Alternative Metal Stoner

Intervista Slut Machine (tutta la band)

Di Andrea Bacigalupo - 7 Luglio 2020 - 12:41
Intervista Slut Machine (tutta la band)

Abbiamo fatto due parole con le Slut Machine, parlando di ‘Black Cage’, il loro nuovo EP ed anche di altro. Ecco il risultato dell’interessante chiacchierata.

Percorso artistico che parte dall’Hardcore Punk, passa per il Metal e giunge all’Alternative – Stoner. Come è avvenuta questa svolta, così  essenziale  e diversa?

Le Slut Machine nascono come un gruppo di musiciste/amiche, da subito con l’idea di comporre musica inedita attraverso sonorità coerenti agli ascolti personali di ognuna. Nel 2012 partimmo con la registrazione dell’EP ‘Hang On’, decisamente Punk HC, ma fu dall’album successivo (2014) che iniziammo a seguire una corrente più hard rock, con accordature basse e voce melodica supportata da cori alla “valchirie incazzate”, che poi sono diventati un po’ il nostro marchio di fabbrica.

La svolta che ha portato a questo nuovo risultato è sicuramente legata alla crescita personale, musicalmente parlando. Nuovi ascolti e prospettive di suono più ampie. La nuova formazione ha poi portato con sé una ventata di nuove idee e realtà.

 

Siete passate da una formazione a tre elementi ad una a quattro con una nuova cantante, come mai questa decisione e cosa ha portato alla band?

La formazione a tre è stata interessante e stimolante, ma sentivamo la forte esigenza di tornare operative con una formazione a quattro per avere una front-woman coinvolgente e mantenere alta l’attenzione di ognuna sul proprio strumento in modo da garantire la miglior resa.

Black Cage’ vede una nuovissima formazione, cantante e bassista nuove che hanno portato nuove sfumature, realtà musicali e personali.

Cosa hanno fatto le Slut Machine  tra ‘Irrational’ e ‘Black Cage’?

Abbiamo suonato live l’album ‘Irrational’ per molto tempo, e ci sono stati anche mesi di fermo per cambio formazione. Non è facile trovare le giuste compagne di team ma possiamo dire che, nonostante i tre anni di attesa prima di questa nuova pubblicazione, ne è valsa la pena!

 

Come è suonare fuori dall’Italia?

E’ sempre bello suonare all’estero, come esperienza personale in primis perché vi è un confronto con nuove culture e gusti. E poi perché all’estero riceviamo sempre molto calore e un feedback notevole.

 

Chi sono per voi i Black Sabbath?

I Black Sabbath fanno parte del bagaglio musicale di tantissimi artisti, noi comprese. È come se fossero un “nonno” che tramanda basi ed insegnamenti alle generazioni future.

Quali sono le vostre influenze principali?

I nostri ascolti sono tanti e spaziano molto. Per paragonare lo stile dell’ultimo EP a band che ascoltiamo possiamo citare: Queens Of The Stone Age, Royal Blood, Black Stone Cherry, Led Zeppelin, Kyuss, Rage Against The Machine, Limp Bizkit

 

Con ‘Black Cage’ entrate nella parte più nera della mente umana, per cercare cosa?

Abbiamo cercato di portare alla luce quella fragilità della mente umana di cui spesso, tutti, ci vergogniamo. La pressione subita da noi stessi e dagli altri, di giorno in giorno, che si trasforma in disagio interiore. ‘Black Cage’ è un continuo gioco fra luce ed ombra; parliamo di quanto siano avvilenti un certo tipo di situazioni per poi dare sempre un messaggio positivo e di speranza: siamo forti e possiamo farcela, sempre.

 

In particola di cosa parla ‘I’m the Sun’ (una canzone stoner dal titolo ‘io sono il sole’ un po’ mi insospettisce)?

Parla del rapporto Slut Machine – fans. Dal titolo potrebbe sembrare egocentrica ma è stata scritta per esaltare la bellezza di poter condividere la musica con degli ascoltatori. Noi siamo il vostro sole ma voi lo siete per noi perché senza fans una band non avrebbe nemmeno senso di continuare a fare musica.

 

Cosa pensate della scena Stoner – Alternative  italiana?

Ci sono tante realtà interessanti sia come band che festival, anche se puntiamo maggiormente all’estero in quanto vi è maggiore cultura di genere.

 

I vostri programmi per il futuro?

In attesa della riprogrammazione dei live stiamo continuando a comporre e a lavorare sodo per portarvi presto nuovi brani.

 

Il video di ‘Bug in the Glass’ è stato registrato Home Made durante il lockdown, usando i telefoni. Raccontateci come è andata. Lo rifareste?

E’ stato stimolante. Ci siamo buttate in un’esperienza che non avevamo mai affrontato da sole in quanto i nostri precedenti video sono sempre stati seguiti da professionisti. Ma è stata una bella prova che, ancora una volta, ha dimostrato la forza di questa band; anche a distanza, quando c’è una forte motivazione, si possono fare grandi cose insieme.

 

Il tempo a disposizione è finito, lasciamo alle Slut Machine i saluti ai nostri lettori, ringraziandole per il tempo concesso. Grazie.

Ringraziamo e salutiamo i lettori di TrueMetal.it e vi invitiamo a venire a scoprire e sentire cosa abbiamo da dire su tutte le piattaforme di distribuzione musicale e sulle nostre pagine social!

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