Aquile di Metallo: Viaggio nel Metal Albanese

La scena Heavy Metal in Albania, pur non essendo vasta come in altri paesi europei, ha una sua storia ed un certo seguito, sebbene sia rimasta in gran parte underground per molto tempo.
Durante il regime comunista (fino all’inizio degli anni ’90), l’Albania era un paese isolato. La musica rock e metal, considerata una minaccia per l’ideologia del regime, era vietata o fortemente osteggiata. Ascoltare musica straniera, inclusa quella rock, poteva portare a gravi conseguenze.
Nonostante queste difficoltà, alcuni musicisti hanno cominciato a esplorare il genere, spesso in segreto.
Con la caduta del comunismo, la scena musicale si è aperta a influenze esterne. Band di hard rock e metal hanno iniziato a formarsi, soprattutto a Tirana, trovando comunque degli ostacoli come ad esempio la mancanza di infrastrutture, non c’erano molte case discografiche specializzate, sale prove attrezzate o locali disposti a ospitare concerti metal.
Inoltre, quello che io chiamo lo zoccolo duro: il pubblico albanese che era e rimane prevalentemente orientato verso la musica pop, la musica tradizionale e altri generi più mainstream.
A Tirana e in altre città si tengono concerti e festival locali, anche se non ci sono festival metal di grandi dimensioni come in altri paesi. L’esistenza di festival come il T’Rocks Festival mostra comunque un certo interesse per la musica rock in generale.
C’è una comunque una comunità di appassionati che supporta le band locali e tiene viva la scena.
In sintesi, la scena heavy metal in Albania è una realtà di nicchia, ma resiliente. Ha superato un periodo di forte repressione e continua a crescere grazie alla passione di musicisti e fan.
Andiamo a scoprire queste band.
Crossbones: L’Essenza del Metal Albanese
Se siete appassionati di Groove, Thrash e Heavy Metal, i Crossbones fanno per voi.
Come ben sappiamo, oltre ad aver pubblicato ottimi dischi metal, i Crossbones hanno suonato sui palchi italiani, greci, kossovari ed estoni, esibendosi con note band metal internazionali.
La band si formò nel 1996. Dopo prove su prove, ed avere raggiunto una buona pratica, la band iniziò le tournée. I primi membri dei Crossbones furono Olsi Ballta e Arbi Xhelo; poi Klodi Shehu e Alban Male si unirono alla band. Fino al 1998, i Crossbones dovevano fare affidamento su bassisti session. In questo periodo, però, Fatjon Gjashta si unì alla band come bassista. La lineup attuale, invece, vede sempre Ols Ballta alla voce, Theo Napoloni alla batteria, Ben Turku alle chitarre ed Klejd Guza al basso.
Nel mese di luglio di quest’anno, la band ha partecipato a AREA 53 Festival in Austria, insieme a Phil Campbell and The Bastard Sons, Lordi e Glory Hammer.
La loro ultima pubblicazione è il singolo “Atdhe” (Patria) pubblicato nel giorno dell’indipendenza dell’Albania. Una celebrazione della loro patria, della forza e dell’eredità del popolo albanese.
Ma torniamo agli inizi della band, ovvero nel 1997, anno in cui venne pubblicato “Days of Rage”, il primo full lenght, l’anno successivo registrano la demo “Demos” contenente sette brani. A seguire, due singoli, “Revolucion” e “Muret Bien”, rispettivamente nel 2008 e 2011, sempre nello stesso anno viene pubblicato il live album “Live at the Black Box”.
Il 2015 vede i Crossbones impegnati in più fronti, l’uscita dell’EP “Alive”, un best of “Toxic Waste – Singles & Outtakes 1998-2013” e, il box set “Full Metal Pack”, in edizione limitata, contenente in versione CD “Days Of Rage”, “Toxic Waste – Singles And Outtakes 1998-2013” e l’EP “Alive”, la t-Shirt e due adesivi con il logo della band.
Nel 2017, i Crossbones pubblicano l’album “WWIII” per Nadir Music. Una curiosità, il nome della band è derivato quando il cantante ha aperto un dizionario e ha scelto la prima parola su una pagina casuale.
