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The Order (Mauro ”Tschibu” Casciero)

Di Fabio Vellata - 4 Ottobre 2012 - 0:20
The Order (Mauro ”Tschibu” Casciero)

…dopo aver fatto musica insieme per più di 20 anni in gruppi diversi, volevamo scrivere e suonare ciò che sentiamo come davvero nostro ancora oggi. Se la vuoi intendere in questo modo, allora sì, si tratta proprio di passione per un’epoca, quella degli anni ottanta….

(Mauro “Tschibu” Casciero)

Gente con “i piedi ben piantati a terra” i The Order, gruppo svizzero dalle evidenti partecipazioni tricolori, da poco giunto al traguardo del quarto album in carriera.
Un percorso artistico che definisce i tratti di una band coerente ed onesta, innamorata del rock vecchia scuola che, a dispetto di una qualità costantemente al di sopra della media, si dimostra consapevole dei limiti imposti da un mercato dagli spazi sempre più ristretti ed angusti.
Di poche ma significative parole, il batterista Mauro “Tschibu” Casciero è stato il nostro gradito interlocutore per una breve intervista incentrata sull’uscita del nuovo album, vero e proprio inno – a partire da titolo e copertina – ad uno stile di far musica intramontabile ed ancora oggi ricco di estimatori.

Intervista raccolta da Fabio Vellata
 

Ciao Mauro, qui è Fabio di Truemetal.it, è un vero piacere poterti intervistare!

Il piacere è tutto mio Fabio!

Per prima cosa, direi di introdurre un po’ la vostra nuova fatica, “1986”. Si tratta probabilmente del vostro disco più melodico in carriera e più ancorato al passato. A cosa dobbiamo questo ritorno alle sonorità tipiche degli eighties?

Per esattezza, volevamo fare un album che suonasse proprio come quello dei nostri eroi di quell’epoca. È praticamente un omaggio ai gruppi degli anni ’80 ed a quel periodo grandioso…

Non posso non notare il suggestivo titolo che avete scelto: “1986”. Possiamo considerarlo come una sorta di omaggio ai Whitesnake ed al loro glorioso “1987”?

Non direttamente in realtà. Pensavamo più al celebre “1984” dei Van Halen…
Tieni presenti poi che nel 1986 sono stati pubblicati alcuni album molto buoni per il genere, il che è un altro valido motivo per ricordare l’annata con piacere!

Siete giunti al quarto album nell’arco di circa sei anni, raccogliendo solitamente buoni riscontri a livello di critica musicale, eppure è inevitabile l’inserirvi sempre in un contesto underground. Questo tipo di inquadramento vi sta bene, o vorreste in realtà ottenere maggiore richiamo mediatico?

Ovviamente vorremo ricevere più attenzione. Chi non lo desidererebbe…
Tuttavia, sappiamo anche accontentarci: siamo tenaci nel cercare di perseguire i nostri obiettivi e sappiamo che il genere di musica che suoniamo non è di massa. Per cui, dopo tutto, questo status di cult band, per noi può anche essere ok…

Mauro “Tschibu” Casciero

Dopo tre album con Dockyard records, siete approdati su Massacre. Cos’è successo alla vostra precedente label e come siete arrivati al nuovo deal?

Semplicemente Dockyard ha chiuso i battenti e ci ha lasciati a piedi!
L’accordo con Massacre è arrivato grazie al grande Mat Sinner dei Primal Fear. È stato lui che, conoscendoci, ha organizzato i contatti ed ha fatto in modo che le cose andassero a buon fine!

Chi si è occupato della copertina del disco? Anche questo è un particolare che appare piacevolmente nostalgico, davvero molto eighties nell’impostazione.

L’autore della copertina è un certo Jan “Örkki” Yrlund di www.darkgrove.net., un ragazzo molto abile che però non conosciamo di persona.
Si tratta di un artista finlandese che ha lavorato direttamente su commissione per ordine di Massacre. Che ti devo dire: la label non era per nulla soddisfatta della nostra proposta per la cover ed ha preferito agire in modo diverso.
Il risultato però è piaciuto molto anche a noi: siamo molto contenti, l’immagine completa il disco perfettamente!

