Recensione: Sympathetic Resonance

Di Massimo Ecchili - 3 Ottobre 2011 - 0:00
Sympathetic Resonance
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Anno: 2011
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90

Quando venne dato l’annuncio di questo progetto, esso fu accolto non senza stupore da chi segue con attenzione la scena progressive metal. Vale la pena di contestualizzarlo, quindi, per capire di cosa si tratti e delle circostanze che lo hanno reso possibile.

Una parte del materiale finito nel presente album avrebbe dovuto essere contenuta nel nuovo disco dei Fates Warning; visti però gli impegni pressanti di Ray Alder con i Redemption (nuovo disco e tour) Jim Matheos ha pensato bene di contattare il suo vecchio compagno di viaggio John Arch e di proporgli una collaborazione, le cui basi erano proprio quel nuovo materiale. All’inizio i due pensavano ad un EP, ma, lavorando assieme canzone per canzone, sono arrivati a questo Sympathetic Resonance, per il quale bisogna dunque ringraziare i proverbiali “casi della vita”.

La line-up è completata da Frank Aresti, Joey Vera e Bobby Jarzombek, quindi in realtà siamo effettivamente in presenza dei Fates Warning con un cantante diverso; cantante che, però, era dietro al microfono nei primi tre album della band di Hartford. In definitiva, l’unico motivo per il quale Matheos ha deciso di non utilizzare lo storico moniker pare sia la sua riluttanza a dare il benservito ad Alder, sempre più coinvolto nella band di Nick Van Dyk (anche se questo è tutto da verificare). Tanto che, ufficiosamente, sembra sia in uscita l’anno venturo il nuovo lavoro dei “veri” Fates Warning.
Un’intricata situazione, dunque, che ha destato parecchia perplessità a riguardo dell’utilità di un progetto del genere. L’importante, però, è che questa perplessità sia destinata a sciogliersi come neve al sole sin dai primi, entusiasmanti ascolti. Non che la cosa stupisca più di tanto, dal momento che Matheos è uno dei pochi songwriter che mai (o quasi) scrive pezzi banali o incapaci di catturare l’attenzione di chi ama questo genere.

Quello che Sympathetic Resonance ha da offrire, è un riuscitissimo punto d’incontro tra il moderno e il classico, con sonorità e strutture che spaziano lungo tutto l’arco della fantastica discografia dei Fates Warning, da quelli più heavy degli anni ’80 a quelli attuali, decisamente più votati al lato intimistico delle composizioni. Ma, cosa importantissima, i sei brani di questo lavoro non finiscono mai per assomigliare troppo ai primi o ai secondi, e nemmeno si può dire che siano a metà strada tra i due.

Il risultato di questo progetto, nato come detto quasi per caso, è strabiliante sia nei pezzi più lunghi e strutturati – tra i quali si distingue la bellissima “Stained Glass Sky” – sia in quelli più brevi, segnatamente l’oscura “Midnight Serenade” – con un refrain splendido – e la ballad conclusiva “Incense And Myrrh“, pregiato diamante a suggello di un disco che, piuttosto inaspettatamente, si candida come una delle migliori uscite dell’anno in corso.
Se già il livello delle composizioni è eccellente, ci pensano i musicisti coinvolti a renderlo ancora più entusiasmante: ottimo come sempre Matheos sia nel riffing che nelle parti solistiche, nelle quali è coadiuvato egregiamente dal suo compagno di lungo corso Aresti; ottimo Joey Vera, sempre più eclettico e impegnato a star dietro a uno Jarzombek letteralmente indemoniato. Proprio il batterista di San Antonio è autore di una prova sopra le righe, che non mancherà di lasciare tutti gli ascoltatori più attenti letteralmente a bocca aperta.
Un discorso a parte merita invece Jon Arch, da sempre amato alla follia da qualcuno e detestato da molti per la sua voce incessantemente fluttuante su tonalità decisamente alte. Ma, piaccia o meno il suo timbro molto particolare, va detto che in Sympathetic Resonance il suo lavoro è stato impeccabile sia a livello di composizione sia, nondimeno, per quanto riguarda l’esecuzione; una prestazione, aldilà del discorso prettamente tecnico, che lascia sbalorditi per feeling, linee vocali strabilianti e capacità di essere valore aggiunto di un album per il resto già eccezionale.
Difficile entrare nel dettaglio di un disco che scorre senza un secondo di calo dall’inizio alla fine, dall’oscuro arpeggio iniziale di “Neurotically Wired” (che subito ci presenta una line-up in stato di grazia) fino alla chiusura chitarra acustica/voce di “Incense And Myrrh“. Tutta la freschezza compositiva che contraddistingue il platter si può cogliere nell’ottima – come già accennato – “Midnight Serenade“, che al di là del ritornello che rimanda ai tempi di Awaken The Guardian si distingue per un riffing secco e convincente, nonchè per un’atmosfera fosca che, a dir la verità, è trasversale all’intero Sympathetic Resonance. La chitarra di Matheos e l’accoppiata vincente Vera / Jarzombek non suonano un colpo a vuoto: così se la solida “Stained Glass Sky” trova modo di distinguersi per il suo incedere nervoso e per la sua grandiosa architettura, nella quale non c’è il benchè minimo accenno di calo nonostante i (quasi) quattordici minuti nei quali trovano posto, tra le altre cose, riff granitici e un azzeccatissimo break con arpeggio di acustica in accompagnamento, non fallisce neanche il ritmo cadenzato di “On The Fence“. Tantomeno possono passare inosservate le scorribande vocali di Arch in “Any Given Day (Strangers Like Me)“, pezzo dall’incedere heavy, nè può mancare di incantare la conclusiva e già citata “Incense And Myrrh“, per metà ballad acustica e per metà mid-tempo, che mira dritta ai centri emozionali senza mancare il bersaglio.

Sympathetic Resonance, in sostanza, si candida tra le migliori uscite dell’anno, mentre il sodalizio Arch / Matheos è, visti i risultati, uno di quegli episodi in ambito musicale per i quali vale la pena di ringraziare la propria passione.
Uscito senza clamori e fuochi d’artificio ad annunciarlo, l’album non solo vale l’acquisto, ma non perde un minimo di lucentezza neanche dopo una numerosissima quantità di ascolti, forse anche perchè – piuttosto in controtendenza – ha una durata non eccessiva.

Una breve annotazione agrodolce in chiusura: se ancora oggi possiamo godere del genio compositivo di Jim Matheos lo dobbiamo alla sua genuina passione per la musica, non certo ad un pubblico troppo spesso distratto nei confronti della sua straordinaria ed inesauribile vena artistica.

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Tracklist:
01. Neurotically Wired 11:12
02. Midnight Serenade 5:27
03. Stained Glass Sky 13:56
04. On The Fence 8:11
05. Any Given Day (Strangers Like Me) 10:27
06. Incense And Myrrh 5:22

Lineup:
John Arch: vocals
Jim Matheos: guitars
Joey Vera: bass
Bobby Jarzombek: drums
Frank Aresti: additional lead guitar

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