Report di fine anno: Death, Black, Grind, Gothic, Doom
Ed ecco l’ala “estrema” del metal, quella comprendente Death, Black, Grind, Gothic e Doom: molte le uscite degne di nota, le trovate (quasi) tutte qui di seguito.
Anathema – A Natural Disaster
Music for Nation – Gothic
Ho faticato a capire quest’ album…poi pero’ è esploso in tutta la sua bellezza…ad un primo ascolto si rimane interdetti….ogni canzone è un continuo crescendo, una tendenza all’esplosione…esplosione che non si verifica mai.
Ed è questo il bello, un album minimalista, pacato: ogni canzone nasce soffusa, prosegue in crescita e quando sta per raggiungere il climax…ad un passo dal climax, la composizione o ricade nel minimalismo soffuso o termina e ricomincia la scalata con la traccia successiva…geniale.
Un album…una colonna sonora…autunnale.
Alessandro “g0d” Di Clemente
Ásmegin – Hin Vordende Sog & Sø
Napalm Records – Viking
Uscito praticamente dal nulla, questo quintetto norvegese ha letteralmente sfondato il mercato del folk-black-viking con un album incredibile, una mistura magica di strumenti classici, strumenti elettrici e cantati di ogni tipo, creando una monumentale opera di grande varietà e grandissima originalità. Coinvolgenti e di gran classe ed esperienza, sono un acquisto essenziale per chi desidera un album dall’attracco difficile ma dalla godibilità davvero eterna.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
Bathory – Nordland II
Black Mark – Viking
A pochi mesi dalla pubblicazione del primo capitolo, Quorthon ripete il successo meritatamente ottenuto in passato presentando al pubblico un album dichiaratamente epico e significativo, dimostrando ancora una volta le sue doti di sapiente compositore ed esecutore. Obbligatorio per gli amanti di Bathory, ed esempio cardine da seguire per tutte le band future di epic viking scandinavo.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
Bowel Stew – Necrocannibal Rites
Disgorgement Of Squash Bodies – Grindcore
I Bowel Stew con questo loro primo full lenght si proclamano l’ennesimo gruppo italiano a poter competere a livello internazionale. Una dose di grindcore ispiratissimo dai vari Gut e Cock And Ball Torture, con un cantato ultra-filtrato a rendere ancora più marcio il loro approccio. Ancora non possiamo parlare di capolavoro, ma le premesse per spaccare ci sono tutte.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Carpathian Forest – Defending The Throne Of Evil
Season Of Mist – Black
A modo suo, anche questo un album da tenere in considerazione in quest’annata… Cambio di etichetta e cambio di rotta musicale: lo stile rimane indicativamente quello di “Morbid Fascination Of Death”, ma con un approccio ad angoli smussati… Nella speranza di un ritorno che ci restituisca i Carpathian Forest bastardi di una volta, un album carino ma che sparisce all’ombra dei precedenti capolavori.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Comity – The Deus Ex-Machina as a Forgotten Genius
Messiah Records – Death
Un album delirante, totalmente fuori da ogni schema conosciuto, che vi sbalordirà dalla prima all’ultima nota con la sua imprevedibile genialità di soluzioni, sempre diverse, sempre mutevoli, sempre terribilmente tecniche, che spaziano dal death all’hardcore, passando da un cervellotico impasto di grind/brutal e da lunghe e inaspettati parti doom, piacevolmente melodiche. Qualcosa di incredibilmente bello ed emozionante: un vero capolavoro che non potete permettervi il lusso di non avere.
Emilio “Armif3r” Sonno
Construcdead – Repent
Cold Recs. – Death
La vera sorpresa del 2003 in ambito death melodico! Il gruppo svedese, sconosciuto ai più, se ne esce con uno dei dischi più freschi e gradevoli, nonché potenti, pubblicati negli ultimi anni in quel settore. Vero che l’originalità latita e che gli At The Gates restano ben più che un punto di riferimento, ma lasciarsi scappare un disco come questo sarebbe comunque un peccato.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Cradle of Filth – Damnation and a Day
Sony Music – Black
Magniloquente produzione per l’ultimo disco dei vampiri inglesi.
L’apporto dell’orchestra cinematografica di Budapest dona un notevole apporto a questo disco che rinverdisce i fasti dei primi dischi.
Alex “Engash-Krul” Calvi
Cryptopsy – None So Live
Century Media, Brutal Death
Un live album che qualsiasi fan di Brutal si sarà sicuramente divorato!!! Abbiamo ora la testimonianza su cd di quello che i mostri canadesi sanno fare quando sono su un palco! La scaletta è ottima, con una predilezione non celata per “None So Vile”, considerato quasi all’unaminità dei fan il loro capolavoro. Quando sarete arrivati alla fine dell’ascolto avrete un’idea del perchè i loro live show siano un evento imperdibile…
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Dimmu Borgir – Death Cult Armageddon
Nuclear Blast – Black
Dopo il mezzo passo falso del disco precedente, i Dimmu Borgir tornano con questo nuovo Death Cult Armageddon e fanno centro.
