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Intervista Sleeping Romance (Federica Lanna)

Di Luca Montini - 5 Novembre 2017 - 11:24
Intervista Sleeping Romance (Federica Lanna)

Il 3 novembre è uscito per Napalm Records il secondo disco dei symphonic metallers carpigiani Sleeping Romance, dal titolo “Alba”. Abbiamo intervistato per voi la cantante Federica Lanna, che ci ha narrato le vicende della giovane band ed i segreti del nuovo lavoro appena rilasciato, oltre gli orizzonti crepuscolari narrati dal concept, tra la luce e le tenebre che albergano dentro ognuno di noi…
 
Ciao Federica, benvenuta su Truemetal.it. Come passi questi giorni in attesa della release di Alba?
 
Ciao! Stiamo preparando la data del Brainstorm, suoneremo a brevissimo [Festival che si svolge il 3 e 4 novembre in Olanda n.d.M.], siamo tutti in fermento! Personalmente proseguo con le mie solite lezioni di canto, attualmente lavoro in due scuole; preparo le interviste che iniziano ad arrivare in questi giorni e studio per le date di novembre e per il tour di febbraio. 
 
Se non mi sbaglio questa è la prima intervista degli Sleeping Romance su truemetal.it, quindi partirei da una breve intro sulla band. Raccontaci qualcosa sul gruppo, come nascono gli Sleeping Romance, come vi siete formati e come siete giunti fin qui.
 
La band nasce con un altro nome, a Roma. Il fondatore è Federico [Truzzi] ed il gruppo si chiamava Hybrid Resolution, siamo nell’anno 2009. Un paio d’anni dopo Federico si è trasferito a Carpi ed ha iniziato a lavorare con Lorenzo [Costi] al basso e Francesco [Zaganelli] alla batteria, con un’altra formazione. All’epoca c’era un’altra cantante, un vero e proprio soprano, che lasciò il gruppo durante la registrazione dell’album. Così misero un annuncio su Villaggio Musicale, se non ricordo male, al quale ho risposto. Mandai un provino con due pezzi: “Soul Reborn” e “Free Me”. Mi chiesero un colloquio ed una prova ed andò tutto bene. Il mio timbro era molto diverso da quello della cantante che mi ha proceduto: io ho una formazione anche classica, studio sia lirico che moderno, però non ho un approccio prettamente operistico al repertorio. Alla fine i ragazzi hanno deciso di apportare comunque un cambiamento al sound e la risposta delle etichette è stata molto positiva. Abbiamo scelto Ulterium Records tra le varie proposte, lavorando con Emil Westerdahl che attualmente è il nostro manager, ed abbiamo anche deciso di cambiare nome. Cercavamo qualcosa che fosse più evocativo, anche vista l’evoluzione del progetto nel corso degli anni, ed ecco “Sleeping Romance”.
 
Siamo quindi arrivati ad Enlighten, uscito nel 2013. Quattro anni ci separano da Alba: che è successo nel frattempo?
 
Abbiamo suonato molto, siamo stati catapultati immediatamente in Europa. Enlighten era stato pubblicato da pochissimo, eravamo in tour in Olanda ed io ero veramente una principiante all’epoca. È stata un’emozione pazzesca, anche difficile da sostenere per una cantante che veniva da contesti più amatoriali. Siamo stati anche in Germania, Norvegia… abbiamo girato parecchio! Era in germe da tempo l’idea del secondo album, quando ci è arrivata questa proposta da Napalm Records. Abbiamo deciso di cogliere quest’opportunità, firmato il contratto, poi i tempi si sono un po’ dilatati; nonostante avessimo portato a termine l’album quasi due anni fa abbiamo atteso che i tempi fossero maturi per la pubblicazione.
 
Sempre restando in orbita Napalm, so che hai registrato delle parti per “Lionheart”, ultimo album dei Serenity, in particolare l’ultima traccia “The Final Crusade”. Puoi raccontarci qualcosa in più di quest’esperienza?
 
Si, è stata una bella esperienza. Ero in contatto con Jan Vacik dei Dreamsound Studios di Monaco; mi scrisse che stavano registrando l’album dei Serenity, e che avrebbero avuto piacere di fare un pezzo con voce femminile in questo “The Final Crusade”. Io tra l’altro conoscevo già la band, quindi per me è stata una grossa emozione, mi sono sentita onorata di aver avuto la possibilità di partecipare. Ho registrato presso i Groundfloor Studio e le abbiamo mandate per il missaggio. Sono emozionata anche per l’uscita del loro album…
 
… e poi andrete insieme in tour! Si prevede un’ospite d’eccezione sul palco su quel brano.
 
Si, mi hanno chiesto di raggiungerli sul palco ed ho accettato ben volentieri!
 

alba

 

Veniamo finalmente ad “Alba”, che uscirà il 3 novembre via Napalm Records. Leggendo i testi ma anche solo a partire dai titoli il disco sembra un concept con il tema della luce decisamente centrale. I brani vanno da un’overture crepuscolare, dal titolo “Overture – Twilight” ad “Underture – Daylight”; i brani sono in qualche modo legati tra loro? Hai scritto tu i testi?
 