Syrgjyn: I Pionieri del Death Metal
I Syrgjyn non sono solo una band, ma una vera e propria istituzione nel panorama musicale albanese, riconosciuti come i pionieri del death metal nel Paese. Nati nel 1999 con il nome Oblivion, hanno rapidamente forgiato un suono che ha gettato le basi per l’intero movimento metal estremo in Albania.
La band, formata inizialmente con l’intento di suonare death metal melodico, ha compiuto un passo cruciale nel 2003, cambiando nome in Syrgjyn e ridefinendo il proprio stile. Questa evoluzione li ha portati a incorporare elementi industriali e melodici, creando un sound distintivo che ha saputo evolversi mantenendo la sua brutalità.
Il loro contributo alla scena è innegabile, soprattutto con l’uscita di “A Murder of Crows”, un album che detiene il primato di essere il primo disco death metal mai pubblicato in Albania. Questo lavoro non solo ha segnato un punto di svolta per la band, ma ha anche aperto la strada a future generazioni di musicisti estremi.
Nel corso della loro lunga carriera, i Syrgjyn hanno costruito una discografia solida e influente. Tra le loro uscite più importanti, l’album “Manifest of Essence” è spesso citato come un’opera fondamentale per la scena death metal albanese, dimostrando la loro maturità artistica e la loro capacità di produrre musica di alta qualità. Oltre agli album, la band ha pubblicato diversi singoli che hanno consolidato la loro reputazione, tra cui “Xhehenem” e “Karma Lux (Albageddon)”.
La formazione attuale vede Gjergj Mero alla voce e chitarra e Olsi Gjondedaj alle chitarre, un duo che continua a portare avanti l’eredità del gruppo. Con un sound radicato nel death metal europeo e una presenza scenica che ha resistito per oltre due decenni, i Syrgjyn rimangono una delle band più longeve e rispettate del loro genere.
Il loro impegno nel promuovere la propria musica oltre i confini nazionali conferma la loro missione di non essere solo una band, ma dei veri e propri ambasciatori del death metal albanese nel mondo.
Aten: Il Tuono Death Metal
Dalle viscere di Tirana emerge un’onda d’urto nel panorama del death metal: gli Aten. Questa band è nata dalla passione viscerale dei suoi membri per il sound più crudo e implacabile del genere. Il loro nome, Aten (o Aton), rende omaggio all’antico dio egizio del sole, un richiamo potente che allude forse alla loro intenzione di “illuminare” la scena con la loro brutalità sonora.
Con l’obiettivo di riversare oscurità e potenza nella scena metal balcanica, gli Aten si sono rapidamente affermati come una delle realtà più promettenti dell’Albania. La formazione attuale vede Baltion (Urtar, ex-Nihil) a voce e basso, Bes (Morgu, ex-Gverr, Medaur, Vislig) alla batteria, Enea (Morgu, Nihil, ex-Gverr, Labyrinth) a chitarra e voce, e Atris a chitarra e voce.
Ciò che rende gli Aten unici è la loro capacità di fondere la ferocia del death metal classico con sfumature moderne e una meticolosa attenzione alla composizione. Ogni brano è un’immersione in paesaggi sonori infernali, dove precisione esecutiva e intensità emotiva si fondono in un’esperienza palpabile.
Formatisi nel 2011, Gli Aten hanno all’attivo l’album “Horns of Evil” (2014), l’EP “Stars” (2020) e i singoli “Defeat” e “1000 Lives” (entrambi del 2023). Hanno all’attivo anche una demo non ufficiale, “Mental Confusion”, con i brani “At Least Escape”, “No Command” e “Shine as Aten”.
Il 2023 ha segnato un’importante progressione con i due nuovi singoli, che hanno consolidato la loro reputazione e offerto un assaggio del loro inarrestabile sviluppo sonoro. La produzione delle loro registrazioni è un vero punto di forza: un sound potente e nitido che esalta ogni strumento, permettendo al muro sonoro degli Aten di travolgere l’ascoltatore con tutta la sua forza.
