Black

Intervista Darkthrone (Fenriz)

Di Giuseppe Casafina - 27 Ottobre 2016 - 11:36
Intervista Darkthrone (Fenriz)

Spezziamo il tipico vademecum redazionale per porre un’introduzione verso quella è stata, per noi in primis, una sorpresa: la possibilità di un’intervista davvero speciale ed inaspettata, improvvisa. Signore e Signori, ecco a voi, sulle pagine di TrueMetal.it, Gylve Fenris Nagell, meglio noto come Fenriz, batterista (e negli ultimi tempi anche seconda voce) dei Darkthrone!

Quel che leggerete è un Fenriz straordinariamente espansivo e dettagliato, che non si è in alcun modo risparmiato nei confronti delle nostre domande.

Quindi, buona lettura.

La Redazione

 

I Darkthrone nel 2016: l’immagine di copertina è ad opera di Ester Segarra

 

Carissimo Fenriz, sei il benvenuto su TrueMetal.it!

La tua presenza su queste pagine è un grande onore per noi.

Sei certamente una delle personalità più rappresentative del black metal scandinavo, e siamo orgogliosi di ciò….davvero, credi alle nostre parole: siamo molto, molto orgogliosi di questo amico!

Riusciresti a trovare un modo ironico di introdurre i Darkthrone ai nostri lettori italiani, indipendentemente dal fatto che i Darkthrone sono uno dei più conosciuti black metal acts oggigiorno?

Yeah, mi piace l’ironia. Ed è ironico che come dj mi sia posto per così tanti anni l’obiettivo di far finire un mio mix su FACT (http://www.factmag.com/ ) o Resident Advisor (https://www.residentadvisor.net/). Finalmente mi è stato chiesto di fare un mix per FACT ma con tutte queste interviste che devo fare non ho il tempo, pertanto ho dovuto mandare un vecchio mix che avevo fatto in precedenza.

 

Come Darkthrone siete sempre stati un manifesto vivente di onestà ed integrità, avete sempre affrontato tutte le critiche contro di voi con la migliore risposta di sempre: sbattervene le pa**e di quello che dice la gente e registrare nuovi dischi!

“Arctic Thunder” suona molto simile ai vostri primi capitoli: è una cosa volontaria o solo il feeling istintivo del momento?

Ve lo chiedo perché, aldilà del tono ‘doom’ di questo disco, percepisco una forte vena tipica del primo black metal norvegese che aleggia su ogni singolo pezzo, missata con la tipica attitudine alla Darkthrone che i vostri supporters (come me, ovviamente) hanno sempre apprezzato.

Lo stile tipico è quello di Ted. Io, dall’altra parte, ho cercato di continuare da dove avevo lasciato i Darkthrone nel 1988, creando riff e suonando la batteria meglio di come avrei potuto fare nel 1988.

Ma vi è di più: non posso parlare per Ted ora, ma immagino che egli crei sempre musica con la sua stessa testa, ispirato da se stesso, sedendosi  con la sua chitarra e creandola, anche se ciò potrebbe essere solo una congettura alla fine. Io, da parte mia, ho avuto una visione per questo album che questa volta potrebbe rendere i Darkthrone più introversi.  Perché?

Da quando finalmente abbiamo nuovamente un nostro studio personale (grazie ad un’iniziativa di Ted nel lontano 2005) abbiamo effettuato un casino di registrazioni improvvisate e molti dei pezzi avevano come un grande scintillio nei loro occhi. In ogni modo, il nostro ultimo album ha spazzato via del tutto alcuni stili da noi provati ed è nel complesso leggermente più serioso, seppur mantenendo allo stesso tempo elementi dallo stile differente. Siamo stati molto soddisfatti di “The Underground Resistance” e personalmente ho pensato spesso a come avremmo potuto superarlo.

Quindi sono passati gli anni e mi sentivo allo stesso modo, quell’album è stato una specie di gigante per noi, ed è stata dura affrontare il fatto che avremmo dovuto o ammazzare quel gigante o girarci attorno. 

Alla fine ho scelto la seconda (mi riferisco nuovamente a come io ho creato nuovi pezzi per questo disco) ed ho optato per spazzare via molti stili, abbandonando la mia fissa abituale di scrivere pezzi speed metal seguendo stile svedese degli anni 1985-1987. Quindi cosa mi era rimasto da fare?

HEAVY METAL LENTO.

Quando lentamente ho deciso di provare ad incidere un nuovo album (nella metà del 2015) avevo 4 album nella mia mente. Ciò non significava che mi sarei seduto ad ascoltare quegli album provando a copiare qualcosa, quegli album sarebbero stati più specie di mappa stradale.

Oppure possiamo dire che dopo aver ascoltato musica per tutta la mia vita, ho isolato tutte quelle migliaia di dischi e pezzi da cui non volevo farmi influenzare,  quanto piuttosto creare una visione della direzione che volevo approfondire. I 4 album di cui parlo sono “Journey Into Mistery” dei Dream Death (1987 Renaissamce Records), “Within The Prophecy” dei Sacrilege (1987 Under One Flag), “Mob Rules” dei Black Sabbath (1981 Warner Bros.) e “Epicus Doomicus Metallicus” dei Candlemass (1986 Black Dragon Records).  Dopo che tutti I pezzi sono stati registrati Ted mi ha dato una copia delle registrazioni e ho scoperto che, ad esempio, sui miei pezzi non vi era nulla che ricordasse i Candlemass, quindi come potete vedere non lavoro esattamente come un robot o roba simile!

Tuttavia, ci sono nei riff sui miei pezzi che hanno il feeling dei restanti 3 album che ti ho citato, ed anche da roba sparsa di Iron Maiden, Hellhammer, primi Exodus assieme a tanta altra roba degli Autopsy e Necrophagia, così come svariata roba sparsa in puro stile 1987 e così via.

Un riff tipicamente avviene come un colpo di fulmine nella mia mente, quindi devo canticchiarlo a voce fino a quando non raggiungo la mia chitarra o posso registrarlo sul mio telefono. Da lì solitamente provo il riff per crearne di nuovi che sembrano andar bene nel complesso.

Non so cosa faccia funzionare il mio processo di scritura o cosa mi ispiri, ma alla fine sono solo io e quella chitarra assieme a tutta la musica che ho ascoltato (che credetemi, signore e signori, è MOLTISSIMA), quello che scarto e tutti quei piccoli rudimenti che decido poi di conservare.

Vi svelerò un segreto in proposito – quello che sto cercando di scrivere è quello che avrei scritto nel 1988 se 1: avessi avuto le capacità compositive e la giusta esperienza come batterista già allora e 2: se non fossimo andati più a fondo nei territori del death metal, cosa che abbiamo fatto nel tardo 1988/primo 1989. Quella che sto scrivendo è la MUSICA ORIGINALE DEI DARKTHRONE, tornando indietro alle nostre VERE radici.  Si usa sempre dire, nelle biografie che leggo di noi online almeno, che abbiamo iniziato come band death metal, ma ascoltando il nostro primo demo credo sia chiaro ad ognuno che non lo eravamo, in quanto avevamo ogni sorta di ispirazione che era di molto precedente rispetto al death.

E circa il non fregarcene nulla, invece me ne frego: ogni critica mi rende davvero molto triste e nervoso.

MA NON PERMETTEREMO MAI CHE QUESTO POSSA INFLUENZARE I NOSTRI RIFF ED IL NOSTRO SOUND.

 

La copertina di “Arctic Thunder”, ultima fatica del duo norvegese.

 

So bene che questa potrà sembrare una domanda molto classica quando si parla di un nuovo album, ma sbaglio nel supporre che ”Arctic Thunder” secondo la mia opinione suona molto più brutale rispetto alle vostre ultime uscite?

E’ sempre ’Darkthroniano’ ma con più punch: è una cosa effettiva o solo una cosa personale?

Bene, abbiamo cambiato il luogo dove siamo soliti registrare. Inoltre, abbiamo posizionato l’amplificatore per chitarra direttamente a fianco alla batteria ad un volume molto sostenuto,  quindi la chitarra rientra nei microfoni per batteria e viceversa. Questo non dovrebbe darci più punch al suono in realtà, ma in effetti il nostro rifugio antiaereo è buonissimo per registrarci la batteria, questo è quanto detto dal tipo che gestisce il posto in questo periodo.

Mi sono trasferito a casa qui per Kolbotn / Tårnåsen attorno al 2013/2014, a soli 200 metri di distanza dalla nostra vecchia sala prove. Ho tirato qualche filo nella comunità locale (grazie a Nicklas e Morten B.) e, infine, sono entrato in possesso della chiave per il vecchio rifugio antiaereo.

Ai tempi in cui qui vi era la Guerra Fredda, ogni paese la cui popolazione fosse composta da almeno 350 abitanti era tenuto ad avere un proprio rifugio antiaereo , e questo doveva essere costantemente disponibile a favore della gente comune in caso di guerra nucleare. Ciò significa che ogni singola prova effettuata all’interno a sua volta significava caricare tutte le attrezzature da una cabina dai garage al piano terra, portarlo giù fino al rifugio e settare tutto ogni volta. Dopo le prove dovevamo smontare tutto e riportarlo indietro in quel piccolo spazio del ripostiglio.

Quando ottenemmo il contratto discografico con la Peaceville nei primi anni ’90 dissi ai miei genitori “Abbiamo un contratto discografico ora, non possiamo più fare le prove in quella maniera, dobbiamo provare in casa nostra”. E quello facemmo. Grazie, genitori. Ma dopo un anno e mezzo la Guerra Fredda finì ed abbiamo potuto continuare a provare nel rifugio senza la seccatura di riassettare e smontare tutte le attrezzature. Haha! C’est la vie.

Quindi, nell’Agosto 2015, Ted ed io abbiamo ammassato tutta la roba del nostro luogo di registrazione (grazie, Kjell Ame) e fatto portare tutta la nostra strumentazione per riassettarla nel vecchio rifugio antiaereo. Ha sempre la stessa puzza, l’unica differenza è che molte altre band provano lì, in più il vecchio poster di CHET ATKINS “Me and My Guitar” non era più lì. Il bidello disse che aveva dovuto rimuoverlo a causa dei danni causati dall’acqua. Così sono andato a casa a trovare le cover dell’album online per ristamparla e riattaccarla nuovamente. Ora siamo tornati sul serio a fare quello che ci piace. Ci siamo incontrati a Settembre con due pezzi entrambi pronti per essere registrati,  e così ancora a Dicembre, con la stessa procedura.

Come abbiamo registrato “Arctic Thunder” alla fine non è stato altro che microfonare la batteria, microfonare l’amplificatore per chitarra, nessun muro tra di essi quindi la chitarra rientrava nei microfoni della batteria e viceversa, come già detto. Dopo abbiamo settato la luce dello studio sul rosso (simbolo che eravamo in fase di registrazione) e suonare il tutto ripetutamente sino a che non eravamo soddisfatti. Questo significa una situazione dall’effetto molto ‘live’, a volumi molto sostenuti. Non siamo poi intervenuti granché sul suono successivamente perché non potevamo, in quanto è uno studio molto primitivo. Quindi Ted si è ripreso la sua strumentazione portandosi tutto indietro al suo home studio a Skien per registrare il basso e gli assoli, più le parti vocali.

Dopo di ciò ho ottenuto una copia per dirgli quali livelli aggiustare (per questo album gli ho detto “Ted, suona un po’ intubato. Alza un pochino gli alti nel processo di Mastering. ”). E solo dopo di questo abbiamo inviato effettivamente le tracce per il mastering,  che per un’altra volta è stato affidato a Jack Control, all’ENORMOUS DOOR mastering studio (http://www.enormousdoor.com/) in Texas, esattamente come nei nostri dischi precedenti. Ed è così che ora avete il prodotto finale.

Un master per il cd, uno per il vinile.

 

Il più grande cambiamento su “Arctic Thunder” rispetto ai vostri capitoli precedenti è indubbiamente il completo ritorno di Nocturno Culto alle parti vocali: come mai questa scelta?

E…aldilà di questo, quella piccolissima parte di voce pulita che odo nel bel mezzo di “BorealFiends” sembra cantata da te….sbaglio?

Siamo molti felici dei nostri dischi precedenti e non potremmo mai raggiungerli. Quindi ho sentito il bisogno di apportare alcuni cambiamenti. La copertina del disco è come se mi avesse suggerito che questo album avrebbe dovuto essere molto POTENTE, ed avrebbe dovuto avere anche una certa integrità.

Il modo più facile per fare ciò è stato passare da due voci ad una sola persona per cantare sull’intero album. Ciò lo rende più introverso.

 

‘Tundra Leech’, il primo pezzo estratto come anteprima del nuovo “Arctic Thunder”

 

Possiamo considerare “Arctic Thunder” come il “Disco Doom dei Darkthrone”?

Con le relative proporzioni, ovviamente. Il risultato è sempre fo**utamente Darkthrone!

Ted fa le cose nel suo stile tipico. Ho solo chiesto di suonare heavy metal lento, NON doom metal, non volevo alcuna limitazione.

Per il suo EP solista, Ted ha creato dell’heavy metal lento e gli ho detto (prima che iniziassi a comporre i pezzi per l’album) che volevo solo creare Slow Heavy Metal (- riporto letteralmente – Nda). Ma una volta incontratici per registrare, egli mi ha mostrato il suo primo pezzo ed era il suo stile tipico. E quindi passo dopo passo capii che aveva creato tutti pezzi nel suo stile usuale. Quindi sono stato IO l’unico cambiamento del disco, per via del mio apporto ritmico più lento.

 

E quindi, veniamo….come mai “Arctic Thunder”? Perchè mai quella cover (fantastica, secondo la mia opinione)?

Forniscici ulteriori dettagli, siamo curiosi.

Spesso, ma certamente non sempre, i nostri titoli dei dischi sono stati un tributo alla cara vecchia maniera del metal, come “Total Death” (Kreator, 1985) o riferimenti più vaghi come “Sardonic Wrath” che fu ispirato the vecchia band danese Desexult. La lista potrebbe andare avanti. Una volta trovato il titolo per questo album sono tornato, anche questa volta, molto indietro nel tempo.

Sono amico con i ragazzi dei Red Harvest sin dal 1990 e sapevo che la loro prima (sorta di) band si chiamava Arctic Thunder. Ho sempre pensato che sia stato uno dei migliori nomi mai creati così ho chiesto ad uno dei ragazzi (Thomas Brandt) se avrei potuto usare il loro nome per il titolo del nostro prossimo album.

Concesso.

La foto invece è tratta da uno dei miei viaggi in tenda che feci a Spålsberget, Nordmarka (nelle foreste del nord). Quando sono tornato a casa da quel viaggio in particolare e diedi un’occhiata alle foto, ho immediatamente visto come alcune delle foto scattate nel campo attorno al fuoco possedevano LA VERA ESSENZA DEI DARKTHRONE e questo era anche affine al titolo che avevo in mente.

La foto non è stata alterata in alcun modo, sono stati aggiunti solo il logo e il titolo.

 

Fenriz tra le foreste della sua terra natia, la Norvegia. Fonte dell’immagine: http://www.theinarguable.com

 

Ok, chiaramente siamo qui tutti assieme a causa del vostro ultimo disco, ma ora credo che possiamo anche porti qualche domanda al di fuori di questo argomento, giusto?

Negli ultimi due anni, la tua popolarità nel mono del metal è cresciuta di molto, principalmente a causa del tuo podcast radio. Qual’è la vera ragione per creare un show radiofonico come questo? Ogni episodio è come una grande celebrazione del vero spirito del metal underground! E’ davvero una gran cosa e sono sicuro che i tuoi seguaci apprezzano molto tutto questo!

La ragione è che avevo sempre più promo così, quando a Gennaio 2015 accettai l’ennesimo pacco di promo, pensai “Giudico ed ascolto tutti questi promo, ma sembra senza senso fare tutto questo lavoro senza farlo ascoltare all’esterno, fatta eccezione per il mio blog BAND OF THE WEEK – che è la ragione per cui ricevo più promo che mai –  ”. Perciò ho creato lo show radiofonico.  Posso raggiungere una casino di gente senza rispondere direttamente.

Perfetto, ho sempre apprezzato questo tipo di comunicazione sin da quando ero ragazzino.

 

Ormai è cosa nota che sei un vero amante del vinile e dei suoni analogici, senza dimenticare un appassionato collezionista di dischi: quanti pezzi hai nella tua collezione? Sarà un numero enorme, suppongo.

Qual e il tuo  formato preferito per i dischi? Se ne hai uno preferito in particolare o più di uno, logicamente.

Acquisti anche dischi in formato CD o magari preferisci solo il vinile, musicassette e supporti analogici in generale?

Ho molti CD, senza contare tutto quello che ascolto tramite i promo che ricevo in forma digitale, ne acquisto solo alcuni di questi in vinile in quanto ho veramente poco tempo per dedicarmi ai vinili. Ascolto musica 11 ore al giorno mentre sono al lavoro (inclusi i tragitti da pendolare) e ciò è interamente dedicato ai promo digitali salvati sui miei lettori mp3, quindi non li conto – è quello che FAI con la musica che conta. Avere il maggior numero possibile di dischi è solamente una cosa senza senso, se hai raggiunto un certo numero di dischi allora sei sicuro che non avrai mai il tempo di ascoltarli tutti prima di morire a magari 75 anni!

Un amante della musica possiede ogni formato, ovviamente. Limitare te stesso non è molto satanico. Come amante della musica adoro tutti gli stili musicali e possiedo musica in tutti i formati possibili, il servizio postale non può certo essere fermato.

 

Fenriz, un grande cultore di musica a tutto tondo prima ancora che musicista.

 

E ora,  voglio porti una domanda molto, molto classica….i Darkthrone e lo spirito del Black Metal.

Avete iniziato come un act death metal con “SoulsideJourney” ed è sicuramente il disco dei Darkthrone che più di tutti dista dal tipico spirito del black metal norvegese…successivamente, abbiamo avuto “A Blaze In The NorthernSky” e così la leggenda dei Darkthrone è iniziata: il suono è divenuto più zanzaroso, il fattore atmosferico è stato incrementato e sicuramente avete fatto un grande passo al periodo risetto al tipico sound death metal!

Quindi, death e black metal sono davvero due generi….per così dire, incomparabili?

Mi riferisco a ciò tenendo presente quanto da te riferito anni fa (al periodo di “F.O.A.D.” per quanto mi ricordo): “Non puoi suonare black metal partendo dal death metal.”

Pensi tuttora questo?

Spiegaci cosa il termine “Black Metal” significa davvero per Fenriz.

Attualmente posso dire che non abbiamo mai iniziato del tutto come gruppo death metal, ciò avvenne sicuramente nell’estate 1989 ma abbiamo trascorso un anno e mezzo prima di quel periodo, dove abbiamo suonato qualsiasi stile degli anni ’80, e questo è quello che abbiamo fatto di nuovo per davvero fino al 2005.

Non vi era alcun black, death  thrash nel grande calderone primordiale degli anni ’80, il tutto non era spesso così differenziato. Gli anni ’90 crearono le linee di confine tra i generi ed allo stesso tempo distrutto quasi ogni cosa che amavo del metal negli anni ’80. Oggi le linee sembrano nuovamente sfocate, molti suonano stili “puri” mentre molti altri uniscono gli stili, specialmente all’interno del death/black e penso che tutto ciò sia grandioso.

Il suono e il feeling rimangono le cose più importanti in ogni caso.

Negli anni ’90 sono stato tra coloro che distrussero gli anni ’80 e che allo stesso tempo li onorarono.

Dicendo cose stupide come ad esempio che non puoi creare black metal se inizi dal death metal. Se ho detto questo è molto stupido perché ciò è esattamente quello che NOI suonavamo al periodo, in quei giorni. Ma la stampa ha spesso un modo di scrivere ed alterare i significati quindi ho smesso di leggere quel che ho detto in passato, perché il tutto è finito per essere non esattamente quello che ho davvero detto, e questo succede tutte le volte e non mai il tempo per seguire questo genere di cose anche perché creano rabbia dentro di me.

Quando sei una persona pubblica come il sottoscritto impari che il resto del Mondo ti vede attraverso la stampa (spesso imprecisa) e non hai il controllo della tua figura pubblica, il più delle volte.

Tra gli unici che davvero sanno chi sono prima di tutto vi è mia moglie. E qualche amico.

Forse. Ma per tutti noi è così, solo noi conosciamo noi stessi. Allo stesso tempo per cui non necessito di conoscere nuova gente, me ne frego di quel che dice la stampa, di solito.

Ed ho già incontrato abbastanza gente nella mia vita. Ho chiuso con i miei circoli sociali anni ed anni fa.

 

Un’altra era: i Darkthrone anni ’90 con Zephyrous, il secondo chitarrista del periodo.

 

So bene che entrambi nei Darkthrone condividete una grande passione per i suoni punk & hardcore vecchia scuola, ed è una gran bella cosa secondo la mia opinione!

Da grosso fan del punk rock, posso dire di mio che in questi generi è possibile trovare il lato più grezzo del rock n’ roll e del fare musica in generale, e questo è immediatamente riconoscibile nell’attitudine dei Darkthrone, specialmente sui vostri ultimi dischi (ed anche nel vostro ultimo disco percepisco un certo feeling grezzo & selvaggio in ogni cosa che fate)!

Quando è forte secondo te la connessione tra il mondo del black metal e quello del punk/hardcore?

Se si pensa agli anni ’80 (dove ci sono nato ma amici ben più adulti di me mi hanno spesso parlato di questo aspetto), si tiene conto del fatto che punk e metallari spesso erano un fronte unico, in quanto usavano ubriacarsi e fare casino assieme, mentre oggi assistiamo ad una netta separazione tra questi generi.

Molti giovani metallari temo non conoscano quanto il movimento punk rock sia stato importante per la nascita della musica estrema e questo è un grosso errore! Se si pensa che il debutto di Bathory era pesantemente influenzato da realtà come (Charged) GBH e Motorhead, come lo stesso Quorthon ha sempre dichiarato, credo sia facilmente comprensibile la connessione ma…sembra che ci sia come un muro nelle loro menti, come se i metallari di oggi avessero quasi paura di inserire il ‘fattore della sporcizia’ nelle loro preferenze di ascolto: è solo una mia sensazione?

Per prima cosa, non me ne frega un ca**o perché io incontro chi voglio io perciò non mi è mai interessato di capire l’aspetto sociale della musica, in quanto per me musica significa IO che ascolto la MIA musica nelle MIE cuffie, non annoiando nessun altro. Il metal proviene da una marea di stili, come ogni altro stile musicale, ma la maggior parte proviene dal rock n’roll.

Partendo dai punk rockers come i Sonics negli anni ’60 o il materiale proto-metal, e quindi dai Black Sabbath in avanti, miscelando con il prog e il punk avrai così ottenuto lentamente il metal, ma solo dalla fine degli anni ’70 e primi ’80 se vogliamo.

La sporcizia non dovrebbe essere evitata però, va bene ascoltare del metal più pulito, ma se ciò rappresenta la preferenza di molta gente allora significa che costoro negano ciò: cioè che lo sporco proviene quando tu distorci una chitarra.
La chitarra era pulita prima di tutto questo. La distorsione E’ lo sporco.
Quindi negare la sporcizia significherebbe come negare tuo padre e tua madre, vuol dire negare i genitori del metal.

 

Personalmente ho sempre apprezzato la maniera in cui suonano i vostri dischi: crudi e rozzi, puri e reali. Specialmente la batteria, davvero realistica e priva di triggers (soprattutto sulla cassa, è davvero un’ottima cosa poter ascoltare molto basse frequenze e il tipico ‘rumble’ su di essa, piuttosto che le grandi produzioni odierne, dove si sente la cassa suonare come se stessi scrivendo qualcosa sulla tastiera di un pc!): voi come Darkthrone siete tuttora tra i più onesti metallari in giro oggigiorno per via della passione che ci mettete nel creare dischi che suonano così reali, senza alcune post-produzione dietro di essi.

Siete chiaramente figli dello spirito metal degli anni ’80: se pensiamo a bands come Hellhammer/Celtic Frost, Bathory e tutte le realtà underground di quel periodo non vi era alcuna produzione particolarmente pulita e raffinata, solo attitudine…il modo in cui suonavano parlava per loro stessi…sembra che oggi si sia perso quello spirito in un certo senso, giusto?

