Recensione: As You Become Us [EP]

Di Fabio Lupetti - 12 Marzo 2016 - 15:33
As You Become Us [EP]
Etichetta:
Genere: Progressive 
Anno: 2015
Nazione:
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79

Cinque anni. Cinque lunghi anni sono passati da quando ho ascoltato “Five Deadly Venoms”, il secondo album degli Shaolin Death Squad. Da quando ho iniziato ad amarli. Rispetto al primo album, “Intelligent Design“, del 2006, in FDV il caos era ben tenuto al guinzaglio, sebbene risultasse comunque molto personale e stilisticamente identificativo. L’approccio alla composizione era infine all’insegna dell’ascoltabilità, così come della cattiveria.
Il nuovo EP continua su questa strada moderata, esplorando però suoni più oscuri, ermetici e contemplativi. Benché sempre all’insegna del loro sound, “As You Become Us” soddisfa però bisogni di ascolto diversi: meno rabbia e più alienazione, insomma.

Il pezzo che dà il nome all’EP è sicuramente il più interessante: nel marasma caotico in tempi dispari di riff astutamente ricorrenti, le varie timbriche vocali vengono giostrate per creare una sensazione della storia e delle sue atmosfere, piuttosto che esserne il solo sottofondo musicale (l’arrivo degli invasori, la lotta per la resistenza, la fuga verso un altro luogo). Il finale è meraviglioso: un passaggio melodico emozionante si trasforma in pochi secondi in una berciata furiosa che annuncia la sopravvivenza della specie, con impeto vendicativo. Si preannuncia forse un concept? “Infamy” è un up-tempo dalle melodie creepy che acquisisce bellezza di ascolto in ascolto: il refrain è la parte più “gentile” del pezzo e tocca allora a strofe, assolo e (bellissimo) coro metterci addosso un po’ di carica per procedere galvanizzati nell’esplorazione di questo labirinto musicale. “Race of the Thinkers” ha un mood tipicamente à la Queensryche e un ritornello catchy come nessun altro pezzo dell’EP, ma non mancano echi di sonorità brutal e shaoliniane, a rendere il pezzo ancor più stimolante e stravagante. “Tale of the Peacock” è il pezzo che convince meno: dopo circa due minuti privi di energia accelera in una parte strumentale con ritmo e sviluppo melodico simili a quelli proposti in “Intelligent Design”, cosa di per sé positiva. Peccato si fermi di nuovo dopo appena un minuto e torni sui riff precedenti, troppo piatti per lasciare il segno. “Death on Two Legs”, infine, è una fedelissima copia dell’originale pezzo dei Queen, grazie al groove deciso e preciso, i suoni ricchi e oserei affermare anche un cantato molto ispirato.

Il mio amore per gli Shaolin Death Squad, nonostante questo cd non sia proprio nelle mie corde, lo ammetto, è lo stesso. Forse un amore platonico, visto che ancora non si sono decisi a calcare il suolo del Vecchio Continente (sebbene le recenti aperture della Do for it Records alle vendite sul suolo europeo facciano ben sperare).
Ma restano dei grandi professionisti e sono riusciti a mantere quelle loro caratteristiche che mi hanno fatto innamorare, in un cd totalmente diverso dai precedenti: suoni secchi, cattiveria, strutture musicali lunatiche e libere da qualsiasi struttura precostruita, grandi prove dei musicisti (mitico, come sempre, Black Ninja alla batteria) e soprattutto del cantato (e su questo, scusate, sono pignolo) interpretato con stili differenti ma sempre convincenti e “sul pezzo” dal grande trittico Scorpion/Swan/Red Dragon. “As You Become Us” fa il suo lavoro egregiamente: ti mette voglia di aspettare ancora, come quegli episodi di metà stagione nelle serie tv che ti lasciano col cliffhanger e ti grida in faccia “Ehi, guarda che non sappiamo solo tirarti mattonate metalliche addosso! Ti facciamo pure pensare!”.
Già. Pensare.
Sto già pensando, infatti, quanto dovrò aspettare per la loro nuova uscita…

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