Thrash

Heavy Fucking Metal Pillar: recensione Megadeth (Peace Sells… But Who’s Buying?)

Di Stefano Ricetti - 3 Agosto 2020 - 8:00
Heavy Fucking Metal Pillar: recensione Megadeth (Peace Sells… But Who’s Buying?)

Di seguito la recensione, leggerissimamente rivista in un passaggio, di Peace Sells… But Who’s Buying? dei Megadeth così come uscita originariamente all’interno delle pagine della rivista Rockerilla numero 75 del novembre 1986, a firma Massimo Giannini.

Buona lettura,

Steven Rich

 

MEGADETH

Peace Sells… But Who’s Buying?

Capitol Records

1986

 

I motivi di questa snervante attesa per l’agognato come-back della band dell’ex-METALLICA erano vari:

  • si sarebbero i MEGADETH (come tanti altri gruppi interpreti di duri e grandiosi debutti) ammosciati?
  • come sarebbe stata la dichiarata sfida all’ultimo assolo lanciata a Kirk Hammett?
  • «l’atterraggio» alla major-label Capitol, cosa avrebbe comportato in termini di produzione e/o pressioni commerciali?

A più di un anno di distanza dal pluriosannato Killing is my Business… and Business is Good! il nuovo “Dio” della six-strings risponde con Peace Sells… But Who’s Buying? (titolo azzeccato di questi tempi, così pure il bell’artwork): un disco che risveglia i morti!

Wake up Dead”, prima delle quattro song del lato A, irrompe rivelandosi di grande impatto e di struttura inusitata, ma la complessità delle trame musicali deve ancora sopraggiungere: “The Conjuring” s’impone per la maestosità e varietà dei riff e degli assoli (e qua si risponde alla seconda domanda: Kirk Hammett battuto!), ed ha inoltre il merito di poter essere digerita quasi subito (anche se la voce di Dave è un po’ troppo filtrata per rendere l’idea dell’atmosfera infernale del testo).

La seguente title-track ripercorre la composizione della title-track del debut-album: 3/4 di canzone sono intercalati da un ponte differente dal trascinante e prolungato coro finale (il testo in questione se la prende con gli agnostici, rei di non combinare nulla di buono al mondo solo perché non credono in nulla). Molto buona anche la quarta, “Devils Island”, potente ed originale.

La seconda side s’apre anch’essa alla grande con l’intricatissima “Good Mourning/Black Friday”, davvero indigesta per chi è abituato ad ingurgitare solo canzoni dal refrain semplice e facile da ricordare: è un capolavoro di puro heavy metal.

Bad Omen” risponde al primo quesito (anche se già “Wake up Dead” e “The Conjuring” avevano fugato tutti i dubbi): dopo una intro arpeggiata ed una parte tranquilla esplode in una poderosa thrash track; dimenticavo, stupenda!

Come in Killing is my Business… and Business is Good! con l’intelligente versione di “These Boots”, Mr. Dave ci delizia anche stavolta con una cover (ovviamente rivisitata e ripotenziata, e come!): “I Ain’t Superstitious”, la canzone che Mustaine avrebbe voluto far cantare a Cronos per dewimpizzarla!

Ma dopo aver ascoltato la parte finale mozzafiato ci si rende conto che un innesto vocale così categorico non era necessario… Chiudo dando risposta al terzo quiz: produzione e registrazione sono di elevata qualità e mancano elasticizzazioni conseguenti a pressioni commerciali. E poi come avrebbero potuto tradire? E già, come?

MASSIMO GIANNINI

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

 

Elenco – con link incorporato – delle puntate precedenti:

 

CIRITH UNGOL (Frost & Fire)

DEATH SS (…In Death of Steve Sylvester)

HEAVY LOAD (Death Or Glory)

MANOWAR (Battle Hymns)

SAXON (Strong Arm Of The Law)

JUDAS PRIEST (Unleashed In The East)

IRON MAIDEN (Iron Maiden)

METALLICA (Ride The Lightning)

MOTORHEAD (Ace Of Spades)

MOTLEY CRUE (Too Fast For Love)

VIRGIN STEELE (Noble Savage)

RIOT (Fire Down Under)

RUNNING WILD (Gates To Purgatory)

WARLORD (Deliver Us)

SWORD (Metalized)

MERCYFUL FATE (Melissa)

SLAYER (Reign In Blood)

BATHORY (The Return……)

POSSESSED (Seven Churches)