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Speciale Truemetal Festival: Time Machine (Lorenzo Dehò)

Di Fabio Vellata - 10 Marzo 2013 - 19:20
Speciale Truemetal Festival: Time Machine (Lorenzo Dehò)

 

“…nessuno di noi opera nei Time Machine per ottenere soldi o far guadagnare le case discografiche. Lo facciamo solo per passione e perché ci piace. Oltre a questo, ognuno di noi ha il proprio lavoro quotidiano: non ci imponiamo nulla, pensando che sia già comunque bellissimo essere di nuovo qui, dopo dieci anni, con tutti questi progetti in cantiere…”

(Lorenzo Dehò)

 

 

 
 

Un autentico piacere discorrere con Lorenzo Dehò, celebre bassista e fondatore dei seminali Time Machine, storico gruppo prog tricolore che ha avuto l’unica sfortuna di trovarsi limitato entro gli angusti confini nazionali, per un genere di musica ed una scena che, ad altre latitudini, avrebbe potuto osannarli quanto Shadow Gallery, Magellan o chissà, addirittura Fates Warning.

In occasione dell’attesa reunion, prevista per il prossimo 23 marzo sul palco del TrueMetal Festival, abbiamo contattato il loquace musicista milanese, scoprendone, ancora una volta, l’acuta intelligenza ed il carattere indomito di chi basa tutta la propria esistenza unicamente sulle emozioni e sul totale rifiuto dei compromessi.
Un’esperienza gratificante, insomma, che ben traspare dalle parole di questa intervista che Dehò ci ha concesso in esclusiva assoluta.

Buona lettura!

Intervista raccolta da Fabio Vellata

Ciao Lorenzo, è un vero piacere conoscerti e poter chiacchierare con te in occasione di questo importante evento che sarà il TM Festival, show che sarà nobilitato proprio dalla reunion dei tuoi Time Machine, di nuovo insieme dopo quasi dieci anni di inattività.
Ci vuoi raccontare come è maturata l’idea, e qual è lo stato d’animo con il quale vi avvicinate alla data del prossimo 23 marzo?

Fabio il piacere è assolutamente mio. Siamo davvero onorati di questa opportunità e non vediamo l’ora di salire sul palco per festeggiare Truemetal.

Per iniziare, anzitutto, giova che io ti racconti come sono andate le cose sinora.
Come ben sai, i Time Machine sono inattivi ormai da un bel po’ di anni, più o meno dal periodo di uscita del nostro ultimo album “Revivescence”, pubblicato nel 2004.
Ognuno di noi ha voluto seguire da vicino le proprie questioni personali: io la mia famiglia, gli altri membri del gruppo, progetti di altro tipo, questioni private e via così.
Devi però sapere che, un primo abbozzo di ritorno in scena lo avevamo già intavolato sin dal 2006: avevamo, infatti, un disco completamente nuovo praticamente pronto, mancava solo il missaggio delle voci e poco altro. Il problema tuttavia è stato che, dopo averlo valutato nella sua completezza, il progetto ci è parso non in linea con la nostra personalità più profonda.
Siamo per definizione un gruppo “progressive”. E, nonostante il nostro suono ed il nostro spirito sia da sempre “metal”, abbiamo comunque cercato in ogni nostra uscita di onorare questa nostra attitudine e mentalità, tentando sempre la via di un cambiamento costante che ci consentisse di non pubblicare mai un disco uguale ad un altro.
Un motivo di orgoglio per noi, che sta alla base della cancellazione di tutto quanto realizzato proprio per l’album del 2006: troppo simile a quanto fatto in precedenza e quindi, insoddisfacente per “concetto”.
Se ci pensi, anche una ragione di grande considerazione verso i nostri fan: non abbiamo mai voluto “clonare” o replicare quanto fatto in passato solo perché aveva venduto bene, ottenendo grandi consensi, al di là del supporto possibile ottenuto da potenti label o promoter.
La musica per noi è passione, non ci campiamo, ma semplicemente, desideriamo comunicare emozioni…

