Recensione: 哭泣的鄂伦春

Di Elisa Tonini - 27 Gennaio 2022 - 23:14

Da più di una decade la Mongolia Interna ha regalato svariate band che a loro modo incorporano musica e tradizioni della cultura nomade nel metal e dintorni. Ci sono i Tengger Cavalry del compianto Nature Ganganbaigal, gli Ego Fall, i Nine Treasures, gli Hanggai e, nel 2016 è arrivato Enchantenka (迷魂殿). One-man band dell’omonimo mastermind, ha prodotto due album, un EP ed un demo, spaziando nella proposta musicale. Tra i suoi lavori è praticamente “哭泣的鄂伦春” (2017), il full-lenght d’esordio a contenere vistosi elementi culturali – anche di respiro cinese – ed è il suo lavoro più meritevole di considerazione.

La base è un black metal di scuola norvegese, pervaso da un istinto sperimentale che  sconfina su altri generi ma soprattutto nell’ atmosferico ed avant-garde. Questo lato moderno si combina volentieri con uno tradizionale, creato da strumenti elettrici oppure da quelli tipici, su tutti il morin khuur. In questo senso “玛利亚索”, “索伦的呼唤” e “梦中的额尔古纳 ” sono le tracce che hanno lo spirito più folk del lotto.

“玛利亚索” colpisce con la sua bizzarra anima rock ‘n’ roll, in un insieme dissonante ma contemporaneamente armonico mentre “索伦的呼唤” è uno strumentale di eleganza epica, quasi power che la rende una vera “hit” del disco. E piace moltissimo. Questi due brani ricordano particolarmente i primi Tengger Cavalry – da “Blood Sacrifice Shaman” ad “Ancient Call”-, e si percepisce una grande sensazione di nostalgia.

“梦中的额尔古纳 “la traccia di apertura, abbraccia invece tonalità perlopiù eteree, che affascinano alquanto grazie al pathos poetico delle melodie. Assolutamente splendido l’assolo di chitarra, colmo di un virtuosismo tra il barocco e lo shred senza essere prolisso.

Tra gli altri brani “迷失鄂伦春” è quello con spunti più interessanti. In questo pezzo c’è brevemente una potente voce femminile sulla scia degli Altan Uraag (peccato sia stata usata solo all’inizio però) ed un alternarsi tra asprezze black metal e mood stravagante, vicino a certi tappeti new wave dei Killing Joke.

“黄昏到黎明” si distacca dagli altri per il folk praticamente azzerato, ma non solo. Un “outro” strumentale dal sentore post metal, nel suo genere soddisfacente ma alquanto anonima.

Con “哭泣的鄂伦春” Echantenka propone un lavoro nel complesso carino con alcune punte qualitative molto buone. Tralasciando la produzione grezza, l’album mette in tavola soluzioni strumentali valide nel filone mongolian/nomadic metal, pur con qualche richiamo a gruppi più noti. Il mastermind è un musicista tecnicamente abile, curioso e “哭泣的鄂伦春” potrebbe essere adatto ai blackster di mentalità aperta ed agli amanti del folk metal.

Elisa “SoulMysteries” Tonini

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