Power

Live report: NanowaR of Steel + Kill Me Licia @ Alchemica (Bologna) 14/12/2018

Di Luca Montini - 19 Dicembre 2018 - 8:00
Live report: NanowaR of Steel + Kill Me Licia @ Alchemica (Bologna) 14/12/2018

NANOWAR OF STEEL + KILL ME LICIA 
14/12/2018 @ Alchemica Music Club, Bologna
 

Alchemica nanowar 600 400

Tra le costanti fondamentali in natura, ricordiamo la costante di Plank ħ, la costante di gravitazione universale G, la velocità della luce nel vuoto c e la fila costante all’Alchemica Music Club di Bologna al concerto dei Nanowar of Steel di venerdì scorso. Sì, perché nella gelida nottata bolognese di venerdì 14 dicembre, erano veramente in tanti i metallari ad accodarsi con encomiabile pazienza all’ingresso del locale, che lentamente raggiungeva la capienza massima, mentre la coda restava inalterata. Sold-out. Una serata in nome del metal più demenziale e scanzonato, sotto le lettere occulte di Visita Interiora Terrae, Rectificando Invenies Occultum Lapidem che campeggiano sulla parete del locale: che l’alchimia segreta sia invero l’happy metal? A giudicare dalla risposta del pubblico, già caldo dalle prime note del concerto degli ascolani Kill Me Licia, fino all’attesissima tappa del Valhtour dei NanowaR of Steel parrebbe di sì.

KILL ME LICIA
Il combo proveniente dalla terra delle olive più buone del mondo (e chi sostiene il contrario è un dannato poser), è nato nel 2014 ed è forte di alcuni concerti nelle principali fiere di comics e fumetti del Bel Paese, Lucca Comics incluso. I nostri propongono sul palco i ri-arrangiamenti in chiave rockettara e senza fronzoli delle sigle dei cartoni animati che hanno ammaliato i nostri pomeriggi più nerd degli anni ’80, condendole di citazioni alla storia del nostro genere preferito e stravolgendo un po’ i testi con qualche gag. Un’operazione in parte similare a quanto fatto proprio quest’anno dai modenesi Trick or Treat con “Re-Animated”, anche se in maniera meno filologica e con l’aggiunta delle suddette citazioni musicali. Ed ecco che tra un brano e l’altro spunta un riff da Holy Diver, Welcome to the Jungle, Perfect Strangers e così via. Idolo della serata il simpatico chitarrista Alfredo Di Feliciantonio, che stasera suona il basso causa defezione del bassista titolare. Impossibile tenere fermo il pubblico sulle note dell’Uomo Tigre (Spiderman), David Gnomo o Heidi, con una bella sezione in yodel del cantante Luca Cristofori. Bella anche la “Suite Ellenica” sui Cavalieri dello Zodiaco/Saint Seya, ma il pezzo più amato ed apprezzato, chiamato a gran voce dal pubblico è l’inno “Ken il Guerriero”, con la sua sigla che ogni vero metallaro dovrebbe cantare con una mano sul cuore. Una buona performance ed una scoperta molto piacevole che va a rinserrare le fila dei fan della band, in attesa del nuovo CD che dovrebbe arrivare all’inizio del nuovo anno.

Setlist
01. Uomo Tigre
02. David Gnomo
03. Heidi
04. Devilman
05. Tartarughe Ninja
06. Kill Me Licia
07. Suite elleninca
08. Lady Oscar
09. Ken il Guerriero
10. Mazinga Z
 

NANOWAR OF STEEL (Gli Atroci special guest)

