Rock Coroner: recensione libro

Di - 5 Maggio 2008 - 14:34
Rock Coroner: recensione libro

ROCK CORONER
A cura di Episch Porzioni
Chinaski Edizioni
Pag 176
Euro 14,00
Codice isbn: 978-88-89966-21-1

Rock Coroner è un’accozzaglia di aneddoti, illusioni, allucinazioni, stupende bugie e grandi verità su alcune delle morti eccellenti e non del music biz. Per quanto attiene i personaggi più vicini a chi si interessa di hard’n’heavy sicuramente emergono i nomi di Phil Lynott, Dead, Euronymous e, se tirato per i capelli, Kurt Cobain. Il resto c’entra poco o niente con il mondo dell’HM ma, alla fine, non importa molto, in fondo la morte è la stessa per tutti, bravi e cattivi, belli e brutti, metallari e non metallari. Il massimo comune denominatore del libro è la follia, il sogno, spesso l’incubo che pervade i musicisti all’interno della parata raccontata nell’opera.

Le turbe esistenziali di Kurt Cobain vengono passate in rassegna passando attraverso le confessioni ubriache di El Duce, singer dei Mentors, il tutto con lo spettro della moglie Courtney Love che aleggia dietro – e davanti – la morte del leader dei Nirvana. Phil Lynott dei Thin Lizzy viene dipinto come personaggio border line fra il mito e l’eroe antieroico che si danna per ricevere il minimo di notorietà tentando di sfondare le classifiche.

Interessante il dramma tutto nordico che accompagna le esistenze dannate di Dead (Mayhem) – un elementino che prima di ogni concerto sniffava una cornacchia putrefatta – e Euronymous, personaggio distrubato e disturbante dall’affidabilità tutta da verificare fra le righe di Rock Coroner. Ci penserà tale Burzum, aka Conte Grishnakh aka Varg Vikernes a porre fine alla malata esistenza del signore sopraccitato conficcandogli in corpo 40 coltellate, per un totale di mezz’ora buona di agonia.

Da leggere assolutamente fuori dai pasti e due ore prima del bagno al mare il racconto di tale GG Allin, galantuomo drogato marcio, cantante Rock, coprofago, tabagista incallito, ubriacone ma soprattutto grande e apprezzato buongustaio in quel di New York. Leggetevi, dopo aver seguito accuratemente le istruzioni di cui sopra, la sua performance assolutamente NON di carattere sessuale con una laida signorina nei bagni pubblici (nel libro, per errore, è scritto “pubici”) della Grande Mela e poi mi direte…

Seguono i deliri CIA-notici relativi alla fine di John Lennon, i voli lisergico-pindarici di Syd Barret dei Pink Floyd, la sublimazione degli attributi di Gabriella Ferri – unica artista tricolore inclusa – e racconti intriganti riguardanti altre leggende come Elvis Presley, Charlie Parker, Peter Tosh, Miles Davis, 2Pac, Sam Cooke, Dennis Wilson e Layne Staley solo per citarne alcuni. Non mi sento di divulgare ulteriori chicche, sarebbe come scrivere il nome dell’assassino durante la recensione di un film Giallo. Il piacere della scoperta va sospirato e poi assaporato, un po’ come la vendetta.

Rock Coroner chiosa con due paginette e mezzo per racchiudere le citazioni di altri illustri conosciuti come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Wendy O’ Williams dei Plasmatics, Bon Scott, John Bohnam e qualche altro, che troveranno spazio nel seguito di quest’opera, se riceverà il successo che Chinaski spera.

Episch Porzioni fa la parte del leone in questo libro, tanto che Rock Coroner esce a Suo nome. Oltre a Lui compaiono scritti di altri collaboratori: Federico Traversa, Alex Bay, Matteo Poli, Marco Porsia e Ken Paisly – l’autore di Solo Ozzy – già recensito su Truemetal tempo fa.

Da sottolineare i pochissimi errori di ortografia presenti all’interno delle 176 pagine, particolare che rende onore a un’uscita in edizione economica siffatta. Altra peculiarità non da poco in Rock Coroner è rappresentata dal saggio dosaggio delle auto-indulgenze letterarie dei vari scrittori presenti. Ci vuole veramente poco per far passare un libro come questo più per una celebrazione di chi scrive che non rendere onore – o disonore, a seconda dei casi – a chi è morto di rock’n’roll e derivati.

La musica è una delle cose più belle di questo mondo: va assaporata, dominata e gustata. Considerarla zona franca per le proprie ossessioni paranoiche è un errore madornale: per quanto attiene gli effetti collaterali leggere attentamente Rock Coroner, disponibile nelle peggiori librerie.

Stefano “Steven Rich” Ricetti