Orchestrazioni sinfoniche epiche, riff serratissimi e batteria macinaossa, gli ingredienti ci sono tutti e riconfermano la band come uno dei gruppi di punta del panorama scandinavo.
Alex “Engash-Krul” Calvi
Dissection – Live Legacy
Nuclear Blast, Death/Black
L’ennesimo live per questa storica band, che neanche necessita di presentazioni. Una testimonianza della quale si poteva forse fare a meno, vista la dose di materiale già disponibile e visto che la Nuclear Blast ci promette da tempo un Dvd… Tuttavia il lavoro è ottimo, i classici ci sono quasi tutti e il suono è notevole. Un acquisto da tenere seriamente in considerazione.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Dying Fetus – Stop at nothing
Relapse/Audioglobe – Death
Il combo statunitense, dopo averci regalato quel capolavoro di “Destroy the opposition”, torna a ripercorrere gli stessi binari con una line-up rinnovata per 4/5 e riesce sempre e comunque a stupire: “Stop at Nothing” è infatti di nuovo una lezione di potenza e tecnica strumentale immensa, come non se ne sentiva da anni. Un disco imprescindibile, non può mancare nella collezione dei death-fans.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Edge of Sanity – Crimson II
Black Mark/Audioglobe – Death
L’epitaffio della band svedese viene reso come seguito del suo capolavoro, quel “Crimson” che aveva inserito nello swedish death della band una dimensione sperimentale sino a quel momento sconosciuta, con una lunga e splendida storia che si dipanava in un’unica traccia di 40 minuti; qui lo schema è lo stesso, il risultato forse addirittura migliore. Qualche accento prog in più, un po’ di violenza in meno, ma Crimson II è il capolavoro definitivo della band.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Ephel Duath – The painter’s palette
Elitist/Earache/Audioglobe – Black
L’album dell’anno. Punto. Un disco eclettico, geniale, del tutto inclassificabile (e che infatti viene catalogato come ‘black’ solo in funzione dei trascorsi della band), che trae spunto dal jazz per fonderlo col metal e l’hardcore in una miscela completamente innovativa. Probabilmente la migliore band italiana, attualmente.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Falkenbach – Ok Nefna Tysvar Ty
Napalm Records – Viking
Abbandonata ogni velleità black, Vakyas nel pieno della sua maturità musicale si getta nella composizione di un album di toni folk ed epici. 40 minuti di melodie lente, scandite da chitarre e percussioni drammatiche e ampiamente evocative. Un acquisto obbligato per gli amanti del buon epic scandinavo, mentre è consigliato un ascolto preventivo a coloro che cercano i toni
aggressivi del passato.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
Finntroll – Visor om Slutet
Spikefarm – Folk
Sulla scia della disastrosa morte di Somnium, i Finntroll escono dal seminato black presentando un album toccante, dalle tinte grevi e atmosferiche. Quattro canzoni e sette strumentali garantiscono una immersione nel gelido mondo dei troll scandinavi. Vivace, drammatico, evocativo, epico, ricco di fantasia e di grande significato, probabilmente una delle creazioni più peculiari dell’intero panorama folk. Consigliatissimo praticamente a chiunque.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
Forgotten Tomb – Springtime Depression
Adipocere – Black
Un album carico di emozione… Questo è il modo più immediato per descrivere “Springtime Depression”. Black metal depressivo, lento, ricercato nelle melodie, da scoprire ascolto dopo ascolto. All’ottima stesura delle canzoni si aggiunge poi il gran lavoro fatto in fase di registrazione e di scelta dei suoni agli Abyss Studio.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Gruesome Stuff Relish – Last Men In Gore
Motorsierra – Grindcore
Ogni tanto qualche mente malata riporta in vita lo spirito di “Reek Of Putrefaction”, e a noi poveri ascoltatori non rimane che subire… Questa raccolta dei Gruesome Stuff Relish, con l’aggiunta di 5 pezzi inediti registrati nel 2003, è il perfetto esempio di quello che mi aspetto da un gruppo che prenda spunto dai maestri inglesi del primo periodo. Marcissimi e minimali, insomma, perfetti!
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Månegarm – Dödsfärd
Displeased Records – Black/Viking
Terzo album per i blackster vichinghi svedesi, un breve seguito dell’ottimo Havets Vargar, presenta una mistura interessante di velocissimo black di scuola scandinava unita a rallentamenti folk di grande impatto, con occasionali voci femminili e strumenti classici quali flauti e violini. Bell’album, anche se poco originale, consigliabile agli amanti del genere.
