TM Blast Beats #4: Frederik Ehmke (Blind Guardian)
A cura di Stefano Testa, batterista membro degli Ananke, insegnante presso il centro Km33 di Trezzo Sull’Adda (Mi) e presso la Zona Played di Mezzago (Mi).
www.myspace.com/stefanotestadrummer – www.myspace.com/anankeit – www.ananke.it
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NUMERO 4
TM Carta d’Identità |
|
Nome |
Frederik |
Cognome |
Ehmke |
Anno di Nascita |
1978 |
Gruppi |
Blind Guardian, Neoshine, Sinbreed, Schattentanzt |
Bentornati amici lettori, anche questo numero di TM Blast Beats è finalmente giunto tra noi!
Oggi sarà una puntata un po’ particolare, la nostra analisi subirà un leggera variazione dei canoni finora seguiti, per essere incentrata su uno degli aspetti più importanti ma poco analizzati del mondo della batteria e della musica in generale. Non allarmatevi, i contenuti non subiranno modifiche ma analizzeremo l’argomento attraverso il nostro ospite, del quale è l’esempio per antonomasia.
Ciò di cui parlo è in parole povere “La capacità di entrare a far parte di una band sostituendo il membro precedente in modo perfetto”. Questo momento può essere uno dei più importanti nella vita di un musicista, il biglietto d’andata verso una felice carriera, la porta d’ingresso nel mondo dei professionisti. Certo, finchè ci troviamo in una band di ragazzi alle prime armi, i cui membri cambiano così rapidamente da poter essere raccolti nelle Pagine Gialle, l’argomento non fa testo. Ma a livello professionale, quando un elemento stabile lascia i compagni, magari dopo anni di avventure, possono generarsi vere e proprie tragedie nella ricerca di un degno sostituto. Spesso per ovviare a ciò si richiede l’intervento di un turnista o session member, professionista che gira di band in band offrendo i propri servigi in qualsivoglia attività musicale.
Non è il caso del nostro ospite, Frederik Ehmke, entrato nientepopodimeno che nei Blind Guardian nel 2005 dopo l’ uscita dello storico batterista Thomen Stauch.
Possiamo affermare in tutta tranquillità che il ragazzo ha compiuto un salto incredibile, impareggiabile, passando da una band locale come gli Schattentantz agli internazionali bardi.
Il tedesco, classe 78’, ha soddisfatto appieno le aspettative dei compagni più anziani garantendo una resa perfetta in ogni aspetto del suo compito, dal drumming alla presenza scenica, dimostrandosi l’esempio perfetto del discorso da me intrapreso.
La nuova formazione ha pubblicato sinora un solo album, “Twist in the Myth”, che sarà la nostra guida insieme ai vari filmati live presenti in rete.
DRUMMING
Lo stile di Ehmke trova le basi nel più classico power drumming tedesco. Già negli Schattentantz aveva dimostrato la provenienza da questo ceppo musicale e artistico, sviluppato anche verso direzioni folk.
Dal momento della sua entrata nei Blind ha messo però da parte le tante sfaccettature precedenti, incentrando la sua creatività sull’aspetto principale per il quale è stato assoldato e cioè la già citata sostituzione di Stauch. Questo ha dato luogo ad un evoluzione del suo drumming verso le classiche sonorità del gruppo, con l’obiettivo sia di non far rimpiangere Thomen sia di portare una ventata di aria fresca nel sound targato Guardian. Obiettivo ampiamente centrato direi.
L’unica (ahimè) pubblicazione in cui compare lo vede protagonista in primo piano del già tanto discusso cambio di rotta dello stile della band, cogliendo pienamente gli aspetti compositivi più utilizzati nei precedenti lavori ma ampliandoli in perfetta sintonia con i compagni.
Le ancestrali atmosfere barde in cui la doppia cassa l’ha sempre fatta da padrona vengono ripercorse da Ehmke in maniera perfetta, lasciando trasparire ben poco del cambio di formazione. Stessa cosa vale per i potenti e battaglieri fills dove tom e timpani vengono impiegati come veri e propri tamburi da guerra.
Infine anche le numerose marce medievali da sempre utilizzate non subiscono radicali stravolgimenti ma ricalcano la potenza e lo stile riscontrabile nella maggior parte degli album precedenti, cosi come per gli innumerevoli stacchi di atmosfera epica.
Se però da un lato assistiamo ad un assorbimento delle soluzioni adottate da Thomen, dall’altro dobbiamo dare atto a Frederik di un’inventiva tanto personale quanto in linea con le novità compositive alle quali la band ci sta da tempo abituando. Il tedesco aggiunge quanto basta per farci capire che il cambio dietro alle pelli effettivamente c’è stato, soprattutto nei groove più semplici e di stampo maggiormente classico sa applicare finezze stilistiche tali da modernizzare il risultato senza però sforare in un drumming troppo intricato.
