Hard Rock

Live Report: Alter Bridge, Milano (Fabrique) 06/07/2017

Di Vittorio Cafiero - 15 Luglio 2017 - 11:06
Live Report: Alter Bridge, Milano (Fabrique) 06/07/2017

Con l’annuncio delle date estive dei vari Guns’n’Roses, Aerosmith, Eddie Vedder e System Of A Down, senza contare gli appuntamenti di carattere più popolare quali Coldplay, Depeche Mode e Vasco Rossi, la nuova calata sul suolo italiano del quartetto originario di Orlando rischiava di passare in leggero secondo piano. E tale possibilità ha iniziato a prendere forma concreta nel momento in cui i concerti sono stati spostati da contesti di arena all’aperto (Ippodromo di San Siro a Milano e delle Capannelle a Roma) a locali al chiuso dalla capienza più limitata. Ci si ritrova per l’occasione al Fabrique di Milano, quindi, con la curiosità di capire se per gli Alter Bridge sarà solo una serata di routine – magari di basso profilo, viste le premesse – o se si assisterà comunque ad un concerto di alto livello come la band sa garantire.

Blue Pills

Puntuale, ad aprire la serata è la giovane band rock blues svedese dei Blue Pills, capitanati dall’affascinante Elin Larsson e supportata dall’attiva Nuclear Blast, etichetta sempre più potente e di recente capace di guardare anche oltre al panorama squisitamente hard’n’heavy. Gli Scandinavi, giovanissimi e con il loro approccio così vintage sia nel look che nella musica, catapultano il pubblico indietro nel tempo e precisamene tra gli anni ’60 e ’70, grazie alla loro miscela di hard-blues con qualche cenno di psichedelia. Tecnicamente capaci e già abbastanza “sgamati”, i Blue Pills dimostrano anche una certa dimestichezza sul palco, figlia di numerosi tour internazionali. E’ chiaro come la front-woman catalizzi gran parte dell’attenzione: il vestiario, così come le movenze, ne fanno una sorta di Patty Pravo in versione Piper del giorno d’oggi: piace, anche se il pubblico degli Alter Bridge forse è fin troppo giovane e moderno per apprezzare uno stile del genere (già proposto da altri, oltretutto). Il francese Dorian Sorriaux, alla chitarra solista, è parecchio più statico e ricorda una sorta di Eric Bell (indimenticato fondatore dei Thin Lizzy) da giovane, anche lui davvero retrò nelle movenze. Colpisce anche il session man Rickard Nygren, bravo ad alternarsi tra chitarra e organo (dalle sonorità tipicamente seventies, inutile quasi dirlo). L’accoglienza è buona, anche se il pubblico pare più attento e corretto, che veramente coinvolto. L’atmosfera inizia a scaldarsi solo verso la fine, con la cover dei Jefferson Airplane “Somebody To Love” e con la conclusiva “Devil Man”…ma ormai è troppo tardi, è già tempo dei saluti e di lasciare il campo al piatto forte della serata.

Setlist:

Lady in Gold

Black Smoke

Bliss

Elements and Things (Tony Joe White cover)

You Gotta Try

High Class Woman

Somebody to Love (Jefferson Airplane cover)

Devil Man

 

Alter Bridge

Mai stanchi di girare per i palchi di mezzo mondo e conseguentemente di casa anche in Italia, gli Alter Bridge affrontano la fase estiva del The Last Hero Tour con la sobrietà che da sempre li contraddistingue e con una consolidata serenità sul palco. Potrebbero essere proprio queste, oltre alla qualità della proposta e alle capacità esecutive, le caratteristiche che, album dopo album e tournée dopo tournée, ne stanno aumentando il seguito: una fan-base eterogenea, che si divide tra i rocker più incalliti ed una massa critica rilevante di appassionati “neutrali”, affascinati da sonorità più pesanti rispetto agli ascolti abituali. L’ambiente raccolto favorisce da subito il coinvolgimento emozionale. Mark Tremonti e soci hanno gli sguardi e i movimenti di chi non deve dimostrare nulla e vuole semplicemente divertirsi e divertire. La tripletta iniziale viene sciorinata senza soluzione di continuità e scalda velocemente l’ambiente (almeno a livello di atmosfera, perché come temperatura non ce n’è davvero bisogno): gli Alter Bridge usano la mano pesante all’inizio, in un’esibizione che diventa immediatamente una festa rock totale, dove i suoni sono buoni, sebbene non eccellenti; ciò non intacca minimamente l’intensità dello show e in fretta il sudore inizia a scorrere a fiumi. La corale “Addicted To Pain” fa da trampolino al primo scossone emotivo della serata (e ce ne saranno molti), ossia l’introspettiva e vagamente deftonianaGhost Of Days Gone By”. Ma gli attimi di riflessione durano ben poco, del resto stiamo assistendo ad un concerto di rock duro: si vivono accenni di pogo sui pezzi più tirati come “Cry Of Achilles” e la ‘solita’ “Metalingus”, dove Kennedy lascia la chitarra per cercare ancora di più il contatto con le prime file. Altro climax emozionale (assieme all’immancabile “Blackbird”, quasi nemmeno necessario ricordarlo) è quello fornito da “Watch Over You”, dove Myles da solo, al centro del palco, è accompagnato dalla chitarra acustica e dai cori di tutto il pubblico: momento davvero forte, osservando il pubblico non sono pochi gli sguardi visibilmente commossi. In queste ballad viene fuori la stoffa mostruosa di Myles Kennedy, forse il frontman attualmente più talentuoso in circolazione (chiedere a tali Slash e Jimmy Page per referenze). Parlando di capacità, opportuno ricordare l’alter-ego alla chitarra: Mark Tremonti è un chitarrista impressionante, benché autodidatta e, come si è sentito nei suoi lavori solisti, se la cava egregiamente anche alla voce. Stasera lo dimostra con Waters Rising, dove è il musicista di chiare origini italiane ad occuparsi della voce solista. Il ritornello così catchy di “Show Me A Leader” non può non trascinare fino all’ultimo dei presenti prima della guitar battle che fa da prologo al gran finale, la classica “Rise Today”.

Poco altro da aggiungere: anche il concerto non necessariamente più atteso della stagione può rivelarsi una serata spettacolare.

Setlist:

Come to Life

The Writing on the Wall

Farther Than the Sun

Addicted to Pain

Ghost of Days Gone By

Cry of Achilles

My Champion

Ties That Bind

Waters Rising

Watch Over You

Isolation

Blackbird

Open Your Eyes

Metalingus

—–

This Side of Fate

Show Me a Leader

Rise Today