Heavy

Live Report: Lizzy Borden a Trieste

Di Marco Donè - 27 Novembre 2014 - 15:00
Live Report: Lizzy Borden a Trieste

20 NOVEMBRE 2014

TRIESTE

LIZZY BORDEN – DAMNED PILOTS – NIGHTGLOW

Live Report a cura di Marco Donè

 

Trieste, 20 novembre 2014, dal meteo hanno previsto una serata tranquilla con cielo sereno e stellato. Non hanno però considerato l’avvento in città del ciclone Lizzy Borden.

La storica US Metal band approda infatti, con il proprio terremotante show, nel capoluogo giuliano per l’ultima delle quattro date italiane che fanno parte del 30 Years Of American Metal Tour 2014. Tour nato per festeggiare il trentennale della band. La serata è organizzata dall’attivissima associazione Trieste Is Rock che negli ultimi anni sta regalando parecchie soddisfazioni ai metalhead triestini.

La location scelta per ospitare la serata è il piacevole Teatro Miela situato nei pressi di Piazza Unità e ad accompagnare sul paco i leggendari Lizzy Borden ci saranno i triestini Damned Pilots e i modenesi Nightglow, support act ufficiale delle tappe italiane del tour.

Arrivo al Teatro Miela poco dopo le 21:00 e dopo aver salutato gli immancabili volti che si incontrano ad ogni concerto dalle tinte ottantiane, faccio ingresso in platea. Per la serata non sono state tolte le poltrone, c’è comunque uno spazio di qualche metro tra palco e prima fila a sedere che permetterà di vivere il concerto a “contatto” con le band. Vedendo più di qualche metalhead comodamente seduto, l’idea di seguire il concerto come da tradizione giapponese mi sfiora ma è solo un lampo. Il concerto si segue in piedi, possibilmente sotto il palco!

 

DAMNED PILOTS

Verso le 21:30 fanno l’ingresso in scena – vista la location il termine è più che mai corretto – i triestini Damned Pilots. Mettono subito in mostra un ottima carica e, giocando in casa, sanno come scaldare e portare il pubblico dalla loro. I suoni, considerando che siamo ad inizio serata, sono buoni e la proposta dei quattro triestini è articolata e personale.

Troviamo infatti elementi stoner che si mescolano a passaggi più melodici e moderni, proposta che può essere descritta con la definizione usata dalla band ovvero “post nuclear stoner glam”. I Damned Pilots tengono il palco con energia e offrono un ottimo impatto grazie anche ad un look che potremmo definire “apocalittico militare”. Forse l’unica pecca nel look è la scelta del bassista, Erik Space, di indossare pantaloncini corti che stonano col resto della band ma sono dettagli. I pezzi sanno fare breccia, spicca in particolare “Make My Day”, ed il pubblico presente sostiene la band calorosamente. Prestazione estremamente convincente e band da tenere sott’occhio.

 

NIGHTGLOW

Dopo il consueto cambio palco fanno il loro ingresso i Nightglow. La band modenese si è fatta conoscere nel territorio nazionale come tribute band dei Manowar per poi decidere di iniziare a comporre materiale proprio. Un disco all’attivo ed uno in imminente uscita il primo di dicembre intitolato “Orpheus”.

I Nightglow, in queste date come support act dei Lizzy Borden, decidono di presentare proprio “Orpheus” album su cui puntano molto. La band parte subito a mille con “The Infection” mettendo in evidenza una sterzata stilistica non da poco. Dalle sonorità più classiche degli esordi ci troviamo di fronte a pezzi estremamente moderni, à la Adrenaline Mob giusto per capirci. I suoni avrebbero bisogno di una piccola sistemata, nulla di trascendentale, basterebbe bilanciare meglio le due chitarre. Nonostante questo la band aggredisce il palco con la giusta cattiveria mostrando un ottimo amalgama tra i componenti e mettendo in bella mostra ottime doti tecniche. Sulle sette song che la band eseguirà, ben cinque sono pescate dal nuovo lavoro.

Colpiscono al primo ascolto “Lead Me”, “On My Knees” e “Fuck You”, canzoni in cui l’imponente singer Daniele Abate può sfoggiare al meglio la propria voce e la coppia d’asce, composta da Andrea Moretti e Giulio Negrini, impressiona per precisione ed aggressività. Una prestazione impeccabile quella dei Nightglow anche se, forse, la nuova direzione scelta dalla band non è la più adatta per il pubblico presente stasera ben più avvezzo a sonorità di chiaro stampo eighties. Il loro set si chiude con “We Rise”, title track del primo album, sempre efficace dal vivo.

 

LIZZY BORDEN

Inizia il cambio palco ed il Teatro Miela entra in fermento. I fan dei Lizzy Borden iniziano ad affollare la platea e prendono posto in quello spazio tra palco e file a sedere. Chi è seduto tende ad alzarsi e nonostante il Teatro non sia gremitissimo – colpisce però la cospicua presenza di fan da Slovenia e Croazia – si respira l’eccitazione da parte del pubblico. Chi è presente sa che assisterà ad uno show che non è cosa da tutti i giorni. La scenografia è sobria, composta da due teloni posizionati ai lati della pedana della batteria raffiguranti il logo della band. In questa tournée i Lizzy Borden si presentano con una formazione a quattro. Il mastermind Lizzy Borden, l’immancabile Joey Scott Harges alla batteria, il fido Marten Andersson al basso e, alla chitarra, c’è il rientro in formazione del fenomenale Ira Black.