Se cercate una band che incarna lo spirito più autentico e brutale del death metal, gli Aten di Tirana meritano assolutamente un ascolto.
Vislig: L’Anima Funerea del Doom/Death Metal
Nati a Tirana, in Albania, i Vislig sono un duo Doom/Death metal che ha fatto il suo ingresso nella scena musicale nel 2012. Il progetto è frutto dell’incontro tra Atris e Lorenc, due musicisti con la missione di creare un sound distintivo e innovativo nel panorama metal albanese.
La particolarità dei Vislig risiede nella loro profonda connessione con il folklore albanese, che non è solo una fonte di ispirazione per i testi e l’ideologia del gruppo, ma ne plasma anche l’intera estetica musicale. Questa fusione tra sonorità cupe e tradizioni antiche dona alla loro musica un’aura unica e affascinante. Atris è il compositore e la mente creativa dietro ogni brano, mentre Lorenc dà voce a queste narrazioni, occupandosi della stesura dei testi.
Nel 2023, i Vislig hanno segnato il loro debutto discografico con l’album “Kremtet e motmortit” (tradotto come “Feste Mortuarie”). L’album è una perfetta incarnazione del loro stile: un Doom metal opprimente, caratterizzato da riff profondi, pesanti e un’atmosfera densa e oscura. L’esperienza pregressa di Atris, maturata in band di rilievo come gli Urtar e i leggendari Gverr, è palpabile. Le sue abilità tecniche emergono in ogni traccia, con le chitarre che si impongono come il fulcro sonoro della band.
Per chi desidera immergersi nel mondo dei Vislig, un ottimo punto di partenza è l’ascolto di “Lebetia” e “Kobniri”. Questi due brani, tra i più pesanti dell’album, rappresentano al meglio l’essenza del loro sound: un’atmosfera sinistra e avvolgente che cattura l’ascoltatore, offrendo un’autentica esperienza di Doom metal.
Morgu: Progressive Death/Doom Metal
I Morgu si sono affermati come una realtà di spicco nel panorama del Progressive Death/Doom Metal in Albania, portando una ventata di freschezza e innovazione nella scena metal locale. La loro unicità risiede nella fusione di talenti provenienti da diverse band iconiche del metal estremo albanese, tra cui Crossbones, Aten, Nihil e Anbar. Questa sinergia di esperienze e stili ha dato vita a un progetto musicale maturo e multiforme fin dalle sue origini.
La formazione è composta da musicisti di grande esperienza e carisma: Edvald Alikaj alla voce, Dario Meci e Ben Turku alle chitarre, Andi Proda al basso, Delar Turku alle tastiere e Bes alla batteria. Ognuno di loro contribuisce con la propria visione e background sonoro, creando un sound coeso ma incredibilmente stratificato.
Il loro ultimo album, “Oceangrave”, rappresenta la massima espressione di questa identità musicale. Il disco è un’opera profondamente diversificata e ricca di sfumature, che esplora territori sonori che vanno dal doom più classico a paesaggi sonori atmosferici e suggestivi, fino a incursioni nel post-metal. Un viaggio sonoro che cattura l’ascoltatore e lo guida attraverso emozionanti e complesse trame musicali.
Nonostante la loro relativa giovane storia, i Morgu hanno già dimostrato una notevole produttività. Nel 2022 hanno pubblicato ben cinque singoli: “Canto III”, “The Unresting”, “Unearthly Altitudes”, “I” e “The Discipline of Suffering”, guadagnandosi rapidamente un seguito di appassionati. A ulteriore testimonianza della loro incessante attività, nel 2024 è stata rilasciata la demo di “The Discipline of Suffering”, consolidando ulteriormente la loro posizione come una delle band più promettenti e attive del genere.
Muzgart: Una One-Man Band Prog Metal
Nell’universo del progressive rock, i Muzgart si distinguono come un progetto affascinante e singolare. Attiva dal 2000, questa one-man band capitanata da Miril Bicolli ha costruito un proprio spazio grazie a uno stile musicale complesso e profondamente coinvolgente. Sebbene la sua discografia non sia vasta, ha lasciato un segno indelebile: l’album di debutto “Image of God” e il successivo EP “WWII” del 2023 sono tappe fondamentali del suo percorso artistico.
