Heavy

Recensione Libro: Paul Di’Anno – Iron Maiden (La Bestia)

Di Stefano Ricetti - 17 Novembre 2015 - 12:30
Recensione Libro: Paul Di’Anno – Iron Maiden (La Bestia)

La Bestia

di Paul Di’Anno

250 pagine

Chinaski Edizioni

2015

18 Euro

 

La Bestia, ossia la versione in lingua italiana del libro The Beast, già edito da John Blake Publishing Ltd nel 2010, vede la luce per la casa editrice Chinaski Edizioni in questo ultimo scorcio del 2015 grazie all’opera di traduzione operata da Sara Boero. Mai titolo di volume poteva essere più azzeccato di questo per raccontare le gesta, artistiche e non, di Paul Andrews, meglio conosciuto come Paul Di’Anno passato, al crepuscolo degli anni Settanta, dalle non memorabili strade di Walthamstow (nelle vicinanze di Londra) alle cronache a 24 carati del rock mondiale per essere stato il cantante degli Iron Maiden – per molti la più grande band heavy metal della storia – sui primi due album della loro carriera: il debutto omonimo, del 1980 e il successivo Killers dell’anno dopo.

Personaggio discusso, il Nostro, il tipico che o si ama o si odia, il cui ambiente vitale usuale è rappresentato dall’eccesso in tutte le sue forme. Uno che si è sposato ufficialmente tre volte e che, sempre ufficialmente, ha sei figli ma, come lui stesso ammette, potrebbero essercene in giro anche altri, disseminati per il mondo. Pur non essendo un Adone, Paul ha castigato più di duemila femmine – e il dato si riferisce a qualche anno fa – e all’interno del libro descrive nei minimi particolari molti dei suoi incontri con il gentil sesso, siano essi stati consumati nella suite di un Hotel a cinque stelle piuttosto che in un viuzza buia al freddo e al gelo, con la “fortunata” schiacciata contro un muro mentre Di’Anno la soddisfa con veemenza.

Dopo essersi sciroppati le 250 pagine del libro definire l’ex singer degli Iron Maiden un sopravvissuto agli stravizi di una vita perennemente votata all’azzardo appare quasi riduttivo. Con una verve che talvolta pare incredibile lo stesso autore riesce a sdrammatizzare situazioni al limite, ove gli ingredienti principali sono sempre gli stessi: alcool a fiumi e montagne di cocaina, ovvero il combustibile naturale con il quale Di’Anno si dà poi al sesso – per la maggior parete dei casi estremo – e alle risse, due componenti imprescindibili del vissuto del Nostro.

Tanto per intenderci, Il trip durante la lettura di La Bestia assume la stessa cifra emotiva, anche se con meno classe, di quello espresso da altri due capolavori dell’eccesso heavy rock: The Dirt ed The Heroin Diaries. Il linguaggio utilizzato non permette alcun fraintendimento, è tagliente e diretto come il carattere dello stesso autore che, ben lungi dall’assolversi, ammette di aver commesso una quantità incredibile di errori nella propria vita ma altresì probabilmente con cambierebbe nulla di essa, per via del suo istinto animalesco che quello è e quello rimane. Una “bestia” ingestibile che si alimenta a bottiglie di Jack Daniel’s e che, ancora oggi, nonostante le diverse primavere pendenti sul groppone tatuato del “buon” Paul, non arretra di un centimetro. Gli animali, si sa, sono dei “puri” e a Suo modo anche l’uomo nato a Chingfort il 17 maggio del 1958 lo è e lo è stato. Non a caso, infatti, tutt’oggi esiste una corrente di pensiero che vanta ancora un discreto numero di aficionados, per la quale Paul Di’Anno (qui sua intervista del 1980) rimane IL CANTANTE degli Iron Maiden. L’entrata del talentuoso Bruce Dickinson infatti, coincise con il cambiamento della band, che divenne sempre più radicale negli anni, verso una cosa totalmente diversa da quella che era agli inizi.

Per certi versi stupisce leggere che uno come Paul, che solitamente ama far parlare pugni e schiaffoni ancor prima di aprir bocca, talvolta analizzi con spirito analitico gli avvenimenti passati che hanno segnato la sua esistenza, mettendo in campo un’umiltà e un’obiettività di fondo insperate. Le vicende legate al prima, durante e dopo Iron Maiden sono di parte, certo, ma mai faziose, rendendo oltremodo interessante la lettura del libro. In mezzo a tutto questo, fra una chiazza di vomito freddo e una defecazione in una cassettiera, The Beast “regala” una dose industriale di aneddoti senza censura, pari alla quantità di cocaina che s’è sparato nelle narici l’autore. Il capitolo finale, dal titolo Cosa dicono di lui riporta le impressioni sul personaggio protagonista da parte di alcuni addetti ai lavori: Dennis Stratton, Clive Burr (purtroppo mancato nel 2013) e molti altri fra i quali compaiono anche quelli che che hanno voluto dire la loro ma in forma anonima. L’opera si completa di un inserto fotografico in bianco e nero di otto pagine, con Paul ritratto da bimbo e da “bestia” quale si autodefinisce oggi.      

La Bestia è lettura per palati forti ma imperdibile, che di certo non contribuirà ad avvicinare le posizioni delle folte schiere dei detrattori del primo cantante degli Iron Maiden con chi invece lo considera con simpatia e rispetto. Un libro perfettamente in linea con il personaggio, insomma.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti     

 

 

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