Heavy Thrash

Intervista Frustration (tutta la band)

Di Andrea Bacigalupo - 28 Aprile 2021 - 8:30
Intervista Frustration (tutta la band)

 

The Dead City’ è talmente interessante da far venire voglia di conoscere i suoi esecutori. E’ per questo che abbiamo fatto una chiacchierata con i molisani Frustration.

Ciao Ragazzi, benvenuti sulla pagine di TrueMetal.it.

Allora, sono passati quasi sette anni dal debutto discografico (‘Humanity Through the Madness’ del 2014). Cosa hanno fatto i Frustration in questo periodo?

Ciao un saluto a tutto lo staff di TrueMetal.it e un grazie per lo spazio e il tempo che ci avete dedicato …

Siamo stati molto impegnati tra lavoro, altri progetti e il susseguirsi di vari problemi che caratterizzano anche questo periodo, ma teniamo duro,
siamo tornati con una nuova lineup, un nuovo sound in continuo cambiamento e una grande voglia di fare e di sfornare materiale nuovo, abbiamo già pronte diverse novità che quanto prima inizieremo a svelare … quindi stay tuned!

 

Nella vostra biografia ho letto che provenite da varie band di Metal Estremo; Thrash, Death, Grind… cosa intendete, potete essere più specifici?
Si, ogni membro della band proviene da altri gruppi e progetti musicali, i Frustration sono nati per questo… una sorta di sfogo, una ribellione al classico stile, al “suonare quel genere”, la difficoltà nell’etichettarci che anche noi abbiamo ci diverte, nel progetto inseriamo tutto quello che, per un motivo o l’altro, non abbiamo mai portato live o infilato in altre band, ovviamente è presente anche l’influenza che nel tempo il nostro percorso musicale ha creato, diciamo è una piccola sfida con noi stessi che ci permette di sviluppare musica e stati d’animo spesso anche sconnessi tra loro…

 

Com’è venuto fuori il vostro sound, che unisce più elementi anche contrapposti, come la pesantezza e l’articolazione dello Stoner all’immediatezza e alla strafottenza del Punk.

Continuando sulle righe della precedente domanda, cercavamo comunque qualcosa d’immediato e diretto, qualcosa che puntasse principalmente sull’impatto live, quindi i pezzi dovevano suonare immediati, diretti e senza troppi fronzoli o perdite di attenzione, cosi è nato il primo lavoro ‘Humanity Through The Madness’ e con la stessa idea siamo passati a ‘The Dead City’, mantenendo lo stesso spirito solo con una chiave diversa.

‘The Dead City’ è il vostro nuovo album, edito da Nova Era Records e distribuito da Febbraio 2021. Come è nato e quali sono le differenze con il precedente e già citato ‘Humanity Through the Madness’.

‘The Dead City’ è nato da una calma apparente che ci portavamo dentro da qualche tempo e dal decadimento mentale che vediamo in giro, ecco perché è sicuramente meno estremo del predecessore, con venature più rock stoner e un sound più pulito, ma comunque mantiene il concetto di fondere vari generi che si articolano di traccia in traccia come ‘Humanity Through The Madness’, dove ogni pezzo ha una sua predominante.

 

Parliamo dei testi, da quel che ho percepito ascoltando ‘The Dead City’, ugualmente importanti rispetto alle musiche ed assolutamente non banali: che temi trattano i Frustration (non direi di draghi e cavalieri)? In particolare, cosa ci volete dire con ‘Good Guy’ e di cosa parla ‘Memories’?

Più che “draghi e cavalieri” direi “conigli mannari” e demoni che lottano costantemente con le paure, i desideri più strani, i pensieri e i comportamenti dei cari esseri umani.

In ‘Good Guy’ incitiamo le persone a svegliarsi ad esser artefici pienamente della propria vita e del proprio destino senza perire sotto un sistema marcio che rende stupidi e schiavi, bisogna lottare e agire! Non attendere …

Memories’ è la conseguenza del precedente testo, parla dei sogni e delle speranze che ognuno di noi ha ormai perso lasciando solo un ricordo che nel tempo svanisce…

 

Come nasce un brano dei Frustration?