Il cuore del progetto Muzgart risiede in una fusione peculiare di influenze che spaziano dal progressive rock al metal. Il loro sound è stato spesso descritto come surreale e potente, una combinazione equilibrata tra l’aggressività e la tecnica dell’heavy metal e le atmosfere sperimentali e complesse del rock progressivo. Questa amalgama si manifesta in brani che alternano con maestria passaggi suggestivi e ricchi di dettagli a sezioni più dirette e pesanti, dominate da riff incisivi.
La musica di Muzgart non è solo una sequenza di note, ma un vero e proprio viaggio sonoro che esplora profondità emotive e complessità strutturali, mantenendo sempre un’identità forte e immediatamente riconoscibile.
Bloody Skies: La Rinascita dei Veterani del Metal Albanese
I Bloody Skies, storica band albanese di Melodic Black/Death Metal, non sono una semplice formazione musicale, ma una vera e propria istituzione nella scena underground del paese. Fondati nel 1995, i Bloody Skies hanno trascorso decenni nell’ombra, costruendo pazientemente una solida reputazione come una figura di culto tra gli appassionati del metal estremo in Albania. La loro lunga esistenza, pur con un profilo basso, ha permesso loro di maturare un suono distintivo e di diventare un punto di riferimento per la scena locale.
Dopo un lungo periodo di inattività discografica, la band ha segnato un’importante svolta nel 2021. La pubblicazione di una demo ha rappresentato un segnale forte e chiaro, riaccendendo l’interesse dei fan e attirando l’attenzione di una nuova generazione di ascoltatori. Questo ritorno è stato poi definitivamente consolidato nel 2022 con il singolo “The Violation of a Modern Human”. Questo brano non è stato solo un’affermazione decisa della loro identità musicale, ma un vero e proprio manifesto della loro rinascita.
Oggi, i Bloody Skies operano come duo. Olsi Miftari alle chitarre e Elsi Dyrmishi alla voce rappresentano il cuore pulsante della band, un’alchimia artistica che consente al loro sound di evolversi mantenendo una profonda fedeltà alle proprie radici. Le chitarre melodiche e taglienti si fondono con le potenti voci estreme, creando un mix di brutalità e atmosfera che è il marchio di fabbrica del loro genere. Con questo nuovo slancio e una rinnovata energia, i Bloody Skies non sono più solo un nome della scena underground, ma una realtà affascinante e pronta a lasciare il proprio segno anche nel panorama metal internazionale, portando avanti l’eredità di una delle band più iconiche dell’Albania.
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Nihil: L’Essenza del Black Metal
I Nihil rappresentano un punto di riferimento per il Black Metal albanese. Fondati nel novembre del 2009 da Lord Natesai, la band ha consolidato nel tempo un’identità sonora cruda e intransigente, rimanendo fedele ai canoni più ortodossi del genere.
Nonostante l’esordio tardivo, la loro attività è stata intensa fin dagli inizi. Il primo lavoro, la demo “Unierr”, è stata pubblicata nel 2010, seguita nel 2012 dalla seconda demo, “Willingness of Strength”. Entrambi i lavori hanno gettato le basi per il sound distintivo del gruppo. La loro presenza si è poi estesa oltre i confini del proprio progetto: nel 2013, i Nihil hanno contribuito allo split album “Abysses of Torments Vol. 2” con i brani “Macabre Ruins” e “Mejllmezeza“, condividendo la pubblicazione con altre band come Invisvm e Darker Mysteria. L’anno successivo, hanno consolidato la loro reputazione con l’EP “Nihil Nën thundrën e dhunës”, che ha ulteriormente definito la loro direzione musicale.
La line-up dei Nihil è stata caratterizzata da diverse fasi, ma ha mantenuto nel tempo un nucleo solido. La formazione vede Lord Natesai (ex-Natfron, ex-Vislig) alla voce dal 2009 al 2017 e successivamente anche al basso, Frozen e Labyrinth (Morgu, ex-Gverr, Labyrinth) alle chitarre, e Ophion alla batteria. Questa combinazione di talenti ha permesso ai Nihil di esplorare le sfumature più oscure e aggressive del black metal, guadagnando un rispetto duraturo all’interno della scena underground albanese.