I testi sembrano essere spesso disimpegnati e scorrevoli. Chi ne è l’artefice?

Il responsabile di tutto è il nostro cantante Gianni (fiero Italiano anche lui). Penso si adattino al meglio alla nostra musica, in effetti… testi su odio, guerre o cospirazione sarebbero totalmente fuori luogo rispetto al messaggio che le nostre canzoni vogliono comunicare…

Anche un brano come “Long Live Rock n’Roll” sa un po’ di tributo ai Rainbow. Qualche attinenza voluta o semplice caso?

Pura coincidenza credimi, tanto più  che personalmente conosco i Rainbow davvero poco.
Il titolo potrà apparire rivolto in quella direzione, ma il pezzo in se, se ci fai caso, ricorda molto più qualcosa dei Kiss!

Questo vostro voler apparire a tutti i costi un po’ demodè e fuori dal tempo a cosa è dovuto? Puro romanticismo, passione per un genere musicale o magari, anche un pizzico di nostalgia e voglia di rifugio nelle atmosfere di un’epoca sicuramente migliore, che oggi non c’è più?

Vedi, dopo aver fatto musica insieme per più di 20 anni in gruppi diversi, volevamo scrivere e suonare ciò che sentiamo come davvero nostro ancora oggi. Se la vuoi intendere in questo modo, allora sì, si tratta proprio di passione per un’epoca musicale come quella degli anni ottanta….

 

Gli ultimi mesi sono stati decisamente duri dal punto di vista sociale per la gran parte delle nazioni europee. Come è vista e percepita questa grande era di crisi e tumulti in un paese da sempre relativamente tranquillo e rilassato come la Svizzera?

Non credere, la crisi è arrivata anche da noi. Anche qui non è affatto semplice vivere ed una pura leggenda il pensare che tutti gli Svizzeri sono ricchi, agiati ed al riparo dai problemi economici internazionali. La vita poi, da queste parti è molto costosa e questo accresce ancora di più i problemi…

Recentemente avete condiviso il palco con alcuni importanti esponenti della scena metal ed hard rock come WASP, Sinner, Primal Fear, Y&T e Shakra. Chi ti ha maggiormente impressionato per professionalità, stile, simpatia e carisma?

Penso che i Y&T siano stati probabilmente tra i più impressionanti sotto ogni punto di vista. Eccellenti musicisti e ragazzi molto simpatici. Ma soprattutto, persone semplici, con tutte e due i piedi ben piantati per terra!

A quanto sembra, “1986” sembra procedere piuttosto bene in Svizzera. Quali sono le vostre aspettative in senso più generale?

Niente di particolare. La nostra ambizione è quella di continuare a perseguire il nostro hobby nel modo più professionale possibile, registrare dischi e suonare dal vivo. Dal momento che abbiamo tutti (escluso Gianni) mogli e figli, non possiamo immaginare nemmeno lontanamente una vita come musicisti di professione…
Insomma, “famiglia, lavoro e rock’n’roll” e non “sex, drugs & rock’n’roll” ahah!

Bene Mauro, siamo al termine. Da vostro attento ascoltatore sin dagli esordi, non posso che complimentarmi con te e i The Order per la sempre ottima qualità dei vostri prodotti. Ti lascio comunque concludere a piacere l’intervista, con un saluto per i lettori di Truemetal!

Grazie Fabio per i complimenti e per l’intervista!
Ciao a tutti, saluti dalla svizzera e LONG LIVE ROCK’N’ROLL!
 

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Fabio Vellata

 

Discografia The Order:

  • Son Of Armageddon (2006)
  • Metal Casino (2007)
  • Rockwolf (2009)
  • 1986 (2012)

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Sito Ufficiale The Order