Insomma, arrivati dopo qualche anno ad aver definito i nostri progetti di vita, ci siamo ritrovati e ci siamo detti “è il momento di fare un nuovo album, che sia diverso dal solito, una botta che ci riporti dove eravamo”.
Presa la decisione, l’ho subito comunicato al mio amico fraterno Roberto Buonanno (editore di Truemetal NdA) che, tra il sorpreso e l’entusiasta ci ha ricordato da quanto tempo si sentiva la nostra mancanza in sede live, ovvero, più o meno dal Gods of Metal del 2002, quando suonammo appena prima degli Angra.
Da lì, l’idea di coinvolgerci per questa reunion live è stata pressoché immediata: un’idea che abbiamo abbracciato subito, con enorme entusiasmo.
Un invito del quale siamo onorati, sia per il portale che festeggeremo, sia per gli Headliner della serata, per i quali saremo ben contenti di aprire (gli Strana Officina NdA), trattandosi di un nome straordinariamente prestigioso e leggendario della scena heavy tricolore.
Ti dirò di più: lo spirito con cui affrontiamo l’impegno è ancor più “caldo” di quanto potrebbe essere se ci trovassimo a dover presenziare ad un Gods Of Metal: questa sarà una serata tra amici, una cosa di cuore che avrà come pubblico solo veri appassionati e non ascoltatori capitati per caso, ai quali magari della tua musica non interessa più di tanto…
 

 

Lorenzo, personalmente vi seguo sin dagli esordi: ricordo quando ordinai proprio dalla “tua” Lucretia Records il vostro primo EP “Project: Time Scanning”, disco che mi fece intendere sin da subito di essere al cospetto di una band innovativa e dotata di ottime idee.
Alla luce di questo grande talento che, forse, non ha mai trovato la meritata consacrazione a livello internazionale, quanto vi ha pesato in un epoca come la metà degli anni novanta, l’essere italiani piuttosto, che americani, inglesi o tedeschi?

Beh, ci sono particolari del passato che, in un certo senso, potrebbero comunque farti capire come anche questo confine per noi non sia stato così determinante.
Ciò che per noi ha sempre importato oltre ogni cosa è la nostra integrità artistica.
Per essere chiari: pochi mesi dopo l’uscita di “Project: Time Scanning”, cosa non proprio nota ai più, fummo contattati nientemeno che dalla tentacolare Roadrunner attraverso alcuni dei loro intermediari: erano molto interessati a noi ed alla nostra musica.
Il problema però nacque quando ci dissero, in modo esplicito, che il nostro stile avrebbe dovuto modificarsi per assomigliare maggiormente a quello degli Shadow Gallery.
Ricordo che all’epoca, ebbi la sfrontatezza di domandare “ma perché, se li avete già, volete dei cloni che gli assomiglino e non qualcuno che, magari, possa mostrare una personalità diversa?”.

Fu una sorta di rifiuto che, col senno di poi, temo ci sia costato un bel pezzo di carriera e di notorietà eppure, con tutta franchezza, non me ne pento.
Anche operando entro i confini nazionali abbiamo potuto esprimere il nostro modo di far musica, liberi da pressioni ed ingerenze eccessive.
Non me ne rammarico in alcun modo: alla resa dei conti, abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio non curandoci troppo di questioni come successo e notorietà.
Considerato poi, che i Time Machine sono sempre stati una specie di “porto di mare” con continui e costanti cambi di line up nella quale, l’unico membro fisso sono sempre stato solo io…

Insomma, un atteggiamento integerrimo che da sempre non ammette compromessi…

Sono comunque tutte cose che rientrano nell’ambito delle scelte di vita.
Un modo di essere che mi caratterizza da sempre, ancor di più ora che sono un po’ invecchiato. Tanto è vero che, proprio in ragione di questa logica, non ho avuto alcun problema a distaccarmi anche dall’ambiente di una grande metropoli come Milano, preferendo ritirarmi con la mia famiglia in un luogo più rilassato e lontano dal caos.
So di aver rinunciato a molte cose ed a grandi opportunità, ma è una scelta che non rimpiango di aver compiuto: le cose cambiano, la vita si evolve ed è giusto non rimanere sempre fissi in un’unica posizione.

Il Palco del Gods of Metal 2002,
teatro dell’esibizione dei Time Machine con Andrè Matos al microfono quale ospite speciale.

 

Ritornando all’argomento relativo alla vostra prossima reunion live del 23 marzo, chi ti accompagnerà sul palco?