I Terror System sono una band Thrash Metal e Crossover formatasi nel 2019 che, nonostante le difficoltà, ha mantenuto un’incrollabile dedizione alla propria visione artistica. La loro missione è produrre musica di alta qualità con testi significativi, che offrano un messaggio di speranza e conforto in un’epoca segnata da complesse sfide sociali. La formazione attuale vede Ergys alla voce, Angelo alla chitarra, Igli al basso e Pol alla batteria.
Nel 2020, la band ha fatto il suo ingresso sulla scena con l’album di debutto, “Bringing Back the Old Ways”. L’opera si distingue per un sound potente e aggressivo, unito a sonorità pesanti che non tradiscono le radici del thrash. Ciò che rende l’album particolarmente unico è l’audace integrazione di elementi provenienti da diversi sottogeneri del metal. Questo approccio ha permesso ai Terror System di superare le barriere di genere, creando un lavoro di notevole profondità e originalità che è allo stesso tempo un omaggio al passato e un’esplorazione coraggiosa di nuove direzioni sonore.
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Finora, il nostro focus si è concentrato sulle band che, sebbene con ritmi e attività variabili, sono ancora una presenza viva nel panorama musicale. Tuttavia, per comprendere appieno l’evoluzione della scena metal albanese, è fondamentale rivolgere lo sguardo al passato e riconoscere il contributo di quei gruppi che, pur essendosi sciolti, hanno lasciato un’eredità indelebile.
Gverr: Un Capitolo Fondamentale del Progressive Death Metal
I Gverr, formatisi a Tirana nel 2007, non sono stati solo una band, ma un vero e proprio pioniere nel panorama del metal estremo albanese. Sebbene il loro periodo di attività sia stato relativamente breve, il loro sound innovativo, una fusione di progressive metal e death metal, ha segnato un punto di svolta per la scena locale. Questa audace combinazione di brutalità sonora e complessità strutturale ha gettato le fondamenta per lo sviluppo di generi più sofisticati e tecnicamente avanzati in Albania.
L’eredità dei Gverr si concentra nel loro unico album, “Failed Philosophy”. Questo lavoro non è stato solo un debutto, ma una dichiarazione d’intenti che ha cementato la loro reputazione e li ha resi una colonna portante per lo sviluppo di un metal più complesso e progressivo nel paese. L’album ha dimostrato una profonda maturità compositiva, unendo l’aggressività tipica del death metal con arrangiamenti elaborati e atmosfere suggestive. Tra i membri, spicca il contributo di Atris Agora, chitarrista che ha poi continuato a influenzare la scena, prima con gli Urtar e in seguito con il suo progetto Vislig, a testimonianza di come l’eredità dei Gverr abbia continuato a vivere attraverso i suoi ex-componenti.
Nonostante la loro discografia non sia estesa o di facile reperibilità, il contributo dei Gverr è riconosciuto come fondamentale per aver spinto i confini del metal albanese. Hanno dimostrato che era possibile unire l’aggressività del genere con strutture musicali elaborate e complesse, lasciando un segno indelebile nella storia della musica estrema in Albania.
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Centaur: I Pionieri dell’Heavy Rock
I Centaur sono una delle band più storiche e rappresentative della scena heavy rock albanese. Nati a Tirana nei primi anni ’90, il loro percorso artistico non solo ha segnato un’epoca, ma ha anche contribuito a plasmare il sound del rock e del metal in un Paese che stava uscendo da decenni di isolamento.
La prima fase della loro carriera, a metà degli anni ’90, è caratterizzata da sonorità prettamente heavy metal e thrash metal. In un’epoca in cui la musica rock in Albania era ancora in via di definizione, i Centaur si imposero con un approccio energico e aggressivo. Questa fase è immortalata nell’album “Mr. Centaur”, pubblicato nel 1995. Il lavoro è un punto di riferimento per gli appassionati del genere e un’autentica testimonianza della potenza della band. La formazione di quel periodo, che includeva nomi di spicco come Gent Pjetri alla voce, Nertan Molla e Illir Picari alle chitarre, ha gettato le basi per la loro futura evoluzione.
