Progressive

Intervista Nine Skies (Anne-Claire Rallo)

Di Andrea Bacigalupo - 29 Marzo 2022 - 14:43
Intervista Nine Skies (Anne-Claire Rallo)

Un piacevole scambio di battute con Anne-Claire Rallo, tastierista e fondatrice dei Nine Skies, band prog rock francese che ha colpito con l’ottimo “5:20”, (del quale potete trovare la recensione cliccando qui ) riproposto in edizione speciale il 2 Maggio.

Intervista a cura di Matteo Bevilacqua

Ciao Anne-Claire, benvenuta su Truemetal.it! Vuoi darci una presentazione di ciò che sono Nine Skies ?

Ciao, e grazie per lo spazio! I Nine Skies sono un gruppo di rock progressivo dalle molte influenze: rock, pop, progressive, jazz… ogni membro del gruppo porta il proprio background, quindi questo è un mix di vari stili, ma siamo considerati soprattutto un gruppo prog. Il progetto è iniziato con me ed Eric Bouillette (chitarre/ tastiere) anni fa, ed era più sperimentale/metal. Poi, i nostri attuali compagni si sono uniti a noi e siamo diventati la band che conoscete oggi. Il nostro album di debutto “Return Home” è uscito il 30 novembre 2017 – seguito da un’edizione speciale il 15 settembre 2018.

Puoi parlarci del significato del nome della band?

Mi dispiace deluderti, ma ad essere onesti, non c’è un significato specifico. Abbiamo solo pensato che suonasse bene. Tuttavia, ho cercato il significato del numero 9 e potremmo trovare un sacco di spiegazioni se vogliamo, anche bibliche !

La vostra discografia comincia a diventare interessante: 3 album in studio e un album dal vivo. Guardando indietro, come valutate il vostro percorso di questi ultimi anni?

Amiamo ogni album che abbiamo pubblicato, perché siamo sempre sinceri nel nostro processo di creazione. Ognuno di questi album è davvero diverso e sono esperienze diverse da vivere, ma allo stesso tempo abbiamo sempre mantenuto la nostra identità. Penso che anche noi stiamo ancora imparando (sempre!) e possiamo notare l’evoluzione nel processo di registrazione ma anche nel suono.

Parlaci del vostro ultimo album “5:20”. Prima di tutto, lasciatemi dire che sono rimasto davvero impressionato da questo lavoro, sia in termini di composizione che di esecuzione.

Grazie mille. Devo dire che siamo molto soddisfatti di questo album. Achraf El Asraoui si è unito a noi alla voce e alla chitarra e le sue idee hanno portato molto alla band. Ha composto insieme ad Alexandre Lamia ed Eric, e secondo me i tre sono davvero una buona combinazione.

Dopo la nostra seconda uscita “Sweetheart Grips“, abbiamo deciso di fare un album acustico.

Cath Lubatti e Lilian Jaumotte hanno registrato il violino, la viola e il violoncello e il tutto suona meravigliosamente! Quest’opera acustica e molto intima ci porta in un viaggio utilizzando il fascino incantato del quartetto d’archi, dalle melodie accattivanti alle sfumature misteriose e più introspettive dell’album.

Ci parli un po’ della Special Edition che vedo pubblicizzata sui vostri profili?

Grazie a FTF-Music, un’edizione speciale CD+DVD uscirà il 2 maggio. Ci sono 5 bonus tracks sul CD: 2 live (‘Porcelain Hill‘ e ‘Wilderness‘) e 3 esclusive versioni orchestrali di ‘Catharsis‘, ‘Return Home‘ e ‘Burn my Brain‘, con Basma El Hamraoui alla voce. Nel DVD, ci sono 2 video livestream e il documentario sulla registrazione dell’album. C’è anche un artwork alternativo e un libretto di 12 pagine.

Cosa ti ha ispirato per il titolo e la copertina dell’album?

Questa meravigliosa copertina è un dipinto di un grande artista chiamato Michael Cheval. Amiamo i suoi lavori e siamo stati fortunati da ottenere il suo permesso di usarne uno come copertina. Naturalmente, questo quadro è pieno di significati, che possono essere colti specialmente durante i tempi strani che stiamo vivendo … ognuno sarà in grado di creare rapidamente la propria interpretazione.

Per quanto riguarda il titolo, ancora una volta, nessun significato biblico, anche se sono sicura che potremmo facilmente crearne uno!

È più una specie di scherzo interno alla band: Bernard Hery, che suonava il basso nella band in quel periodo, era sempre in ritardo. Dovevamo partire molto presto per suonare al festival Prog en Beauce e gli abbiamo detto che saremmo partiti senza di lui se era in ritardo. Era il primo, pronto, alle 5.20 del mattino! Poi gli abbiamo fatto la promessa di intitolare così il prossimo album dopo questo miracolo…

Ok, non è proprio la risposta che mi aspettavo. Mi piace! Tornando all’album, quali sono gli argomenti trattati? Vogliamo prendere qualche esempio da alcune delle vostre canzoni?

A differenza dei primi due album, “5.20” non è un concept album. Ci piace definirlo un insieme onirico. La poesia personale di questo album ha lo scopo di evocare nell’ascoltatore un sogno oltre i vari orizzonti.

