Intervista Crossbones (Olsi Ballta)

Avendo già presentato i Crossbones, la storica band metal di Tirana, nel nostro articolo “Aquile di Metallo: Viaggio nel Metal Albanese”, abbiamo colto l’occasione dell’incontro con il loro frontman, Olsi Ballta, per chiedergli di concederci un’intervista.
Ciao Olsi, grazie per la tua disponibilità ed essere nostro ospite. La band è attiva dal 1996. Qual è il segreto di una carriera così longeva, specialmente in un contesto come quello albanese in cui la scena metal non riceve un grande supporto?
Credo che il segreto sia la passione: quella fiamma interiore deve continuare ad ardere, qualunque cosa accada. Hai anche bisogno di una visione chiara di ciò che vuoi e di dove stai andando, e poi sostenerla con duro lavoro, coerenza e disciplina. Se c’è una volontà, c’è un modo. Ho sempre sognato in grande… credo di essere un sognatore.
Siete considerati tra le band metal albanesi più rispettate. Quali sono le maggiori sfide, ma anche le opportunità, che un gruppo deve affrontare per emergere nel vostro Paese?
La sfida più grande è semplicemente restare in vita come band, sopravvivere contro ogni previsione. Si tratta di trovare aria fresca quando sei a terra e di cercare la luce nelle notti più buie. L’Albania è un piccolo paese con una piccola scena, ma forse questa è anche l’opportunità: distinguersi, diventare più forte e mettersi alla prova. Credo che con il tempo e il duro lavoro le cose possano solo migliorare.
Il vostro ultimo singolo, “Atdhe” (Patria), è stato rilasciato in occasione del Giorno dell’Indipendenza dell’Albania. Che valore simbolico e personale ha per voi un brano che celebra le vostre radici in un genere come il metal?
Il Giorno dell’Indipendenza è stato il momento perfetto per rilasciare “Atdhe”. Per me è un inno potente cantato nella nostra lingua madre, che celebra la nostra terra, le nostre lotte, le nostre radici e la nostra identità – e anche la nostra volontà di resistere e andare avanti.
Il vostro album, “WWIII”, è stato pubblicato per l’etichetta italiana Nadir Music. Com’è stato il processo di produzione e collaborazione con un’etichetta straniera?
Lavorare con Nadir Music è stata la nostra prima esperienza con un’etichetta straniera e ha segnato per noi un traguardo importante. È stato un viaggio fantastico e una delle migliori collaborazioni che abbiamo avuto. Il nostro amico Tommy Talamanca ha fatto un lavoro straordinario mixando e masterizzando l’intero album, e l’intero processo è stato sia stimolante che professionale.
“Gjallë” è cantata in albanese con un approccio vocale molto potente. Che significato ha per voi usare la vostra lingua madre nel metal e in che modo vi permette di esprimere emozioni in modo diverso?
Avevamo già sperimentato i testi albanesi in canzoni come “Ndal Çmendurisë” (Stop the Madness), “Mos Luaj me Zjarrin” (Don’t Play with Fire) e “Muret Bien” (The Walls Are Falling). Per me, cantare in albanese aggiunge alla nostra identità come band. Ci sfida anche musicalmente, adattando il linguaggio al metal in un modo che sembri naturale, potente e autentico.
Il brano finale, “I’m God, Pt. 2”, ha un’atmosfera molto più introspettiva e riflessiva rispetto al resto del disco. Perché avete scelto di chiudere l’album con un epilogo così emotivo e meno aggressivo?
Concludendo l’album con “I’m God, Pt. 2” sembrava giusto. È un pezzo riflessivo che cattura ciò che stava accadendo in quel momento: guerra, rifugiati, tragedia umana. La canzone porta dolore e rabbia, ma anche speranza. Pone una semplice domanda: non possiamo vivere tutti in pace e armonia?
La vostra musica richiede una notevole versatilità vocale, alternando passaggi melodici, growl e vocalità più acide. Come prepari la tua voce per affrontare un repertorio così vario?
Ho iniziato a cantare intorno ai quattordici anni, sperimentando diverse estensioni vocali e generi. Quel viaggio per tentativi ed errori mi ha aiutato ad espandere la mia voce. Non ho mai avuto paura di uscire dalla mia zona di comfort. La coerenza è fondamentale: pratica quotidiana, riscaldamento prima degli spettacoli e delle registrazioni e disciplina. Bevo solo acqua a temperatura ambiente quando canto dal vivo o in studio. È semplice, ma per me funziona.
Hai delle influenze vocali specifiche che ti hanno ispirato nel corso della tua carriera?
Le mie influenze sono diverse. Si va da Jim Morrison, Ozzy Osbourne, Eric Clapton, Ian Gillan e Robert Plant a James Hetfield, Phil Anselmo, Max Cavalera, Chris Cornell, Layne Staley e Mike Patton.
Ho cercato di imparare qualcosa da ognuno di loro. Credo ancora che cantare sia un viaggio senza fine: c’è sempre altro da scoprire.
La vostra partecipazione all’Area 53 Festival vi ha visto condividere il palco con band di fama internazionale come Lordi e Glory Hammer. Che sensazione si prova a esibirsi in un contesto così importante e quale impatto ha avuto quest’esperienza sulla band?
Area 53 è stata storica per noi: la prima volta che una band albanese ha suonato in un festival internazionale così importante. È stato un onore e una responsabilità, perché non rappresentavamo solo noi stessi, ma anche l’Albania. Per noi è stato il riconoscimento di anni di duro lavoro e un promemoria del fatto che se osi sognare in grande, tutto è possibile.
Come ha reagito il pubblico del festival alla vostra musica, specialmente considerando che non siete una band proveniente da un paese con una grande tradizione metal? Avete notato differenze tra il pubblico albanese e quello europeo?
La risposta del pubblico è stata incredibile fin dalla prima canzone. Abbiamo sentito una connessione immediata e sono grato per ogni momento. Più tardi, al Meet & Greet e alla sessione degli autografi, abbiamo avuto modo di parlare con molti fan che erano curiosi di noi, della nostra storia e del nostro paese. Quei momenti di scambio hanno reso l’esperienza ancora più speciale.
Dopo la pubblicazione di questo disco, avete già iniziato a lavorare su del nuovo materiale o avete in mente nuove direzioni musicali per il futuro dei Crossbones?
Dopo la “WWIII”, abbiamo pubblicato “The Awakening” nel 2019, completamente registrato, mixato e masterizzato in Italia con Alex Azzali presso Alpha Omega Records: un’altra grande esperienza che ci ha insegnato molto. Creare nuova musica è sempre parte della nostra visione e ho già iniziato a lavorare su idee, melodie e demo per il prossimo album. Nel 2026 celebriamo il nostro trentesimo anniversario e sarebbe fantastico celebrare questo traguardo con nuovo materiale.
Grazie Olsi per il tempo che hai dedicato a TrueMetal, nel salutarci, vuoi aggiungere qualcosa per i nostri lettori?
Prima di tutto, grazie per aver letto questa intervista e per aver supportato Crossbones. Vorrei anche invitarvi a scoprire di più sull’Albania e sulla sua scena musicale ,e se puoi, visitate il mio paese, vi divertirete moltissimo.
Un ringraziamento speciale a Valeria e a tutta la famiglia di TrueMetal. Spero che ci incontreremo presto ad un concerto o ad un festival in Italia. Fino ad allora, continuate a scatenarti!
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Petra More Metal
Picwish