Con il passare degli anni, il sound dei Centaur ha subito una notevole trasformazione. Pur mantenendo un’energia di fondo tipica dell’heavy metal, la band ha iniziato a esplorare melodie più complesse e arrangiamenti più vicini all’hard rock. Questa svolta è stata pienamente espressa nel loro secondo album, ”Asgjë nuk ndryshon”(Non cambia nulla), pubblicato nel 1997 e, di cui, è impossibile reperirne l’artwork. L’evoluzione ha dimostrato la versatilità e la maturità artistica della band, che non ha avuto paura di sperimentare pur rimanendo fedele alle proprie radici rock. Nonostante le sfide che ogni band underground deve affrontare, i Centaur hanno lasciato un’impronta duratura. Sono considerati a tutti gli effetti dei pionieri, non solo per la loro musica, ma anche per aver dimostrato che era possibile creare musica di qualità in Albania. La loro eredità continua a ispirare le nuove generazioni di musicisti, rendendo il nome Centaur un sinonimo di heavy rock di qualità e di passione incrollabile.
Thunder Way: Una storia di Power/Speed Metal
I Thunder Way sono stati un gruppo Power/Speed Metal albanese la cui storia inizia tra il 1988 e il 1992, quando la band era conosciuta con il nome di Megahertz. Nel 1992, in seguito a divergenze musicali interne che portarono alla fuoriuscita del cantante Elton Deda (orientato verso sonorità rock/pop), il gruppo si riformò e assunse il nome di Thunder Way, mantenendolo fino al 1995. Le loro tematiche spaziavano dall’antimilitarismo al fantasy.
Nel 1993, i Thunder Way pubblicarono il loro album di debutto, “The Order Executors”. Un loro brano, “Nothing Else to Try”, fu incluso nella compilation “Warzone I” del 1997, pubblicata dall’etichetta Metal Invader, che presentava anche nomi di spicco della scena internazionale come Impaled Nazarene e Aeternus.
Nel 2011, la casa discografica greca Deathforce Records ha pubblicato una compilation non ufficiale, sempre intitolata “The Order Executors”, in edizione limitata, che includeva brani rari come “Nothing Else To Try” e “Future Punishments”, tratti da una demo del 1993.
Il punto culminante della loro carriera fu raggiunto nel 1995, quando i Thunder Way si aggiudicarono il primo posto al festival Rock albanese, consolidando il loro status di band di culto.
La line-up che ha definito il percorso dei Thunder Way era composta da:
Mit’hat Laro: Basso (1992-1995), chitarre (1992-1995)
Roland Fusha: Batteria (1992-1995)
Bledar Seiko: Chitarre (1992-1995)
Dritan Xheladini: Chitarre (1992-1995)
Alban Laro: Tastiere (1992-1995)
Elton Deda: Voce (1992-1995)
Gjergji Jorgaqi: Voce (1992)
Ethernil: L’Enigmatico One-Man Band del Death Metal
Nel vasto panorama del death metal albanese, gli Ethernil si distinguono come un progetto enigmatico e profondamente intrigante. Nata a Tirana, questa one-man band è l’espressione artistica di un unico e poliedrico musicista, conosciuto con lo pseudonimo di Dissonathor, che si occupa di ogni singolo aspetto creativo, dalla composizione all’esecuzione.
Il debutto ufficiale di Ethernil risale al 2014 con l’uscita dell’EP “Cycle of Decreation“. Questo lavoro non è semplicemente una dimostrazione di abilità tecnica, ma un’opera concettuale profondamente coesa. Le tracce dell’EP si addentrano nell’esplorazione del dualismo archetipico tra creazione e distruzione, temi che il titolo stesso evoca. Attraverso sonorità death metal aggressive e un’atmosfera opprimente, Dissonathor riflette sulla ciclicità dell’esistenza e sulla natura effimera di ogni cosa. “Cycle of Decreation” offre un’esperienza d’ascolto che va oltre la semplice brutalità sonora, consolidando Ethernil come una realtà da tenere d’occhio nella scena underground, capace di attrarre chi cerca un death metal non solo potente, ma anche concettualmente ricco.
