Recensione: La Cerva

Nati dalla collaborazione tra Dani P. (chitarra), Steve Pan (voce) e Stefano D.L. (basso), i La Cerva si apprestano a pubblicare il loro omonimo EP, disponibile sia in digitale che in edizione limitata su CD, mentre sono già al lavoro su un album completo previsto per il 2026.
La band, che vanta la presenza di Daniele Porfido (chitarrista dei Dismal ed ex Dying Awkward Angel), tratteggia atmosfere profondamente malinconiche, richiamando le dinamiche melodie dei Paradise Lost degli anni ’90. L’EP, con i suoi soli tre brani, fonde l’essenza del doom metal britannico con elementi dark e gothic metal, senza tralasciare i richiami al Melodic Black Death contemporaneo.
L’EP si apre con “Cosmic Down”, un pezzo maestoso e malinconico in cui i ruggenti growl di Steve Pan si alternano a suadenti clean vocal. Il brano mantiene la sua pesantezza anche nelle sezioni più veloci, con blast beat devastanti, per poi ritornare a sonorità più fredde.
Segue “New Eclipse”, una composizione più energica e orecchiabile. Qui, le armonie dissonanti creano atmosfere eteree che si contrappongono a una base più grezza e groovy. Le clean vocal aggiungono una dimensione struggente, arricchendo la progressione del brano.
Il gran finale è affidato a “Stardust”, che parte in modo pacato per poi esplodere in una violenza inaspettata e incontrollabile. Questo brano, vero fulcro dell’EP, porta una dimensione inedita al sound della band, pur concedendosi un momento di respiro con un finale pulito e cantato in italiano.
I La Cerva dimostrano di saper combinare magistralmente la malinconia con la brutalità, unendo forza e melodia proprio come i grandi maestri del Melodic Doom/Death. Nonostante le loro radici in un universo Old School, il gruppo riesce a creare un’identità sonora che saprà senza dubbio conquistare il proprio pubblico.