In particolar modo ama utilizzare notevoli cambi di battere/levare e numerosi controtempi nei groove più tradizionali, riuscendo a portarli ad un livello tanto tecnico quanto però di facile ascolto, mentre i vari ritmi attendisti che viaggiano tra tom e timpani presentano una matrice palesemente moderna.
Nelle parti più eteree sa invece aggiungere apprezzabili dettagli che solo un orecchio esperto potrà cogliere, utilizzando soprattutto le percussioni di cui il suo set è fornito.
Spostando il nostro discorso sull’aspetto live del suo compito possiamo notare in lui un’attitudine naturale allo show ed una notevole presenza sul palco, dando alla band quella carica che da sempre li contraddistingue e dominando la forza delle esecuzioni con grande maestria.
Insomma i Blind Guardian hanno sicuramente vinto la loro scommessa puntando su un giovane promettente come Ehmke che, sebbene sia ancora parecchio indietro per classe e potenza rispetto a Stauch, sono sicuro potrà dimostrarsi degno di un trono così scomodo, dobbiamo solo dare tempo al tempo!
DRUMSET
Come lo stile, anche il drumset di Frederik presenta aspetti tipici del power metal. Già ai tempi degli Schattentantz soleva utilizzare un set simile a quest’ultimo, ma di sicuro meno sviluppato e qualitativamente inferiore. E’ molto probabile che l’assemblaggio del nuovo set sia stato effettuato seguendo le linee guida dei precedenti album della band in modo da poter eseguire i brani con le stesse modalità del predecessore. Ovviamente ciò lo rende abbastanza simile al set usato da Stauch. Come abbiamo già incontrato in altri numeri, ci troviamo davanti a Tama per fusti e meccaniche, Meinl per i piatti ed Evans per le pelli.
Tama Starclassic Bubinga Drums
Cassa 18″x22″
Cassa 18”x22”
Rullante 6,5″x14″
Tom 8″x8″
Tom 9″x10″
Tom 10″x12″
Tom 12”x14”
Timpano 16″x16″
Timpano 16″x18″
Tama Hardware
Iron Cobra Power Glide Twin Pedal
Iron Cobra Lever Glide Hi-Hat Stand
1st Chair Ergo Rider Drum Throne
HC Series Boom Cymbals Stands
HT and MT Series Tom Stands
PMD Series Rack
Meinl Cymbals
14” Soundcaster Custom Powerful Soundwave Hi-Hat
20” Soundcaster Custom China
18” Soundcaster Custom Powerful Crash
18” Mb20 Heavy Crash
15” Mb20 Heavy Soundwave Hi-Hat
16” Mb20 Heavy Crash
20” Mb20 Rock China
22” Mb20 Heavy Ride
20” Mb20 Heavy Crash
Meinl Percussion
Tambourine
Bar chimes
Evans Drumheads
Emad on kicks
G2 Clear on toms and floor toms
Powercenter on snare
Ice Stix Drumsticks
Ice Stix Sina 2 Action
Il drumkit è una vera e propria batteria da battaglia, disposta nella più classica delle maniere ma con componenti di misure tutt’altro che ridotte.
Sia i quattro tom frontali, disposti originalmente in lieve discesa dal minore al maggiore, che i due enormi timpani hanno una profondità notevole e garantiscono una presenza sonora dominante, soprattutto per quanto riguarda il 18”, un vero cannone. Due possenti casse ed il rullante principale condiscono il tutto.
Tutti i tamburi sono ricoperti da pelli Evans delle serie più utilizzate nel metal e in generi affini.
Come per i fusti, anche i piatti sono disposti in maniera semplice ma presentano misure fuori dal comune. Tranne che per il crash da 16”, tutto il restante piattume raggiunge misure molto ampie, letteralmente spropositate nel caso dell’Hi-Hat principale da 15”, del ride da 22” e di entrambi i china da 20”. Come se non bastasse sono tutti di serie Soundcaster e Mb20, modelli Heavy e Powerful, non proprio sottilette nello spessore. In principio sono stati inclusi nel set anche 3 piccoli splash posizionati comodamente sopra ai tom, ma la soluzione ha avuto breve vita.
Ehmke utilizza anche alcune percussioni, più precisamente un Tambourine ed un Bar Chimes, dislocate sulla sinistra del kit, al contrario non utilizza il benchè minimo componente elettrico.
Tutto l’hardware è marchiato Tama: il compito di sostenere il set è dato ad una schiera di mezzaste e reggitom a loro volta supportati da un enorme rack, mentre per i pedali la scelta è ricaduta su degli Iron Cobra.
Infine Frederik usa bacchette tedesche poco conosciute, le Ice Stix, e come altri batteristi ama suonare completamente scalzo.
VIDEO
Ecco alcuni interessanti video con i quali potrete notare di come Ehmke non mostra differenze di stile sostanziali tra un pezzo come “Welcome to die” composto da Stauch e “Fly” scritto da lui stesso.
“Welcome to Die”
“Fly”