Recensione libro: Il Sepolcro di Eddie (Iron Maiden)
Il Sepolcro di Eddie
di Antonio Biggio
330 pagine
EAN: 9791280553539
16 Euro
L’anno scorso vide la luce Eddie Deve Morire (qui recensione), un libro scritto da Antonio Biggio che narrava di trame oscure da parte di una specie di setta nei confronti degli Iron Maiden. L’ambientazione e il periodo erano quelli della Londra del 1982, con sullo sfondo il mitico Hammersmith Odeon.
L’opera, griffata Blitos Edizioni, si chiudeva con un finale totalmente aperto e più di un mistero rimasto sospeso, cosa che lasciava presagire un sequel, che infatti è puntualmente arrivato, ufficialmente a partire dal 3 settembre scorso in libreria e sui principali store del web.
Intitolato Il Sepolcro di Eddie, consta di 330 pagine e vede come protagonista ancora una volta il solo apparentemente scalcagnato ispettore Briggs, aspirante musicista e mega fan degli Iron Maiden, alle prese con una sordida macchinazione ai danni della propria band preferita, mentre nel mondo imperversa la guerra fredda della prima metà degli anni Ottanta, con tutti i cliché che richiede: tradimenti, omicidi, doppi giochi, minacce, rappresaglie, infiltrati, sparatorie, scienziati contesi, documenti di fondamentale importanza per le sorti del pianeta e, ovviamente, la belloccia di turno che sguazza fra un illuso e l’altro, conducendo a proprio modo le danze. Ad accompagnare le varie, rocambolesche vicende, riportate con la stessa tecnica letteraria messa in atto per il primo libro, la strisciante influenza della congrega che ne costituì il dominus.
Totalmente all’opposto di quanto accade in occasione delle biografie, nelle quali “si sa già come va a finire…”, non è funzione della recensione su queste pagine web a sfondo nero rivelare ulteriori particolari, dal momento che la trama si regge da sola e trattasi di opera sgorgata dalla fervida fantasia dell’autore, che merita un inciso. Biggio, infatti, molto probabilmente sulla spinta dei meritati Osanna ricevuti susseguentemente all’uscita di Eddie Deve Morire, su questo libro dalla copertina ispirata all’Egitto si lascia bonariamente prendere un po’ la mano, enfatizzando oltremodo fatti e personaggi, rendendo il tutto molto più “americano” che non europeo. Largo quindi agli effetti speciali che inevitabilmente mettono un poco in ombra il pragmatismo di fondo che comunque, val la pena sottolineare, costituisce il reale fil rouge dell’intera vicenda, tanto quanto la scrittura di un album ispirato alle piramidi e al loro corollario da parte di una carta band inglese, la cui vita è perennemente in pericolo.
Così come accaduto per il primo tomo, anche Il Sepolcro di Eddie si conclude con una intrigante nuova sospensiva, benché la storia principale giunga al suo naturale epilogo, come è giusto che sia.
Stefano “Steven Rich” Ricetti