Dentro i Nanowar of Steel sulle note di “Declination”, intro utile a decifrare i termini occulti in lingua latina coi quali ho aperto questo report. Partenza al fulmicotone proprio come nell’ultimo disco “Stairway to Valhalla” (2018) con “Barbie, MILF Princess of the Twilight”, che anche senza Fabio Lione (emulato da un impeccabile Mr. Baffo) spinge sin da subito il pubblico ad un pogo scatenato, con tanti a cantare nelle prime file: per quanto recente il singolo è già stato ben assimilato… e dire che il ritornello mi sembrava così assurdamente incantabile!
La setlist propone principalmente brani in lingua italiana, con alcuni highlights da “Tourmentone vol.I” (ma senza cetriolo) come “V per Viennetta”, ma anche con un po’ di cremino, e la potentissima e dolorosissima “400 calci”. Non si è mai troppo vecchi per certe stronzate, e nemmeno per rivedere Alex l’Ariete.
Esibizione magistrale con Potowotominimak e Mr. Baffo ad alternarsi nelle folli strofe della band, il primo a pugnare in prima linea come un Lv.10 (nano)Warrior armato di spadone ammazzadraghi (che poi è un ossimoro), il secondo più indietro, come un Lv.9 Dancer (su Final Fantasy è pur sempre una classe) con il suo tutù Vorpal +666. Sulle retrovie l’ossatura ritmica dei Nani: l’astrofisico teorico Gatto Panceri 666 al basso ed il ghost drummer (nono c’era in carne ed ossa, tranquilli) Uinona Raider. Carico a mille il chitarrista Mohamed Abdul, irrefrenabile ed estremamente pulito nell’esecuzione tecnica dei suoi solos, MVP per lo scrivente. 
Molto efficace dal vivo anche “The Call of Cthulu”, con la maschera del mostro lovercraftiano ad impossessare Carlo Fiaschi, che di lì a breve evolverà in Pidgeot cioè, no, in barbagianni, il temibile cacciatore notturno di arvicole, rane e insetti, dalla provincia di BAT(man) alle Regioni Amministrative Speciali della Cina del sud.
Ma la vera sorpresa (beh dai, anche un po’ telefonata come il grosso telefono gonfiabile di Cthulhu) sul palco di Bologna è la presenza di ben tre elementi de Gli Atroci, band felsinea che ha recentemente stretto un’alleanza parlamentare con i Nanowar of Steel, in quanto “Sottosegretari alla Presidenza della Repubblica del Truemetal”: è proprio in questo brano che il Profeta, il Nano Merlino e il Boia Malefico irrompono sul palco. Fantastico il Nano Merlino che qualche minuto dopo si palesa tra il pubblico per lunghe sessioni di pogo violento. Se “per fare una grande parete ci vuole un grande pennellen”, per fare un grande Governo ci vuole una grande e solida Alleanza come questa.
Il concerto prosegue tra il faceto ed il memorabile, con Mr. Baffo in versione “Gilet Arancione” (forse i gilet gialli li hanno presi tutti i francesi) per “L’opelatole ecologico”, perfetto poi sull’acuto di Metal of steeeeel.
Chiusura della setlist ordinaria con l’inno di Fudalesimo e Libertà, per la gloria de Lo Imperatore.
Mentre il pubblico intona il refrain di “Giorgio Mastrota-trota-trota” i ragazzi rientrano sul palco, ma le note sono quelle di “Master of Pizza”, antica cover del capolavoro dei Metallica. Il tempo di una strofa, fino al ritornello, “Master! Iamme!”, ed eccoci alla tanto bramata “Giorgio Mastrota”, che il pubblico canta a squarciagola come se San Giorgio fosse lì con noi, con o senza un drago da uccidere (nel dubbio, come illustrato dagli autori di King”, per uccidere il drago serve la spada). In onore del disco che prese 100 su Truemetal, l’ultimo vero brano è “Odino and Valhalla”, con i proverbi declamati nella nostra lingua per osannare l’imperitura saggezza del Dio/Deejay Odino, per poi salutare il pubblico sulle rapidissime note di “Power of the power” (of the power of the great sword).
Grande soddisfazione per una serata memorabile all’Alchemica. Ottimi anche i suoni, nonostante le ridotte dimensioni del locale. Rafforzati i rapporti con l’elettorato, questo governo bicolore, come dichiarato dagli stessi Nanowar, porterà presto al popolo il reddito di metallanza. Ce lo chiedono gli Europe!

Setlist
01. Declination (intro)
02. Barbie MILF Princess Of The Twilight
03. I 400 Calci
04. The Call of Cthulhu
05. To Kill the Dragon You Need a Sword
06. Il cacciatore della notte
07. Bestie di seitan
08. V per Viennetta
09. Uranus
10. Sottosegretari alla presidenza della Repubblica del Truemetal (feat. Gli Atroci)
11. L’opelatole ecologico
12. Metal
13. Feudalesimo è libertà

ENCORE
14. Master of Pizza
15. Giorgio Mastrota
16. Odino and Valhalla
17. Power of the Power of the Power of the Power (Of the Great Sword)

Live report a cura di Luca “Montsteen” Montini