Sarà bellissimo ritrovare dei grandi musicisti.
Ci saranno Gianluca Ferro alla chitarra (oltre che nei Time Machine, attivo anche con i Doomsword, NdA), a mio sindacabilissimo giudizio, il miglior chitarrista italiano ed uno dei migliori al mondo per feeling e tecnica: uno dei pochi che io conosca, ad unire classe, eleganza, passione, enorme tecnica ed infinita dedizione per lo strumento.
Poi avremo Gianluca Galli all’altra chitarra, reduce dalla pubblicazione di un disco dei Silver Horses con Tony Martin alla voce e da numerose partecipazioni con Frank Gambale, Tony Franklin e Ricardo Confessori, tra gli altri. Marco Sivo dei Planethard alla voce ed ovviamente io al basso.
Il batterista al momento, è ancora l’unico da confermare, per cui non posso rivelarti il nome…
Con nostro grande dispiacere non potremo invece avere con noi il grande Alessandro Del Vecchio alle tastiere, in quanto impegnato in altre cose…

Accidenti, che novità! Ale è sempre impegnato in mille cose differenti!
Pensa che qualche anno fa, ho avuto l’ardire di definirlo il “prezzemolo” della scena hard rock italiana.
E non era ancora arrivato allo status attuale, in cui è una presenza costante anche a livello internazionale! Praticamente non esce più un disco di rock melodico o AOR in cui non sia coinvolto…
Un artista a dir poco fenomenale che avrebbe completato al meglio una formazione di tutto rispetto, quindi…

Sì, in cui il più scarso sono sicuramente io!

Via, adesso non essere così ingeneroso, definirti scarso mi sembra comunque eccessivo anche se in linea con la tua innata modestia…

Te lo dico sinceramente, io e il basso siamo fondamentalmente due cose divergenti, ahaha…
Poi, può anche essere vero che io abbia composto del buon materiale in passato –  per lo meno, questo è quello che mi dite voi addetti ai lavori – ma da lì a considerarmi un mostro di tecnica ce ne passa.
Ciò non toglie che, il mio modo di suonare selvaggio ed istintivo alla Glenn Hughes, mi abbia spesso consentito di togliermi qualche soddisfazione, tant’è che, tutti coloro con i quali ho suonato in passato, non si sono mai lamentati di nulla. Nessuno mi ha mai cacciato…ahah!!!
Anche in questo caso, parliamo di qualcosa che risiede nel mio “essere” a livello profondo: sono nato e cresciuto ascoltando i Deep Purple da piccolo e poi gli Iron Maiden più avanti: emozioni prima di tutto!
È ovvio che quando guardo il nostro Gianluca Ferro suonare, beh, mi volto dall’altra parte per la vergogna perché capisco che io, a quei vertici di bravura non ci sono arrivato ne ci arriverò mai!

Andrè Matos, Gianluca Galli,
Lorenzo Dehò

 

Ehhhh Glenn…hai nominato uno dei miei artisti preferiti di ogni tempo per il quale rischio sempre, seriamente, di risultare ben poco imparziale!

Ma non me lo dire! Come si fa a non amare un artista simile!
Voglio raccontarti un aneddoto che lo riguarda, allora!
Devi sapere che, un paio di anni fa, Hughes era in tour in Italia insieme a Matteo Filippini e Ale Del Vecchio per proporre alcuni show dal vivo.
Ho avuto l’occasione di assistere ad uno degli eventi e, con mia grande sorpresa, durante l’esibizione ho notato che i tecnici del suono hanno dovuto letteralmente staccare una delle casse di amplificazione dal suo basso elettrico.
Incuriosito, ho voluto informarmi del motivo. Sai perché? Semplicemente perché Glenn ha un modo di suonare ed un tocco che – nessuno se lo sa spiegare – rende il doppio in potenza rispetto a qualsiasi altro.
Credimi, quello che usava quella sera, era lo strumento di un mio amico musicista: nelle sue mani, come per magia, diventava una cosa differente, alzando un muro di suono inaudito. Inspiegabile!
Ti giuro!
E ti dirò di più: a fine concerto questo mio amico bassista mi dice “ora Glenn appoggia il basso: vuoi scommettere che per almeno mezz’ora continuerà ancora a vibrare?”
Pensavo ad una battuta: beh, non ci crederai, dopo circa un quarto d’ora ci siamo avvicinati e – incredibile – quello ancora vibrava!
Ci sono artisti che sono benedetti da qualcosa di soprannaturale: non ho dubbi sul fatto che Glenn Hughes sia uno di questi…