Per la composizione dei brani principalmente se ne occupa Hirpus, che butta giù la base del pezzo e le linee di tutti gli strumenti, successivamente la band aggiunge le proprie idee e in base a quello che esprime il tutto, viene creato il testo. Ogni cosa viene fatta nella massima naturalezza senza forzare troppo la mano, se un’idea non risulta spontanea o non funziona subito, viene cestinata, i pezzi devono nascere ed evolversi con naturalezza.

 

Avete pubblicato il video di ‘The Mountain Ghost’, che vede anche la partecipazione delle  “Starlets Majorettes ”. Parlateci un po’ della storia che racconta e di come è stato girarlo.

La storia inizia con un fantasma (lo spirito della montagna) che si aggira intorno ad una casetta di campagna nella quale quattro musicisti sono intenti a comporre il loro disco.

Da uno dei più classici prodotti tipici Molisani, un normalissimo caciocavallo, che viene stregato, si sviluppano le più assurde vicende che vedono protagonisti vari personaggi frutto di allucinazioni e incubi dei ragazzi, allegramente inconsapevoli di ciò che li aspetta. Tra le varie visioni troviamo le Starlets, un’avvenente venditrice di aspirapolveri, una strana vecchietta e un simpatico organettista che stravolgeranno i programmi della band.
Girare il video è stato divertentissimo tra l’alternanza delle riprese e delle vicende dietro le quinte, il tutto reso possibile dalla collaborazione di cari amici che si sono resi subito disponibili per realizzare la nostra idea e che calorosamente ringraziamo.

A quali pezzi partecipano Marcelo Alves e Emilio Dattolo?

Marcelo ha partecipato al solo della title track ’The Dead City’, mentre Emilio alla traccia di basso della bonus track ‘Diddling’.

Cogliamo l’occasione per ringraziarli nuovamente.

 

In ‘Good Guy’ ho percepito una certa influenza dei Venom. Mi sbaglio?

Possibile ora che mi ci fai pensare … Quando si parla di grandi gruppi anche involontariamente capita sempre che ci sia la loro influenza dopo tanti anni di ascolto, ma direttamente per la composizione cerchiamo di evitare queste influenze, più che altro proviamo a farci incuriosire da generi completamente diversi spesso lontani anche dal Metal …

 

Mi ha colpito lo stile degli assoli, che escono in modo non troppo invasivo dalla ritmica. Cosa ci dite?

Ottimo, infatti, è proprio quello che vogliamo, il nostro intento è cercare un certo equilibrio costante tra strumenti, voci e le parti di ogni pezzo, nel sound dei Frustration i soli saranno sempre molto contenuti e dosati dove necessario.

 

Cosa descrive la cover dell’album?

Descrive lo stesso concetto sviluppato nei testi, una continua lotta e analisi di noi stessi, mettendo a nudo i lati più nascosti, analizzando il disagio e lo stato d’animo dell’uomo nel suo insieme, criticandone vizi e difetti.

 

Parlateci della resa dei vostri brani dal vivo (visto il particolare momento cerchiamo almeno di immaginarcela).

Come dicevamo sono stati sviluppati proprio per rendere al meglio in sede live che ovviamente ci manca moltissimo. Abbiamo vissuto belle esperienze e un ottimo riscontro con i pezzi del primo disco, ora speriamo quanto prima di poter proporre ‘The Dead City’ e anche del nuovo materiale su cui stiamo già lavorando, è un periodo molto produttivo per la band quindi aspettatevi presto delle news…

 

Come Frustration siete in giro da quasi otto anni, ma lo eravate già da prima con altre band. Cosa sta cambiando nel movimento del Metal Italiano? La nostra scena sta evolvendo oppure è in fase stagnante?

Che dire, dal nostro punto di vista siamo sempre stati degli accesi sostenitori della scena metal italiana, vediamo il movimento molto più compatto sia nella produzione sia nella divulgazione dei vari generi metal, ed è in fase evolutiva sotto tanti punti di vista. Anche nel periodo del covid19 le band italiane hanno prodotto tanti ottimi progetti, ora aspettiamo solo di tornare presto a sfondarci ai live e che, anche le band underground possano avere più spazio e visibilità.

 

La chiacchierata purtroppo termina qui, ringraziamo i Frustration e lasciamo a loro i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie.

Grazie a voi! Un saluto a tutto lo staff ed ai lettori di TrueMetal.it dai Frustration. Extreme Rolling!

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