Hard Rock Symphonic

Are You Experienced? – Just Reborn (tutta la band)

Di Andrea Bacigalupo - 25 Febbraio 2022 - 23:31
Are You Experienced? – Just Reborn (tutta la band)

Per la rubrica ‘Are You Experienced?’, dedicata al mondo Underground, parliamo oggi con i Just Reborn, band Campana con un sacco di cose da dire.

 

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it. Raccontateci la vostra storia: chi sono i Just Reborn? Arrivate da esperienze precedenti?

Ciao Andrea, siamo davvero contenti di incontrare te e, attraverso te, tutto il numeroso popolo di Truemetal.it! La Band nasce da una reunion di vecchi amici che dopo alcune esperienze individuali ed un lungo periodo di inattività riscoprono l’emozione di fare musica insieme ed iniziano un percorso comune.

Il nome infatti, non è un caso, è una vera e propria rinascita, un ritornare nel mondo, della musica, si intende.

Voce femminile con impostazione classica, orchestrazioni, molta melodia, ma anche determinazione ed una certa oscurità avvolgente. Come definite il vostro stile?

I Just Reborn non si sono mai voluti imporre un genere né hanno mai pianificato a tavolino il genere da suonare. Proveniamo da diverse esperienze. Monica, con la sua impostazione lirica da soprano e Salvatore, mago delle orchestrazioni, introducono quelle componenti sinfoniche e tendenzialmente gothic, Giangy e Jack ci aggiungono il resto, ovvero rock, un po’ di prog e power…ed ecco i Just Reborn!

Avete alle spalle quattro singoli pubblicati in circa 9 mesi. Parlando di sonorità, quali sono le loro caratteristiche? 

Come dicevamo, ciascuno di noi porta con sé un ingrediente…quando iniziamo il song writing lo facciamo senza avere in testa un’idea ben precisa e lasciamo spazio alla creatività di ciascuno senza porci limiti. Il risultato pertanto è svincolato da qualunque genere musicale prestabilito. Questo a nostro giudizio rende il tutto non prevedibile e scontato pur non mancando delle caratteristiche di base, ovvero quelle tipiche di un Hard Rock classico sul quale si vanno ad innestare le diverse componenti che ciascuno di noi, con i nostri background personali, introduce.

Parlando dei contenuti, so che affrontate temi sociali piuttosto impegnativi, come l’impatto negativo che possono avere i social media (‘Cynical Lies’) e la violenza che subiscono le donne (‘Don’t Hurt my soul’). Come affrontate questi argomenti per poterli trasformare in testi?    

Ahimè sono argomenti molto, troppo attuali e ricorrenti. Oggi giorno ci bombardano di notizie che richiamano temi di questo tipo. il rischio che si corre, tuttavia, è che il messaggio possa sfuggire ai più distratti oppure alla fascia più giovane…abbiamo quindi pensato che, nel nostro piccolo, con i nostri testi, con le immagini rappresentate nei nostri video si possa individuare un altro canale comunicativo, un potente mezzo di trasmissione non tradizionale da destinare ai più giovani e a coloro i quali non amano trascorrere le loro giornate ad ascoltare telegiornali. I testi sono importanti, ma noi pensiamo siano altrettanto importanti le immagini. Investiamo molto nei video e crediamo molto nella capacità di dissuasione prodotta dalle immagini, nell’impatto visivo, nella forza di un messaggio comunicativo “rappresentato in video”. Cynical Lies affronta proprio il tema della “manipolazione dell’informazione” attraverso i Social Media. Oggi pensiamo di essere tutti giornalisti ed un mondo dell’informazione privo di filtri, in cui tutto muove nell’ottica del profitto attraverso la manipolazione, può essere pericoloso…per non parlare della violenza sulle donne, tema che ha riguardato ogni epoca storica ma che oggi assume forme ancor più subdole e pericolose. Ti promettiamo che nei prossimi brani però cercheremo di essere più leggeri e di abbassare un po’ i toni dei contenuti (ridono)…che ne pensi di “donne e motori” (ma anche no! – Ndr)? Ovviamente scherziamo, sarebbe un’occasione persa per trasmettere contenuti importanti.

Veniamo al vostro ultimo pezzo, ‘Brain Fag’, per il quale avete girato anche un video. Parlate di disturbi mentali e depressione, argomenti molto seri (oltre che, purtroppo, sempre più attuali) a dispetto di un titolo che, ad una prima impressione, pare che non lo sia. Cosa mi dite?