E non parliamo della voce, qualcosa che, per me, va oltre l’umana comprensione…
Veniamo però ora a quello che è uno degli argomenti clou connessi a questa reunion, ovvero il nuovo album che è in via definizione.
Suppongo anzitutto che ne proporrete qualche stralcio dal vivo il prossimo 23 marzo…

Purtroppo no, devo darti una delusione. Ne di questo, ne di quello progettato nel 2006.
Il disco che avevamo pronto all’epoca è stato cestinato in modo definitivo: come non avessimo mai prodotto nulla o quasi. Magari utilizzeremo giusto qualcosa come b-side o bonus track per un’edizione speciale, anche perché Maurizio Chiarello, è intenzionato a realizzare un packaging di particolare fascino…

Quindi mi stai già confermando che l’etichetta sarà la Underground Symphony (di cui Chiarello è manager e proprietario NdA)?

Assolutamente: Maurizio è come un fratello per me e non potrei appoggiarmi ad altri!

I pezzi in ogni modo, su che stile si orienteranno?

Tutti i fronzoli prog a livello di struttura dei brani, fanno parte del passato. Si tratterà di una cosa molto asciutta ma assolutamente non per questo “povera”.
E sarà qualcosa di molto, molto, molto Dark…

Un po’ in linea con il pessimismo di questi tempi decadenti, mi viene da pensare…

Non necessariamente: usciamo da un periodo storico nerissimo ma per noi e per le generazioni future, vogliamo vedere comunque un po’ di luce. Ci saranno quindi anche delle belle melodie di facile ascolto, quelle che ci contraddistinguono da sempre, insieme ad arrangiamenti molto ricercati.
Non mancherà come ovvio, lo spazio “tecnico”, ma sempre finalizzato alla fruibilità del brano: il nostro intento è di apparire piacevoli al ragazzino di quindici anni neofita, così come al nostro fan affezionato sulla quarantina…

Concept anche questa volta?

Certamente, sarà il terzo capitolo della storia…

… il “terzo libro” allora!

Bravissimo! Si tratterà proprio del “Liber Tertius” nella storia dell’inquisitore Eymerich avviata con il romanzo di Valerio Evangelisti e rappresenterà la conclusione della trilogia.

Avete già una data d’uscita indicativa?

Assolutamente no! Il disco deve essere prima di tutto “bello” e come piace a noi.
Poi, quando esce, esce, non ci poniamo alcun tipo di limite temporale. All’interno del gruppo negli ultimi tempi, si è instaurato un clima davvero magico, in cui ognuno collabora al meglio, portando avanti il proprio impegno in modo da rendere quello degli altri più leggero.
E si lavora davvero bene: Sivo e Galli si occupano dei contatti con la stampa, Ferro del lato organizzativo. Tutti procedono di pari passo in modo armonico e compatto. Un’alchimia che sta funzionando a meraviglia e che sicuramente fornirà degli ottimi risultati.
Come ovvio, per tutti vale sempre l’unica regola: se sei nei Time Machine, questa è la tua priorità.

Suppongo quindi, che non ci siano nemmeno progetti “fissi” relativi ad uscite future successive a questo nuovo cd. Ovvero, quando colti da ispirazione ed in possesso di buone idee, vi metterete all’opera…

Fabio, nessuno di noi opera nei Time Machine per ottenere soldi o far guadagnare le case discografiche. Lo facciamo solo per passione e perché ci piace. Oltre a questo, ognuno di noi ha il proprio lavoro quotidiano: non ci imponiamo nulla, pensando che sia già comunque bellissimo essere di nuovo qui, dopo dieci anni, con tutti questi progetti in cantiere ed un entusiasmo che tra noi è divampato nell’arco di un paio di semplici telefonate.
Per il futuro non facciamo previsioni rigide: quel che sarà, sarà.
Del resto, se siamo arrivati sino a qui, non lo dobbiamo alle grandi multinazionali o a potenti label; lo dobbiamo ai fan che nel tempo hanno acquistato i nostri dischi tributandoci consensi.
Quindi, mai prenderemo per il culo i nostri ascoltatori con uscite stereotipate alla cadenza fissa di diciotto mesi o simili, l’una dall’altra.
Non ce ne frega un cazzo: non lo abbiamo mai fatto, ne lo faremo mai!
La nostra musica deve essere una cosa che sgorga dal cuore: è una questione di rispetto verso noi stessi e verso coloro che ci hanno sostenuto in questi anni.
Noi vogliamo continuare ad emozionare i nostri ascoltatori, costi quel che costi…

