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Kingcrow (NWOBHM Italia)

Di - 16 Maggio 2002 - 20:38
Kingcrow (NWOBHM Italia)

E per la serie giovani talenti in erba crescono, ecco a voi i King Crow. Nonostante la giovane età, i nostri amici sono da considerarsi dei veterani della scena classic metal italiana, essendo on the road già da diverso tempo, ed avendo dato alle stampe due ottimi demo fra i quali và di certo annoverato l’ottimo “Hurricane’s eye”, diventato in pochi mesi un best sellers fra gli appassionati di certe sonorità diciamo old fashioned, e che è valso alla band un contratto discografico con la sempre più attiva Videoradio records. Il frutto di questo sodalizio è un’album che fra echi di british sound e partiture più legate ad un certo prog rock seventies style, sancisce la nascita di una nuova stella…
Ciao Diego allora incominciamo con la classica domanda di rito, vuoi presentarci la tua band raccontandoci qualcosa sui vostri trascorsi artistici? Se non sbaglio tutti i componenti della vostra band hanno un’età piuttosto giovane, ma nonostante tutto avete prodotto già altri due demos, e così?
La band è stata fondata da me e mio fratello nel 1996 con lo scopo di suonare cover del panorama rock/metal internazionale. Quasi da subito però abbiamo iniziato la composizione di pezzi nostri e la ricerca di elementi preparati che ben si adattassero al genere proposto dalla band. Nel corso degli anni la band ha cambiato line-up varie volte e il monicker che originariamente era Earth Shaker è stato cambiato in Kingcrow poco prima della registrazione del primo demo”Eyes OF Memories”del 1999. Dopo un anno abbiamo registrato “Hurricane’s Eye” e l’anno successivo ci siamo trovati a dare alle stampe il nostro album di debutto “Something Unknown”. Oggi la band è composta da me alle chitarre e tastiere, mio fratello Manuel alla batteria, Stefano Tissi alla voce e Matteo Trinei al basso e pianoforte.

Se non sbaglio “Hurrycane’s eye” è stato accolto in maniera entusiastica sia dai fans che dalla stampa specializzata….
L’accoglienza che ha ricevuto il nostro secondo demo “Hurricane’s Eye” ha superato veramente le nostre aspettative. Sia la stampa specializzata che i fan hanno apprezzato moltissimo il nostro modo particolare di fare metal; basti pensare che il CD è stato stampato in circa 2000 copie che sono esaurite nel giro di pochi mesi. Un successo simile è stato possibile anche grazie alle ottime recensioni che il demo ha ricevuto ovunque.

Non vi sembra di aver bruciato le tappe ed essere arrivati all’album di debutto in maniera troppo affrettata?
Come ti accennavo siamo arrivati all’album di debutto solo dopo due anni dalla stampa del nostro primo demo “Eyes of memories” e, quindi, in un arco di tempo relativamente breve. Non credo però di essere arrivato all’album di debutto in maniera troppo affrettata perchè crediamo fermamente che “Something Unknown” sia un album con un songwriting vario e accattivante, eseguito bene e ben registrato.

Come siete arrivati al deal che vi lega alla Videoradio?
L’etichetta si è interessata a noi proprio grazie al successo che ha avuto “Hurricane’s eye” presso la stampa specializzata e ci ha proposto il contratto per il nostro debut album che noi ovviamente abbiamo accettato.

Ascoltando l’album mi sembra di dedurre che le vostre influenze siano riconducibili al buon vecchio heavy metal eighties style, ma quali sono le bands che vi hanno in qualche modo “influenzato” in tutti questi anni?
L’heavy metal tradizionale ha pesantemente influenzato il nostro songwriting soprattutto all’inizio, e tutt’ora il genere proposto dalla band poggia su solide basi Heavy, anche se ritengo che abbiamo ormai trovato un modo nostro di suonare Classic, siamo cioè riusciti a personalizzare il metal tradizionale tramite l’innesto di atmosfere particolari, addirittura riconducibili a certo rock progressive anni ’70 che rende varie le nostre song. Credo che nessuno possa affermare che l’album sia un lavoro monotono. Le band che ci hanno influenzato sono quindi Iron Maiden, Judas Priest, Manowar e tutti i grandi gruppi anni ’80, ma anche gruppi come Jethro Tull, Camel, King Crimson ecc..

