’autocelebrazione più bieca, così come rischia di essere mutilato nei confronti di episodi scomodi, anche se da un punto di vista tecnico suonerebbe impeccabile.              

La soluzione migliore, probabilmente, sta a metà fra le due: raccogliere al momento opportuno interventi di prima mano da chi ne sa o ha vissuto per davvero certi accadimenti e integrarli all’interno di un disegno narrativo di spessore. Questo percorso è stato tradotto in realtà dagli americani Katherine Turman e Jon Wiederhorn, residenti a Brooklin, entrambi con esperienze di peso in materia giornalistica metallica (Revolver, Guitar Magazine, Metal Hammer), per fermarsi solo a tre esperienze.

Louder Than Hell è una mazzata di cinquecento e passa pagine che racconta, appunto, la storia orale dell’heavy metal attraverso le testimonianze dei protagonisti, scelti oculatamente per l’occasione e fottutamente funzionali al racconto. Si parte dai Black Sabbath sino ad arrivare alle contaminazioni che la musica dura ha dovuto “subire” col Nu Metal e affini attraverso tutti i passaggi cardine, nessuno escluso: proto HM, Sabbath&Priest, Nwobhm, Thrash, Death Metal, Black Metal e via di questo passo fino ai giorni nostri.         

Gli ingredienti fondamentali dell’heavy metal, sin dalle origini, si possono ritrovare nella assoluta fedeltà al genere, nella lealtà verso gli eroi sul palco ma anche all’interno della sterminata aneddotica che da sempre accompagna le gesta della siderurgia applicata alla musica. Louder than Hell, in questo senso, non si fa mancare proprio nulla, snocciolando chicche su chicche riguardo sesso (tanti gli inediti, anche oltre i limiti del raccontabile nei particolari, in taluni casi…), droga, litigate, invidie, bevute, fame e freddo patiti, eccessi esoterici e devianze  varie assortite. La parola, di volta in volta, viene ceduta ai personaggi in condivisione con il narrato. Tanto per fare dei nomi, fra davvero una miriade di interventi, gente del calibro di Geezer Butler, Ozzy Osbourne, Ronnie James Dio, Biff Byford, Gene Simmons, Alice Cooper, Lemmy, Bruce Dickinson, Eddie Van Halen, Rob Halford, Tommy Lee, Blackie Lawless, Lars Ulrich, James Hetfield, Steve Harris, Kerry King, Rudolf Schenker, Vince Neil, Axl Rose, Jonathan Davis, Corey Taylor, Dave Mustaine, Gary Holt, Pete Steele, Dave Grohl, Bobby “Blitz” Ellsworth, Trent Reznor, Rob Zombie, Dimebag Darrell, Scott Ian, Glen Benton, David Vincent, Abbath, Hellhammer, Silenoz e mi fermo qua per non occupare tutto lo spazio disponibile.

Louder than Hell si completa della prefazione di Scott Ian degli Anthrax e della postfazione di Rob Halford dei Judas Priest, oltre a portare in dote trentadue pagine (16 + 16) piene di belle foto a colori dei vari protagonisti. 

Va dato atto ai due yankee Turman e Wiederhorn di aver realizzato un’opera ciclopica, enciclopedica, ben equilibrata in termini di spazi concessi e aspetti trattati che, nonostante il numero impressionante di pagine che la compongono, scorre via che è un piacere durante la lettura.

Value for Money garantito, quindi, buon godimento. Fill your heads with heavy metal thunder, e così sia!     

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti