Report: Saxon e Iced Earth – 22/2/2009 Milano
SAXON
ICED EARTH
ROLLING STONE MILANO
DOMENICA 22 FEBBRAIO 2009
La strana coppia: Saxon headliner e Iced Earth in veste di supporter di lusso. In realtà, come asserito dal leader degli Stallions Of The Highway inglesi Peter Rodney Byford, al secolo Biff, nella conferenza stampa pre-concerto, i veterani britannici da sempre seguono l’evoluzione del mondo variegato del Metallo e, nonostante la coerenza di base, non si considerano degli ottusi dinosauri con lo sguardo rivolto al dorato passato. Proprio per questo un package siffatto gode di una precisa pertinenza all’interno del Battalions Of Steel Tour.
La testimonianza più credibile, come accade sempre in questi casi, è rappresentata dai numeri e un Rolling Stone stipato in ogni ordine di posto – al di fuori dell’anello superiore, chiuso – è lì a dimostrare la scelta vincente del binomio. Che i Saxon siano da sempre una band anagraficamente trasversale non sta di certo a me sottolinearlo, quello che è sicuro è che in mezzo a una moltitudine di teste dalla fu folta chioma ben si amalgamano giovani virgulti sopraggiunti appositamente per gustarsi una sana dose di metallo americano targato Iced Earth ma anche le sonorità provenienti dallo Yorkshire di Sua Maestà.
ICED EARTH
Nell’ora abbondante a disposizione Jon Schaffer e soci hanno prima vinto e poi convinto un’audience attenta e sufficientemente calorosa, sparando bordate di sano HM a stelle e strisce ammaestrato dall’ugola a sirena del sempre all’altezza Matt Barlow, un trapano che sembra immune allo scorrere del tempo. Ten Thousand Strong , Dracula, Watching Over Me, fra le altre si sono succedute senza pietà, confermando il ruolo di primo piano del combo proveniente dalla Florida, molto più di uno sparring partner.
SAXON
Ore 21.44, breve intro e poi “tre mazzate tre” tali da stendere anche un Tarbosauro adulto ai tempi del Cretaceo Superiore: Battalions Of Steel, Heavy Metal Thunder e Witchfinder General. Inutile descrivere la portata di pezzi del genere in rapida successione: chi domenica sera era presente al glorioso Rolling di Corso XXII Marzo si porterà a vita le stigmate di simili efferatezze sonore. Attimo di pausa – si fa per dire – con 747, foriera di poderosi pogo nella zona centrale del pit e poi via con Demon Sweeney Todd, dall’ultimo, convincente Into The Labyrinth. I Nostri sono in forma, allegri e compagnoni come sempre, a portare il sano HM britannico in giro per il mondo con il sorriso sulle labbra, dispensando lezioni di vita a molto altri colleghi inavvicinabili.
Il delirio siderurgico continua, fra hit immortali – Strong Arm Of The Law, An The Bands Played On, Wheels Of Steel, Crusader, Princess Of The Night – e credibili newcomer da concerto – Hellcat, Live To Rock -. Epica a livelli massimali durante la proposizione di Valley Of The Kings: roba da pelle d’oca, tanto da evocare in quel di Milano addirittura lo spettro del Dio del Tuono Thor, direttamente dal Valhalla. Impagabile il siparietto fra il vocalist e il “vecchio” figliol prodigo Nigel Glockler, prima dell’esecuzione a sorpresa di Ride Like The Wind, autentico fuori programma, eseguito dopo la lettura di un cartello sopraggiunto dalle prime file.
Ore 23.01. Tutti e cinque i Sassoni sono sul palco a inchinarsi verso un pubblico caldissimo, che ancora una volta ha tributato alla premiata ditta Byford&Quinn una copiosa dose di gloria, meritatissima e antica, a tutto oggi sanguinante per le lontane date annullate in passato a causa di mancanza di prevendita. Periodi bui, oscuri, dove l’aquila stava davvero per richiudere le ali lassù, nel nido in cima all’Olimpo dell’heavy metal. Le note di Denim&Leather rimbombano ancora nelle orecchie, le luci si accendono, la notte è alle porte e l’acciaio ancora una volta, l’ennesima, ha stravinto, grazie a Loro, i guerrieri provenienti da Barnsley.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Un sentito grazie all’amico nonché fotografo del magazine Metal Maniac Luca Bernasconi (www.lucabernasconi.com) per le foto concesse.