Dopo la presentazione fatta da Massimo Barzelatto, colui che sta dietro al progetto dell’associazione Trieste Is Rock, si spengono le luci e parte l’intro di “Master Of Disguise” e con esso il pubblico inizia subito a farsi sentire. Uno ad uno gli attori fanno il loro ingresso e “Master Of Disguise” esplode in tutta la sua bellezza. Ovviamente il più atteso e Lizzy che si presenta, da vero mattatore qual’è, con un lungo cappotto nero ed una maschera che ne triplica il volto creando un effetto “confusione” ogni qualvolta si provi a fissarne il viso. Il cantante americano si presenta un po’ imbolsito ma la voce c’è, non è quella degli anni ottanta ma c’è e a noi quello interessa. Si capisce subito che Lizzy e la band sono carichi e che il concerto sarà esplosivo. “Master Of Disguise” è un inizio azzeccatissimo, le prime file sono scatenate e la band aggredisce il palco, in particolare Ira Black. Finita la prima canzone non c’è tempo di respirare perchè parte subito “Notorius”. Il pubblico esplode in un boato e Lizzy canta facendo roteare una mazza da baseball. Che inizio di concerto! Al termine della canzone Lizzy esce dal palco per cambiarsi – da quel momento in poi sarà un continuo cambio di maschere e mantelli – per rientrare privo di cappotto e maschera iniziale ma interpretando però una mummia con tanto di cerone. La scaletta della serata pesca a piene mani da tutta la discografia della band e così si susseguono una serie di classici del calibro di “Roll Over And Play Dead”, “Rod Of Iron” e “Eyes Of A Stranger” interpretati magistralmente dalla band.

Lizzy è autentico mattatore, calato come sempre alla perfezione nel ruolo di folle guida all’interno del proprio teatro shock rock. Gli altri compagni d’avventura sono in piena forma e regalano una prestazione precisa ed aggressiva. Ognuno di loro avrà lo spazio per metter in mostra le proprie doti tecniche. Ad iniziare lo spazio dedicato agli strumentisti sarà Marten Andersson con un assolo di basso impressionante. Velocità, precisione e passaggi in tapping ne caratterizzano la prima parte mentre, nella seconda parte, Marten cerca ed ottiene senza tanta fatica la partecipazione di un pubblico sempre più coinvolto. Tocca quindi a “Tomorrow Never Comes” e poi a “Long Live Rock’ n’ Roll”, immancabile cover nella setlist dei Lizzy Borden, cantata a squarciagola dal pubblico. Con un continuo cambio di maschere, quasi a mostrare tutte le orrorifiche personalità che compongono la mente del carismatico frontman, arrivano “Under Your Skin” e uno dei momenti più attesi del live, annunciato come al solito dalla domanda “Do you want blood?”.

Ecco quindi l’attacco della stupenda “There Will Be Blood Tonight”. Questa volta niente rituale del morso del vampiro, la performer che solitamente accompagna la band non è presente in questo tour, così il rituale del sangue viene compiuto da Lizzy con l’aiuto di un losco individuo dalla maschera metallica. Nessuno delle prime file sarà graziato e così, pescando dalla ciotola sorretta da “maschera di ferro”, Lizzy inonderà loro il volto con il sangue. Il pubblico è totalmente ai suoi piedi ora e chi se ne frega se il singer è più attento a compiere il rituale che a cantare correttamente la canzone! Giunge poi il momento dell’assolo di Ira Black, uno dei chitarristi più sottovalutati della scena.

Grande esecuzione tecnica ed ottima scelta delle melodie. Impressiona anche l’aggressività che accompagna l’esecuzione dell’assolo. Arrivano poi due super classici come “Me Against The World”, canzone vittima di qualche inconveniente tecnico alla chitarra di Ira Black che ne sacrifica un po’ la bellezza, e l’immortale “American Metal” cantata a squarciagola dal pubblico e da un Lizzy avvolto da due bandiere, una americana ed una italiana. A questo punto la band lascia il palco e come succede sempre in queste occasioni, viene chiamata a gran voce dal pubblico. Ad uscire è il solo Joey Scott che esegue il suo assolo di batteria, un assolo scuola anni ottanta! Ad assolo finito il resto della band fa il suo rientro in scena per una “Red Rum” da urlo. Lizzy si presenta vestito con una tunica nera e con una maschera che cambia livrea ad ogni tocco, semplicemente unico! Dopo l’ennesimo cambio di costume del frontman, il concerto si chiude con la cover di “Born To Be Wild”. Ora è veramente finita. Dopo i ringraziamenti ed il lancio di bacchette e plettri, la band saluta Trieste tra gli applausi.

Nonostante dei suoni non proprio impeccabili, la serata al Teatro Miela è stata una di quelle che difficilmente si dimenticano. Ottima l’organizzazione ad opera Trieste Is Rock ma questa non è una novità. Positive le performance di Damaned Pilots e Nightglow che si dimostrano entrambe band molto interessanti, semplicemente immensa la prestazione dei Lizzy Borden. Uno show che sa coinvolgere sia dal punto di vista musicale che teatrale. Il teatro shock rock di Lizzy non fallisce il colpo e riesce a fare centro anche questa sera.

Marco Donè

SETLIST

Damned Pilots
01. Intro
02. Damned Pilots
03. Make My Day
04. Hell Is Cold
05. Desert Europa
06. Just Another Day
07. Sylvanic

Nightglow
01. The Infection
02. Bloodway
03. Dreamland
04. Fuck You
05. On My Knees
06. Lead Me
07. We Rise

Lizzy Borden
01. Master Of Disguise
02. Notorious
03. Roll Over And Play Dead
04. Rod of Iron
05. Eyes Of A Stranger
06. Bass Solo
07. Tomorrow Never Comes
08. Long Live Rock ‘n’ Roll
09. Under Your Skin
10. There Will Be Blood Tonight
11. Guitar Solo
12. Me Against The World
13. American Metal
Encore:
14. Drum Solo
15. Red Rum
16. Born To Be Wild