Sorridiamo quando parli del titolo del brano: qui torniamo al problema del web che a volte ci offre subito un risultato immediato ma non sempre corrispondente alla realtà! Una traduzione superficiale del titolo produce un risultato inatteso e non voluto (invitiamo tutti a digitare sul motore di ricerca – ridono -). In realtà la parola Fag sta ad indicare “stanco”, “stremato”, “affaticato”…da cui il concetto di depressione, solitudine, stress, mental desease che affrontiamo nel brano.

Su alcune parti del video non ci sono dubbi: un telo che copre una ragazza fino a soffocarla, la fuga, la difficoltà a riemergere. Ditemi, però, cosa vogliono dire la danza scomposta della ragazza affiancata alla danza aggraziata di una ballerina ‘virtuale’, simile ad un’anima ed il volto di un clown molto simile ad un Joker al femminile. E la scacchiera?  

Nel nostro immaginario la danza scomposta della ragazza simboleggia il complesso di tentativi non riusciti che una mente stanca e provata pone in essere…la danzatrice brillante in sovraimpressione rappresenta ciò che vorremmo, così come quella fuori dalla finestra, la danza scomposta della ragazza è ciò che avviene nella realtà…l’impossibilità di riuscire in ciò che vorremmo fino al punto di voler scappare (la donna che corre per le scale) andando sempre più in basso fino a desiderare di tornare ad essere bambini (una bambina compare nel video alla fine della discesa). La scacchiera simboleggia la continua sfida dinanzi alla quale la vita ci pone ed il clown è il nostro nemico, colui che getta nebbia nella nostra mente, siamo noi stessi che non ci riconosciamo più quando siamo in difficoltà ed affaticamento mentale (“Brain Fag” appunto). Il tutto però si chiude con una vena di ottimismo, una porta, una via di uscita che conduce in un luogo soleggiato e quieto…

La melodia e la durezza di ‘Brain Fag’ sono particolarmente incisive nel dare evidenza alla tragicità dell’argomento trattato ed il video è parecchio in sintonia con la musica. Quanto è stato intenso, sotto il profilo emozionale, lavorare a questa canzone? 

Al contrario di quello che si potrebbe immaginare lavorare a Brain Fag per noi è stato naturale come respirare. È vero che si tratta di un argomento angosciante e che l’atmosfera non è certo leggera come quella di un party, ma è anche vero che non abbiamo fatto ricerca per ricostruire qualcosa di artefatto; tutto il brano è scaturito direttamente dal nostro pensiero, senza dover rappresentare quello di altri.  E’ come se quella musica fosse lì da sempre e non aspettasse altro che uscire dalle nostre mani e ovviamente dalla voce di Monica.

E poi… in fondo tutti noi siamo un po’ Brain Fag!

Siete Campani. Come è la scena metal underground della vostra zona? Al di là del momento, si riesce a suonare live dalle vostre parti?

Purtroppo in Campania, come altrove in Italia ed in Europa, i concerti sono ancora difficili da organizzare. Per fortuna c’è molto fermento e voglia di riprenderci quello che la pandemia ci ha tolto (e che paradossalmente nel nostro caso ci ha unito). E’ come se scaldassimo tutti i motori in attesa del verde, che speriamo sia ormai vicino…anzi ne siamo certi!

Quali sono i programmi futuri dei Just Reborn? Ci sarà un album?  

Assolutamente si! Entro l’anno intendiamo riassumere i brani fin qui pubblicati ed altri a cui stiamo già lavorando in un unico Album. Sarà un modo per mettere un punto a quello che potremmo definire il nostro primo ciclo creativo e metterlo finalmente in vetrina, sperando che venga apprezzato. Ovviamente è solo l’inizio. Le idee sono tante e la voglia di fare ancora di più, ma andiamo per step….Svoltato l’angolo e superato finalmente il Covid ci piacerebbe anche proporre finalmente il nostro repertorio dal vivo e stabilire un rapporto più diretto e meno “digitale” con chi da mesi ci segue. Questa è la linfa vitale di quella magia che si chiama emozione.

Chiudiamo qui questa breve chiacchierata e ringraziamo i Just Reborn per il tempo concesso, lasciando a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it.

Grazie a te Andrea e alla redazione ma, consentiteci, un grazie particolare va ai lettori e sostenitori di TrueMetal.it. Lo siamo stati sempre negli ultimi vent’anni ma in questi ultimi due di pandemia è come se fossimo stati tutti ancora più vicini in quella che è la community più dinamica e solida nel nostro campo. La musica ci renderà migliori.