Si tratta indubbiamente di una dimostrazione d’integrità artistica e coerenza che non può che farvi onore…

Deve essere così! È una questione di principio… questa è l’unica vita che il creatore mi ha dato e non voglio passarla a baciare il culo a nessuno. Nemmeno in caso di bisogno o necessità…
L’esistenza è una cosa che va vissuta con orgoglio e dignità, senza scendere in troppi compromessi.
Zero calcoli, anche perché, parliamoci chiaro: non campiamo di musica, non siamo i Dream Theater o i Queensryche, quindi non avrebbe neanche senso rincorrere dati di vendita o altre sciocchezze simili.
La musica allo stato puro e nella sua migliore forma artistica: non ci interessa altro.

Come dicevamo, di certo sarà comunque un modo d’intendere le cose che non ti avrà reso tutto facile…

Ovviamente: a pensarla in un certo modo si incontrano difficoltà notevoli. Ma non contano…
Purtroppo continuo ad essere convinto che la musica non è un “prodotto”, è arte.
Quando, infatti, le case discografiche hanno sostituito i direttori artistici con i cosiddetti “marketing manager”, è andato tutto clamorosamente in malora.
E sai perché? Perché hanno ingabbiato il talento in logiche di mercato.
Ti faccio un esempio eclatante che potrà apparirti sconclusionato: Arisa, hai presente?
Cazzo, quella canta, canta davvero! Ha una gran voce e la sa modulare alla perfezione, però è un ingranaggio, intrappolata in canzonette costruite solo per vendere e far classifica…
Esagero ancora di più: a questo punto meglio uno come Fabri Fibra che se ne frega e fa tutto quello che gli pare!

Non voglio rubarti altro tempo Lorenzo, anche perché la nostra chiacchierata è stata già sufficientemente lunga.
Pur sapendo che non sei tipo da proclami, ti lascio comunque il pensiero o “messaggio” finale. A ruota libera, senza schemi, proprio come questa intervista…

Io? Messaggi al pubblico?
Ma va là, io caso mai li ricevo i messaggi, ahaha!
Voglio chiudere con un semplice pensiero rivolto a voi: sono grato a Truemetal – un portale di veri appassionati del quale sono stato sostenitore sin dagli inizi – per la coerenza che malgrado tutto ha sempre dimostrato anche nelle difficoltà, cercando in ogni modo di mantenere integro il proprio spirito.
Pur tra alti e bassi, in mezzo a mille casini ed a problematiche di vario tipo.
Non sono tipo da piaggerie, tant’è che proprio per questo non rilascio e non rilascerò altre interviste. Ma è una cosa che vi devo davvero.
E sono grato soprattutto a tutti i ragazzi che ci hanno sempre seguito e non hanno mai mancato di farci sentire il loro supporto nel corso del tempo, anche in periodi di oblio e lontananza dalle scene.
Ammettiamo anche noi di aver fatto degli errori, dei passi falsi, ma siamo lieti di essere comunque ancora qui a poter condividere la nostra musica con i nostri ascoltatori.

E noi siamo grati a voi, per la fiducia e per il privilegio di poter assistere alla reunion dei Time Machine dopo tanto tempo, proprio in occasione del nostro festival!
Non possiamo che ringraziarvi, aspettando di rivedervi finalmente tutti insieme il prossimo 23 marzo!

 

Fabio Vellata

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Discografia Time Machine:

Album:

  •     Act II: Galileo – 1995
  •     Eternity Ends – 1998
  •     Evil (liber primus) – 2001
  •     Reviviscence (liber secundus) – 2004


EP:

  •     Project: Time Scanning – 1993
  •     Dungeons of the Vatican – 1994
  •     Shades of Time – 1997
  •     Secret Oceans Part I – 1998
  •     Secret Oceans Part II – 1998
  •     Aliger Daemon – 2001
     

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Topic ufficiale Festival di Truemetal