I testi li ho scritto io assieme a Federico, che resta il compositore principale della band, assieme al nostro sound designer che si chiama Dino Gervasoni. I pezzi possono essere considerati sia individualmente che collegati gli uni agli altri seguendo lo sviluppo della storia della protagonista: Alba, appunto. La protagonista deve attraversare l’oscurità per restituirla al mondo, all’universo. “Fire&Ice” (2014) è stato un singolo ponte tra Enlighten ed Alba, è stato in un certo senso il suo prologo. Quindi si, c’è un filo conduttore, un percorso della protagonista attraverso l’oscurità, in cui dovrà superare diverse prove. Ogni canzone ha però un tema principale che trascende il racconto stesso in senso letterale. Quindi c’è un valore molto metaforico, in ogni brano abbiamo preso tematiche diverse, alcune facilmente intuibili anche dal titolo: “My Temptation”, “Forgiveness”… fino all’epilogo, il faccia a faccia della protagonista col suo alter-ego, con la parte oscura di sé stessa. Un viaggio che è anche interiore, uno scontro coi propri mostri e con le proprie paure.
 
Di chi è l’arwtork del disco?
 
L’autore è Kai Swillus di Buntmetall, mentre nel precedente era Felipe Machado Franco. 
 
Qual è il brano al quale sei più legata?
 
Ce ne sono molti. Parlo per tutti, questi ultimi due/tre anni sono stati abbastanza turbolenti. Personalmente quindi attribuisco anche un senso autobiografico all’album. Ci sono tanti passaggi in cui mi sono riconosciuta e che ho sentito tanto. Sicuramente “Accross the Sea” a livello di liriche è molto sentito. Anche “Alba” contiene uno scontro finale con le tenebre, c’è questo coro in italiano che dice “non sfidare la notte, la paura è dentro di te”, non sfidare te stessa, non metterti alla prova. Mi piace molto “Forgiveness”, perché parla del tema del perdono in modo molto disincantato. Il confronto di un superamento rispetto ad una sofferenza, rispetto a qualcuno, e come potersi rapportare a questa delusione. 
 
Certo che per un artista italiano che suona principalmente all’estero anche solo un coro nella propria lingua ha un trasporto sicuramente maggiore.
 
Si mi vengono sempre i brividi quando lo sento!
 
 
È recentemente uscito il videoclip di “Where the light is bleeding” videoclip che vede protagoniste Cecilia Colavito e Laura Colavito nel ruolo di due gemelle… qual è il significato del video e come si lega al testo del brano?
 
Laura è una mia allieva di canto. Sono due attrici che fanno parte di quest’associazione culturale di teatro che si chiama “Teatro Nero”, associazione all’interno della quale lavoro anch’io. Quando abbiamo iniziato a parlare di quello che sarebbe dovuto essere il tema del video, un dialogo col proprio alter-ego oscuro, ci sono subito venute in mente le gemelle. Le abbiamo contattate, sono state ben contente di partecipare. Abbiamo girato a Bergamo, con quest’azienda che si chiama “341 Production”, sono nostri amici ma anche dei grandi professionisti. Abbiamo girato in due giornate che si sono protratte lungamente fino a notte fonda, ed il video è venuto molto bene, siamo molto contenti. Alla fine abbiamo voluto mantenere questa speranza, una luce alla fine del tunnel, la luce dei fotogrammi finali: una risoluzione felice per i conflitti, le sofferenze e per gli scontri con sé stessi e coi propri fantasmi.
 
Sicuramente ne avrai sentito parlare, dato che siete compagne di squadra alla Napalm: sai che recentemente c’è stato un caso “Dianne van Giersbergen – Xandria” che ha suscitato molto clamore, varie reazioni sui social (Manuella Kraller, Lisa Middelhauve), un audiomessaggio molto forte in cui la cantante ha accusato i suoi ex-compagni di abusi psicologici e costretta a cantare anche quando non era in condizione etc. Non so se hai seguito la vicenda, qual è il tuo punto di vista?
 
Io credo che in generale ci sia un po’ di “ignoranza”, passami il termine, sull’uso dello strumento-voce. La nostra chitarra, il nostro basso, la nostra batteria è in realtà il nostro stesso corpo. Siamo sottoposti ad un grosso stress psicofisico, mentre ci viene richiesto di essere performanti. Questo mette i cantanti in una condizione di frustrazione. Tutti vorremmo essere sempre performanti, ma a volte non si riesce, nonostante l’esercizio. Tu vorresti sempre dare il meglio di te, essere professionale, non creare problemi e quant’altro. In questo penso sia fondamentale la comunicazione all’interno della band ed il rispetto dei ruoli reciproci. Ci vuole una grossa solidarietà perché siamo tutti esseri umani: capire la frustrazione che può derivare da uno stato psicofisico non ottimale. A volte non si tratta di un leggero raffreddore. Questo rispetto rafforza anche i legami all’interno della band. Quando trovi solidarietà all’interno di un gruppo sei disposto anche a rischiare il “tutto e per tutto”, ti dà coraggio per affrontare le difficoltà. Quando invece ti senti solo in queste situazioni è molto avvilente e mortificante.
 
