Recensione: A Matter of Supremacy

Di Marco Giono - 7 Luglio 2015 - 1:00
A Matter Of Supremacy
Band: My Refuge
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2015
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

Fuori piove. In lontanza la costruzione fortificata domina spettrale gli spazi. Gocce d’acqua, sospinte senza tregua dal vento, si disperdono ripetutamente picchiettando sul vetro della finestra. Per un istante i ricordi divergono verso quel libro letto pochi giorni prima. Un romanzo incompiuto e quella frase che lo attraversa minacciosa: verso il vuoto apparente (in die scheinbare Leere) … già il Castello di Kakfa. Demoni esorcizzati in lettere. Come estirparli? Lo sai che non è possibile, sono una parte di te. Riprendo in mano la chitarra. Riff e ancora riff. Quella frase continua a tormentarmi e si ricompone in Demons in my eyes. Parole in una stanza che supplicano libertà. Demoni contro le note. Non devono prevalere.

I My Refuge vivono all’ombra della rocca Borromea che si trova in posizione dominante rispetto al paese di Angera placidamente adagiato invece sulle sponde del lago Maggiore. La nascita del gruppo è da ricondursi al 2010 quando pubblicarono un ep intitolato 3407 – Pictures Of An August Night a cui seguirà tre anni dopo il loro secondo ep Living Anger. Tra le due pubblicazioni, l’unica costante del gruppo, è il chitarrista Paietta.  Nel 2013 la line-up si completerà invece rimanendo invariata fino alla registrazione dell’album di debutto e vedrà alla voce Moz, alla chitarra Simone Dettore, al basso Salvatore Chimenti e alla batteria Valerio Ferrari.
Se i due ep erano stati prodotti dai My Refuge stessi succede che nel 2015 l’etichetta italiana Bakerteam Records decide di occuparsi dell’album di debutto intitolato A Matter of Supremacy. Una questione di supremazia. Si tratterà anche di una possibile supremazia musicale? Andiamo a vedere se vi sono i presupposti.
 Se ancora vi state chiedendo che genere suonino i My Refuge non ci resta che immergerci nella prima traccia ed essere travolti da una tempesta elettrica che non esiterei a definire come un power metal multivitaminico influenzato da gruppi storici quali Rage (sicuri che My Refuge non vi dica nulla?), Blind Guardian (utilizzo di cori e intrecci vocali) e Crimson Glory (vi è una somiglianza parziale nell’utilizzo di determinati vocalizzi e nel gusto per l’heavy di matrice classica). “A storm is coming” danza massiccia su note elettriche di chitarre che tracimano in una melodia carica di energia sospinta poi dai vocalizzi tiratissimi e carismatici di Moz.

Travolto da questo avvio metto in pausa. Mi rilasso con la copertina: due corpi simmetricamente decapitati si danno battaglia ed un teschio alato sullo sfondo a simboleggiare probabilmente il destino delle umani gente. Inutile chiedersi il motivo per il quale quella copertina abbia una sfondo nero e il rosso in realtà occupi gran parte della figura.

Riprendiamo l’ascolto. La seconda traccia intitolata The Cage evoca demoni (brano citato nella mia introduzione che non è pura divagazione rispetto al testo scritto dai My Refuge), diventa epica dell’oscurità e non possiamo fare altro che unirci al canto rabbioso, a tratti dolente che culmina in una melodia del ritornello non facilmente dimenticabile. Segue “Calling the Wind” il cui riffing tenebroso lascia spazio ad un coro massiccio che si eleva verso i cieli antichissimi e potenti del power metal. Gli dei sono in ascolto e approvano senza esitare. La quarta traccia è a mio modo di vedere l’unico passo falso dell’album, un mid tempo intitolato “Endless Night” introdotto da note di piano per muoversi in crescendo verso un coro drammatico eccessivamente magniloquente. Traccia debole, ma non di certo da dimenticare per alcuni passaggi ben curati e di buona fattura. I My Refuge tuttavia non hanno intenzione di mollare e alzano i toni in “Living in Anger” per correre veloce in un mood che sfiora il thrash e prosegue però nello stile power-heavy del gruppo italiano.  La traccia sei intitolata “This Wall” è un muro invalicabile di suoni e vocalizzi intrecciati, certamente un brano di una forza incredibile grazie anche al ritmo ben scandito dalla batteria di Valerio Ferrari. Segue “The Raven” che è apocalisse danzante sul filo spinato di una guerra innominabile. Riff, voci che si duplicano e assoli che si alzano come polvere post atomica. Altro brano che vi consiglio ascoltare con attenzione. Tempo di rallentare in note di piano per la struggente “Empty Room” che invade gli spazi in note cariche di melodie e la voce di Moz sale riuscendo ad essere ancora una volta fortemente espressiva.
Segue “On Wings of Wax” che esplode in un coro dall’energia gospel e prosegue nella sua corsa minacciosa verso l’oscurità. Altro centro.
Decisamente non si poteva chiudere meglio se non con “Somewhere” brano che rimanda ai Blind Guardian per l’utilizzo dei cori (e i cori si usano così!) per muoversi in riff e assoli turbinanti in un’oscurità immanente.

Chiudete la porta un attimo. E’ tempo di fare il punto della situazione, parliamone tra noi. Fatemi pure le domande e siano di merito mi raccomando. La produzione dei suoni, mi pare che non ne hai parlato? Malgrado forse la batteria risulti leggermente in secondo piano i brani compensano con una registrazione che esalta il lavoro delle chitarra e l’impatto dei cori, tanto basta per far modo che il brano funzioni. Non sono poi così originali, non ti sembra un album derivativo? I My Refuge riescono nell’intento di assimilare le proprie influenze e definire un proprio stile che si esalta in tracce di ottima fattura e di una varietà musicale ben al di sopra della media. Gli hai dato 80, ma non ti sembra un voto troppo alto? No. Buon ascolto.

 

MARCO GIONO

Ultimi album di My Refuge

Band: My Refuge
Genere: Power 
Anno: 2013
72