Daniele “Fenrir” Balestrieri
Morbid Angel – Heretic
Earache/Audioglobe – Death
Nuovo album per I death-gods Morbid Angel, nuova prova di classe: tra i dischi migliori prodotti dal combo americano negli ultimi anni, Heretic riporta la band alla velocità dei suoi albums classici, con una prestazione vocale di Steve Tucker finalmente al massimo delle sue notevoli capacità. Qualche ridondanza, qualche esibizionismo di troppo, ma nulla che tolga al materiale qui contenuto il valore che si merita.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Naglfar – Sheol
New Hawen/Century Media/Self – Black
Un altro ritorno dopo anni di silenzio: i Naglfar ricompaiono dalle lande svedesi per presentarci il loro disco più tagliente e violento, rinunciando a qualsiasi velleità melodica per un suono che, pe rla prima volta nella loro discografia, contiene anche riffs atonali e blast-beats senza pietà. Un po’ sotto ai due precedenti capitoli, ma comunque un acquisto necessario per chi ama lo swedish black metal, una band fondamentale.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Nasum – Helvete
Relapse/Audioglobe – Grindcore
Il terzo album dei Nasum è quello più rifinito e, se vogliamo, “sperimentale”: sul tipico grindcore della band si innestano infatti componenti particolari, variazioni minime sul tema che riescono però a conferire al disco un quid in più, rendendolo una delle migliori uscite del 2003 e forse la perla della discografia di questi 3 svedesi. Violentissimo ma anche intelligente, cercatelo!
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Regurgitate – Deviant
Relapse – Grindcore
Fedelissimi alla loro linea come sempre, restii a qualsiasi compromesso, i Regurgitate ci offrono l’ennesimo velocissimo album. Qualche riff punkeggiante, suoni molto più taglienti rispetto al passato di “Carnivorous Erection”, canzoni dirette come una raffica… Sicuramente, tra gli album grind degli ultimi anni, uno di quelli da non perdere.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Reverend Bizarre – Harbringer of Metal
Spikefarm records – Doom
Ripetono l’exploit del debutto “In the Rectory of the Bizarre Reverend” e vanno anche oltre, nel senso che iniziano a tracciare una personalità più definita ed oscura, spiazzando (o quasi) tutto e tutti, senza tradire il loro indistruttibile amore per il Doom Metal old school. Speriamo che continuino su questa tortuosa strada. DOOM ON!
Leopoldo “Leatherknight” Puzielli
Soilwork – Figure Number Five
Nuclear Blast/Audioglobe – Thrash
I Soilwork decidono di spostarsi verso lidi decisamente più accessibili con questo disco, che resta però un ottimo esempio di come si possa suonare melodici senza scadere compositivamente: il livello dei pezzi è spesso ottimo ed il divertimento (obiettivo primario, in questo tipo di sound) assicurato. Se cercate dinamismo e leggerezza musicale questo disco fa per voi.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Soulreaper – Life Erazer
Hammerheart – Death
Dopo un esordio non felicissimo, tornano i Soulreaper e ci regalano un album veramente notevole! La presenza dei membri dei Dissection si fa sentire, eccome; riff di vecchia scuola vengono così miscelati alla brutalità del Death metal floridiano, e “Life Erazer” è il risultato. Un album che mette in luce capacità tecniche e compositive al di sopra della media.
Matteo “Truzzkiller” Bovio
Strapping Young Lad – s/t
Century Media/Self – Death/Thrash
Tornano dopo 6 anni gli SYL con uno dei dischi più “incazzati” del 2003, una vera perla di rabbia e genio compositivo, come solo Devin Townsend poteva creare. La solita prestazione stellare di tutti i musicisti (Gene Hoglan su tutti) e delle canzoni che non vi lasceranno pace, divise tra riffoni death, tentazioni black e grind ed il solito senso della melodia tipico del gruppo statunitense.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Vital Remains – Dechristianize
Century Media/Self – Death
Uno dei dischi death dell’anno, questo dei Vital Remains: la band torna con una special guest come Glenn Benton alla voce e lo fa con un disco di primissima qualità, vario e complesso; la produzione è tra le migliori mai sentite in campo brutal, le soluzioni compositive ottime: solo le prime due tracce valgono l’acquisto del disco.
Alberto “Hellbound” Fittarelli
Zyklon – Aeon
Candlelight/Audioglobe – Black
Il ritorno sulle scene di Samoth e compagni è un disco ancora più compatto e violento del suo predecessore, difficile da apprezzare con pochi ascolti, ma che riesce a coinvolgere se analizzato a fondo. Ottimi musicisti, gli Zyklon pescano a piene mani tra brutal death, thrash moderno e industrial, senza dimenticare il retaggio black degli Emperor.
Alberto “Hellbound” Fittarelli