Dal suo messaggio è uscita infatti principalmente la frustrazione, piuttosto che il veleno sulla band. Certo ha denunciato anche atteggiamenti della band non proprio corretti, ma ciò che traspare è proprio una resa, tanto che si è presa una pausa dai palchi. Nel suo caso non c’è stata la solidarietà di cui tu parli.
 
Ci vuole comprensione. Vorremmo essere tutti delle macchine da guerra. Il nostro è un lavoro bellissimo che però ci espone molto al giudizio degli altri ed è fondamentale avere il sostegno della nostra band per non soccombere all’ansia da prestazione. La musica è fatta anche di persone, e di rapporti umani. L’appoggio della propria band può aiutarti a darti coraggio in condizioni psico-fisiche difficili per essere ugualmente performante, e la comprensione e l’empatia quando invece proprio non ce la fai sono fondamentali per consolidare quel rapporto di fiducia e reciproco sostegno che fa di una band ciò che è.
 
Tra l’altro è di questi giorni la notizia di Kiske che ha problemi col tour degli Helloween, tutto sommato capita anche ai più grandi.
 
La voce è uno strumento delicato, fondamentali sono lo studio, la preparazione, le vitamine… ma non sempre fanno tutto. Anche la serenità psicologica aiuta tanto. La voce dipende da tante cose.
 
Torniamo agli Sleeping Romance: vedo che spopolate all’estero, sarete in tour europeo l’anno prossimo con Serenity e Visions of Atlantis… ma nessuna data schedulata in Italia… che mi dici del rapporto tra bel paese e metal sinfonico? 
 
Noi abbiamo sempre avuto un rapporto con un pubblico prevalentemente estero. Abbiamo trovato una grossa accoglienza, un grosso affetto, una grossa professionalità principalmente non in casa nostra. In Italia abbiamo fatto pochissime date. Un po’ probabilmente perché la realtà metal in Italia non è così importante, poi probabilmente il fatto che i gestori dei locali vogliono pagare poco, vogliono band senza alcune pretese, che investono poco nella promozione. Ci sono grandi eventi, certo, ai quali però non abbiamo avuto la fortuna di partecipare. Noi non siamo riusciti a trovare la giusta collocazione, forse. Si investe su band con grande seguito nazionale, o nel piccolo preferiscono la band non retribuita e che riempie il locale. Per quanto riguarda le agenzie soprattutto in Italia quando ci hanno chiesto di mettere dei soldi ci siamo rifiutati. Nei nostri piani originali c’era un tour a settembre con una data in Italia, poi però è stata posticipata l’uscita del disco ed è saltata.
 

federica

 

 
Con quale cantante ti piacerebbe duettare in un brano degli Sleeping Romance?
 
Allora… per quanto riguarda le voci maschili, il cantante degli Anathema, Vincent Cavanagh; è uno dei miei preferiti nella scena metal mondiale, e Daniel Tompkins dei Tesseract. Ho amato tantissimo anche Eddie Vedder. Per quanto riguarda le voci femminili, Sharon degli Within Temptation, una delle mie icone d’infanzia. Ho avuto l’onore di fare lezione con Marcela Bovio, in Olanda, ed un workshop con Floor Jansen. Con loro sarebbe certo un onore, non so nemmeno se riuscirei fisicamente, sarei di certo così emozionata che sarebbe difficilissimo! (ride)
 
Ultima domanda, è un sondaggio che chiedo a parecchi musicisti in quanto fruitori del loro stesso business… ascolti musica principalmente su vinile, su cd o musica liquida (Spotify, iTunes etc.)?
 
Io sono una acquirente di CD. Amo avere CD. Ascolto Spotify, mi accerto che gli album mi piacciono e li compro. Amo avere il CD in mano, vedere il booklet, tenerlo lì… e magari riscoprirli più avanti, anni dopo, guardando la tua libreria! Tra gli acquisti recenti sto aspettando “Polaris” dei Tesseract ed anche il suo progetto con voce femminile. 
 
Perfetto, ti lascio libera di lanciare un ultimo messaggio di rito ai nostri lettori!
 
Sono molto contenta dello spazio che ci avete concesso! Spero che Alba vi piaccia, che abbiate modo di sentire una crescita rispetto ad Enlighten… e se non ci avete ancora sentito, ascoltateci e dateci una chance!
 
 
Intervista a cura di Luca “Montsteen” Montini