Oggi, per mia opinione, molti dei gruppi metal sono più focalizzati sulla produzione piuttosto che pensare a scrivere riff degni di tal nome, forse anche convinti del fatto che un suono di chitarra massiccio possa mascherare una certa povertà di fondo in quello che fanno….qual’è il tuo pensiero in merito?

Il vero spirito metal è per forza di cose quello underground?

Il vero spirito metal deve sempre rimanere grezzo per mantenere se stesso come qualcosa di puro?

Logicamente la batteria deve suonare come una batteria.

E’ ok storicamente parlando il distorcere la chitarra, ciò ha ampliato la versatilità di tale strumento. Ma tu non puoi distorcere voce e batteria, puoi avere riverbero ed eco sulla voce e riverbero sulla batteria. Ma potreste anche tornare indietro e fare tutt’altro, è un Mondo libero, solo che non avrete il mio supporto.

E faccio tuttora parte di quella popolazione che la pensa in questo modo. A qualcuno ciò non piace. Quindi si possono creare la loro scena musicale.

Ho lottato contro i suoni di merda da sempre e molta gente è passata dalla mia parte della barricata negli anni 2000 e lo stanno tuttora facendo bene. Il mondo metal è diventato così grande, vi è abbastanza spazio sia per i suoni merdosi che quelli buoni e pertanto non dobbiamo per forza incontrarci.

La musica è sia suono che struttura, nei miei occhi è come un certo tipo di paesaggi sonori. Molti paesaggi sonori. Se ascolto un paesaggio sonoro merdoso con grandi riff sarà però molto difficile per me concentrarmi e goderne, ed io non ho tempo da perdere ad annoiarmi, perché ho così tanta musica che semplicemente passo oltre fino a che non trovo qualcosa di interessante.

Sin dal 1987 sono nel mondo dell’underground in genere ed allora vi erano le fanzine.

Spesso queste si focalizzavano su quello che piaceva davvero, al contrario dei grandi magazine che avevano invece poco tempo e dovevano recensire ogni cosa.

Preferisco coloro che investono il loro tempo in quello che amano. Nel mio show radiofonico come potrei recensire e perdere così tempo con qualcosa che non mi piace?

Haha sarebbe senza senso. Diffondo solo quello che mi piace e spero che qualcuno là fuori ascoltasse ed apprezzasse.

 

E’ tempo di salutarci, caro Fenriz!

 

Ehehehehe sembra che dobbiamo porre una fine a questa intervista, sfortunatamente per noi.

Grazie per la tua pazienza e le tue risposte, da parte nostra ti saremmo sempre grati per la tua presenza su queste pagine e….hey, non ti abbiamo fatto alcuna domanda in merito ai tuoi recenti ingaggi poltici (perchè crediamo che ciò sia un lato molto intimo della tua persona), non sei felice per questo uahahahah?!?!

Ma, alla fine, descrivici ”Arctic Thunder” usando solo cinque parole e potremmo morire felici!

Long Live Manilla Road!

Un sentito saluto da tutta la redazione di TrueMetal.it.

In tre parole: per i miei pezzi potrebbero essere SLOW HEAVY METAL, per i pezzi di Ted dovresti chiedere a lui. Ma da quando ho optato per un approccio più serio, ed anche maggiormente introverso (che include anche la decisione di avere Ted alla voce su ogni pezzo, una decisione che si è segmentata in me ascoltando una band svedese Anguish e il loro album ”Mountain”) potrei dire UN DECISO RITORNO AL PASSATO.

Ma quando la gente si riferisce ai vecchi Darkthrone, questa pensa ai nostri primi 5 album.

Invece, quando NOI ci riferiamo ai vecchi Darkthrone, io penso al 1988.

Puoi anche aggiungere termini come ‘ribollente’ ed ‘introverso’ ma tutto ciò non sarà mai una cosa che ci riguarda totalmente allo stato attuale in quanto anche noi abbiamo i nostri scheletri nell’armadio, non siamo solo introversi.

Spesso non amo il totalitarismo nel metal, ma ogni tanto in realtà mi piace.

Perlomeno, noi alla fine non l’abbiamo fatto poi così spesso, almeno.

E non dimenticate di ascoltare i Malokarpatan.

 

Giuseppe Casafina

TrueMetal.it