Sai devo confessarti che i Kingcrow mi sono piaciuti soprattutto per le qualità vocali di Stefano Tissi, sicuramente uno dei pochi vocalist in Italia che invece di starnazzare, regala pure emozioni……
Sicuramente Stefano è in possesso di una timbrica molto particolare e calda, che si discosta molto da tutti quei cantanti che fanno del cantato in falsetto una costante. Sembra che oggi si faccia a gara a chi arriva più in alto, trascurando cosi l’espressione e la capacità di emozionare, cosa secondo me fondamentale per un cantante che si rispetti. Stefano, con la sua voce, contribuisce senza dubbio a caratterizzare la proposta della band e a renderci diversi da tutte quelle band che oggi propongono classic metal in Italia.

Un’altro punto a favore di “Something unknown” è la semplicità delle sue composizioni, sai mi sembra quasi che i brani siano stati registrati in presa diretta senza sovraincisioni o amenità varie, ma avete fatto tutto questo per catturare il vero groove delle performance live o cosa?
Più che semplici le canzoni mi sembrano “snelle”; la struttura infatti è abbastanza articolata, con molti cambi di tempo ma non è “appesantita” da arrangiamenti superflui che vanno poi a ledere l’impatto e la spontaneità di un pezzo. Per quanto riguarda la registrazione ovviamente non si tratta di live ma bensì di una registrazione senza troppe sovraincisioni. Tieni conto che molti pezzi sono stati registrati “buona la prima”; non volevamo un album perfetto ma qualcosa di reale. Se un fan assiste ad un nostro concerto può ascoltare esattamente ciò che c’è sul CD, ovviamente con un impatto ancora maggiore. Abbiamo per esempio limitato l’utilizzo delle tastiere e del pianoforte a brevi passaggi atmosferici, contrariamente a quanto accadeva nei nostri demo.

Ho notato con piacere che per produrre l’album avete fatto tutto sa soli, come mai? Credete di aver raggiunto una maturazione artistica tale da fare a mano di qualcuno dietro la consolle, oppure i soldini erano pochi per usufruire dei servigi di qualcuno?
L’album è stato co-prodotto dalla band e da Ricky Bezzini. Ovviamente non avremmo potuto fare tutto da soli e, se originariamente l’idea era quella di farlo, abbiamo poi deciso di cooperare con Ricky per tirare fuori quel suono live di cui parlavi prima. Noi avevamo acquisito una certa esperienza producendo i due demo nel nostro studio ma per l’album abbiamo contattato Ricky che ha veramente una grande esperienza alle spalle.

Comunque puoi ritenerti soddisfatto, o con il senno del poi cambieresti qualcosa?
Considerando il tempo a nostra disposizione mi posso ritenere soddisfatto del lavoro finale; forse avrei preferito alcune chitarre più presenti ma si tratta comunque di gusto personale.

Com’è nata e a chi è nata l’idea di inserire una traccia video nel cd?
L’idea di realizzare  un video da inserire sul CD è venuta alla nostra etichetta e noi siamo stati ben felici di farlo. Il nostro intento era quello di realizzare un video che mostrasse diversi aspetti della band, dal concerto all’uscita al Pub alle prove in sala e credo abbiamo pienamente raggiunto il nostro scopo. Tieni conto che il video è stato completamente realizzato da noi, dalle riprese al montaggio e, secondo il parere di molti, è venuto piuttosto bene.

Che cos’è realmente quel “qualcosa di sconosciuto” a cui fa riferimento il titolo?
Il titolo dell’album fa riferimento ad una canzone contenuta nel CD che parla della paura e il fascino che l’ignoto esercita sull’uomo. Trovo che sia infatti molto interessante come tema, che è poi riconducibile al Demone Della Perversione di  Poe.

Se non sbaglio i vostri testi hanno un qualcosa di personale ed autobiografico, o almeno mi sembra che siano legati ad avvenimenti di vita quotidiana, hai voglia di fare un piccolo escursus sui temi affrontati nelle dieci tracks?
Gli argomenti trattati sono piuttosto vari e non sempre “espliciti”. Vogliamo che sia l’ascoltatore a trarre le proprie conclusioni sugli argomenti trattati, evitando così di  ridurre il testo ad un semplice racconto fine a se stesso.Children Of Technology parla di una società in cui c’è una gerarchia sociale a cui è impossibile sottrarsi, riducendo così l’uomo ad una specie di automa a cui è vietato tutto quello che è al di fuori del suo compito e a cui è impossibile ribellarsi. Envy and Die è la nostra personale rivincita su alcune persone che ci hanno sempre odiato, il testo è scritto in chiave metaforica e personalmente lo trovo spassosissimo; The Black Tower è invece ispirata al libro “L’ultimo cavaliere” del grandissimo  Stephen King, Can My Soul Fly Free parla delle difficoltà che si incontrano nel cercare di realizzare i propri sogni. Oggi ,purtroppo, molto spesso viviamo di sogni che non ci appartengono e la canzone è un invito a lottare per ciò in cui si crede. Falling world parla della decadenza del mondo odierno e dell’umanità, Kingcrow parla delle paure dell’infanzia, My War tratta la tematica della guerra ma non è un “racconto”. Infatti il tema portante del testo sono gli effetti che la guerra produce sulla psiche del  protagonista della storia e non gli avvenimenti stessi!