Radical Obscurity: Sound ibrido con messaggio impegnato
Sebbene non siano più attivi, i Radical Obscurity rimangono una band di grande rilevanza storica per la scena metal albanese. Attivi dal 1991 al 1998, hanno rappresentato una delle prime espressioni di metal estremo nel paese. La loro eredità, pur essendo racchiusa in un’unica demo, “Stump’s Bar” pubblicata nel 1995, è un documento prezioso che testimonia le radici del movimento.
La formazione era composta da Genti Lako alla voce e chitarra, Bledar Gramo alla batteria e Genti Thanasi al basso. Inizialmente orientati verso il death metal, i Radical Obscurity hanno saputo evolversi, sviluppando un sound ibrido che fondeva con maestria elementi di crossover, thrash e groove metal. A distinguere il gruppo era anche la profondità dei loro testi, che si concentravano su questioni sociali e sulla critica della violenza, un approccio tematico che li elevava al di là della semplice brutalità sonora.
La demo “Stump’s Bar” rimane l’unica testimonianza discografica della loro esistenza e un punto di riferimento obbligato per chi desidera esplorare l’underground metal albanese di quel decennio. Nonostante la breve carriera e la produzione limitata, i Radical Obscurity hanno lasciato un’impronta indelebile, rappresentando un capitolo importante e significativo nella storia della musica estrema in Albania.
Urtar: Un’Eredità di Progressive Death Metal
Nati nel 2007 e scioltisi nel 2016, gli Urtar hanno lasciato un’impronta indelebile nella scena musicale albanese con il loro stile unico di Progressive Death Metal. La band si distingueva per un approccio concettuale e profondo, affrontando tematiche complesse come l’esoterismo, l’esistenzialismo e il caos con una maturità lirica e sonora che li ha resi un punto di riferimento.
L’eredità musicale degli Urtar è racchiusa interamente nel loro unico album, “Existence”. Questo lavoro è riuscito a catturare l’attenzione degli appassionati grazie a un sound che fonde l’aggressività del death metal con un’attitudine progressive. L’album evoca richiami a band storiche come i Morbid Angel, con incursioni che possono ricordare anche gli Immortal e i Borknagar. Oltre ai brani originali, “Existence” includeva una cover del brano “Benzin” dei Rammstein, a testimonianza della versatilità e della capacità della band di spaziare tra generi diversi.
La formazione degli Urtar era composta da Baltion Radi al basso e alla voce, Atris Agora alle chitarre (ex-membro dei leggendari Gverr) e Pol Flloko alla batteria. La loro musica continua a essere un punto di riferimento per gli amanti del genere, rappresentando un capitolo di grande qualità nella storia del metal estremo in Albania.
Urtar Spotify
Pureblood: Un Progetto di Black Metal Controverso
Il progetto musicale Pureblood è stato un’entità solista di black metal, interamente ideata e realizzata da Redi Baraku. In questo progetto, Baraku si è occupato personalmente di testi, basso e voce, proponendo un sound che si distingueva per le sue tematiche controverse e una chiara connotazione ideologica.
La filosofia del progetto si basava su posizioni estreme di nazional-socialismo, espresse in modo esplicito e inequivocabile nella sua unica demo, “Soluksioni final”. Le liriche di Pureblood affrontavano argomenti come la supremazia razziale, l’anticristianesimo e l’anticomunismo.
I titoli dei brani inclusi nella demo riflettono in maniera diretta e trasparente questa visione del mondo:
1. “Soluksioni final” (Soluzioni finali)
2. “Supremacia e races shqiptare” (Supremazia della razza albanese)
3. “Domosdoshmeri te vras nje krisher” (Necessità di uccidere un cristiano)
4. “Duke vrar comunistat” (Annientare i comunisti)