Ogni momento suggerisce una riflessione sia su un contesto universalmente umano che sulla parte emotiva specifica di tutti noi. Si tratta di concetti universali e sentimenti umani: speranza, morte, sogni, amore, solitudine, l’assurdità della nostra esistenza e al contempo la bellezza delle nostre vite… tutti i testi sono davvero metaforici, prendi ‘Porcelain Hill‘ per esempio.

L’album contiene alcuni ospiti molto speciali. Parlaci di loro. Qualche storia interessante?

Abbiamo avuto la possibilità di accogliere musicisti incredibili! Steve Hackett alla chitarra (‘Wilderness‘), John Hackett al flauto (‘The Old Man In The Snow‘), Damian Wilson alla voce (‘Porcelain Hill‘), Cath Lubatti al violino e alla viola e Lilian Jaumotte al violoncello.

Abbiamo contattato Steve per la prima volta quando stavamo registrando ‘Sweetheart Grips‘: tutti i proventi di questo album sono andati in beneficenza (Ian’s Chain – prevenzione dei suicidi) e abbiamo accolto ospiti incredibili (Craig Blundell, Clive Nolan, Riccardo Romano, Dave Foster, Pat Sanders, Johnny Marter). Lui era in tour nello stesso periodo e non ha potuto registrare, ma ci ha detto di ricontattarlo più tardi. Ed è quello che abbiamo fatto! Gli abbiamo mandato due canzoni e ha scelto ‘Wilderness‘. Il suo assolo è semplicemente magico, non ho parole per descriverlo!

Il fatto divertente è che non sapeva che anche suo fratello sarebbe stato sull’album! Eric ha avuto la possibilità di registrare una canzone con John sull’album di Howard Sinclair: “Make for Brighter Skies” e quando gli ha chiesto di suonare su “5:20” ha subito accettato. Il suo flauto porta così tanto all’atmosfera della canzone ‘The Old Man in the Snow‘, è fantastico!

Porcelain Hill‘ è una di quelle canzoni speciali che a volte non si possono descrivere. Significa molto per noi, e quando abbiamo sentito la voce di Damian, è stato semplicemente perfetto! Dovete solo ascoltarla, le mie parole non significano nulla!

E infine, grazie a Cath e Lilian, gli archi portano la dimensione che volevamo dare a questo album. Hanno fatto tutti un lavoro incredibile e siamo davvero fortunati!

Tornando indietro nel tempo, al vostro album di debutto (anch’esso ben accolto dalla critica), quanto pensate che il vostro approccio sia cambiato / evoluto da allora?

Penso che l’approccio sia ancora lo stesso: come ho detto prima, siamo sinceri nel modo in cui creiamo musica, o creiamo qualsiasi altra cosa – concept, artwork… – vogliamo solo raccontare e condividere qualcosa, e siamo fortunati da avere persone che apprezzano quello che facciamo! Ma stiamo tutti imparando ogni giorno, quindi il nostro modo di lavorare e il nostro suono stanno migliorando. Alexandre Lamia ha sempre fatto un lavoro fantastico con la produzione, ma possiamo onestamente dire che ha davvero migliorato le sue capacità di recente e il suono che ha fatto su “5.20” è stupefacente!

So che è un argomento difficile per tutti di questi tempi. Immaginate un vostro ritorno sui palchi?

È difficile prevedere qualcosa al momento. Naturalmente, se avremo la possibilità di tornare sul palco saremo felici, ma per ora non abbiamo fretta e aspettiamo solo di vedere come si evolverà la situazione.

Avete avuto difficoltà ad affermarvi in Francia? Come giudicate la scena rock / metal / prog locale?

Domanda difficile! Abbiamo la sensazione che la scena prog – e anche il rock o il metal in generale – non siano ben promossi in Francia. In particolar modo a Nizza, da dove veniamo. Ci sono tanti musicisti di talento e i concerti sono piuttosto rari… e non è mainstream, sai! Ma c’è un’incredibile “banda” di amanti del rock e del prog e noi abbiamo la possibilità di stare in mezzo a loro e di beneficiare del loro sostegno! Significa tutto per noi.

Cosa pensate della scena musicale in generale in Francia? Secondo alcune opinioni locali, si dice che rispetto all’Italia ci sia una maggiore spinta verso la musica sperimentale (con più spazio per la fusion e la world music). Si parla addirittura di sovvenzioni, è vero?

Davvero? Beh… forse pensiamo sempre che le cose vadano meglio altrove. Come ho detto prima, penso che la scena musicale sia più “aperta” in paesi come il Regno Unito, l’Italia, l’Olanda, la Germania… ma per fortuna abbiamo ancora persone incredibili e appassionate, come i produttori di Prog en Beauce per esempio. Stanno facendo un lavoro incredibile nonostante tutte le difficoltà, specialmente dopo la pandemia! Allora…. congratulazioni e grazie a tutti loro.

Cosa è previsto per il futuro della band?

La nostra priorità sarà ora il prossimo album. Non posso dire troppo, ma ancora una volta scommetto che sarete sorpresi! Sì, sarà elettrico, e sì, sarà di nuovo un concept…

Grazie Anne-Claire, abbiamo finito. Ti ringrazio per il vostro tempo e Ti lascio ai saluti ai lettori di Truemetal.it

Grazie ancora per questo spazio, Truemetal.it!

Un saluto a tutti i lettori, grazie a tutti per il supporto, che significa molto per noi, e spero che ascolterete i nostri album se non conoscete ancora la nostra musica.

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Band: Nine Skies
Genere: Progressive 
Anno: 2021
90