Toglimi una curiosità, ma il vostro monicker ha a che fare con il celeberrimo film/fumetto “The crow”?
No. il nostro monicker non ha niente a che vedere con il celebre film (contrariamente a quanto molti credono) ma è stato ispirato dalla poesia Il Corvo di E.A. Poe che ritengo un grandissimo autore.

Allora l’album è uscito da poco tempo, come pensi che venga accolto dalla stampa così detta specializzata? Cosa ti aspetti di leggere sul vostro conto?
Personalmente mi aspetto un buon riscontro da parte della critica, dato che l’album è l’evoluzione del discorso musicale che abbiamo intrapreso con “Hurricane’s eye”. Comunque, ovviamente, non si può mai sapere a priori quello che la critica pensa di un determinato lavoro perchè mi è capitato di vedere album che personalmente ritengo grandi lavori venire snobbati dai magazines. Molto dipende dal gusto personale di chi fa la recensione: capita molto spesso di leggere recensioni completamente contrastanti. Se vuoi sapere una cosa alquanto curiosa, il nostro demo “Hurricane’s Eye” è stato recensito per errore due volte da una nota rivista italiana di settore e con giudizi abbastanza diversi….questo la dice lunga sull’ effettiva attendibilità di certa stampa.

 
……sai ho sentito dire in giro che molti magazine nostrani snobbano i prodotti della vostra etichetta perché non ha peso commerciale, cosa ne pensi a riguardo?
Sinceramente fin’ora non abbiamo avuto alcun problema di questo tipo e comunque credo che sia una fesseria non dare il giusto merito ad una band solamente in virtù dell’etichetta con cui lavora. Credo che ciò non sia indice di obbiettività da parte della stampa specializzata, tieni conto che una band che suona un genere che non è “alla moda” è spesso costretta ad incidere per una piccola indipendente ma questo non vuol dire che il disco non sia di qualità. .

…. allora dacci tre buoni motivi per acquistare “Something unknown”!!!!
Something Unknown è un album sicuramente vario e piacevole, dal punto di vista grafico è impeccabile e ha un suono fottutamente live e diretto!
Come vedete la scena italiana legata al classic metal in generale?
La scena italiana ha prodotto band assolutamente valide e, finalmente, se ne sono accorti anche all’estero. Gli unici che sembrano snobbarle sono proprio i ragazzi italiani che restano comunque più attratti da band provenienti da altri paesi.C’è da dire però che dopo l’uscita di band come Labyrinth e Rhapsody tutte le band che suonano metal nel nostro Paese si sono orientate verso lo stesso stile creando così una certa staticità di fondo che sicuramente non giova alla nostra scena. Credo che in Italia oggi ci siano tra le più grandi Band di metal classico del pianeta e devono assolutamente essere supportate sia dai magazines che dai fan, altrimenti c’è il rischio che molte grandi band scompaiano nell’anonimato.

Piani futuri in casa Kingcrow?
Per ora stiamo organizzando una serie di concerti per supportare “Something Unknown”che toccheranno gran parte della penisola, proporremo anche qualche nuovo brano che andrà poi a finire sul nostro secondo album. Conclusi i Live inizieremo la stesura dei nuovi brani e la pre -produzione del nuovo CD.

Puoi fare un particolare saluto ai nostri lettori?
Un saluto a tutti i lettori di truemetal.it ,ascoltate il nostro CD, compratelo, scaricatelo da internet o copiatelo pure ma ascoltatelo, ne vale veramente la pena! Supportate la scena italiana e le web zine come la vostra perchè sono la fonte d’informazione più attendibile per un metallaro. Vorrei concludere ringraziando te Beppe, una delle poche persone che ho conosciuto che si batte veramente per il nostro tanto amato genere.

Sito web: www.kingcrow.it
E-mail: kingcrow@tiscalinet.it
band@kingcrow.it
Tel. 3396298791

Beppe “HM” Diana