Recensione: Alien

Di Fabio Vellata - 17 Dicembre 2006 - 0:00
Alien
Band: Cosmo
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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72

Il nome dei fratelli Cosmo è da numerosi anni legato a doppio filo con i destini di una delle più grandi ed influenti realtà AOR del globo, i leggendari Boston.
Antonio Cosmo (chitarre) e sopratutto Fran Cosmo (voce) sono stati infatti tra i principali artefici delle fortune della mitica band statunitense, particolarmente attivi inoltre nella realizzazione degli ultimi due albums (lo strepitoso ‘Walk On’ del 1994 e il buonissimo ‘Corporate America’ del 2002), che hanno contribuito a riportarne in auge il nome impolverato e disperso nella memoria dei tempi, dopo un periodo, incentrato a cavallo tra gli anni settanta ed ottanta, di assoluto splendore.

Prenderà una grossa “cantonata” tuttavia, chi si butterà a capofitto sull’acquisto di questo recentissimo ‘Alien’ sperando di ritrovarvi le melodie cristalline, gioiose e coinvolgenti e le aperture ricche e ad ampio respiro tipiche della navicella “madre”: i due fratelli sembrano infatti volersi distaccare quanto più possibile da tale tipo di attitudine, al fine di proporre un suono inusuale e smaccatamente influenzato dalle più moderne ed attuali sfumature del rock contemporaneo.

Poco favorevole ed incoraggiante in effetti il primo impatto; le impressioni che si estrapolano al termine di un ascolto sommario e superficiale vanno a concentrarsi in una unica parola esemplificativa: noia.
Il rischio di incorrere in un grossolano errore è invece dietro l’angolo. Sottovalutare la creatura dei Cosmo Brothers bollandola come stucchevole e priva di spunti di interesse non è del tutto corretto, e non rende giustizia alla qualità del cd, invero non così infima.
Già dal secondo passaggio infatti, il platter rivela qualche situazione tutt’altro che antipatica, offrendo in buona sostanza una discreta prova in ambito modern rock, che, pur non assestandosi su livelli di eccellenza e con qualche evidentissima caduta di tono, è comunque in grado di suscitare un opinione diversa da quella ricavata dal primissimo contatto, favorendo una considerevole rivalutazione di un nucleo di brani destinati a crescere ed a “maturare” ad ogni nuovo giro nel lettore, ed in grado di rivelare poco a poco una buona quantità di particolari e sfumature seminascoste e poco appariscenti a prime fuggevoli “occhiate”.

Interessantissima ad esempio la partenza riservata a ‘Communication’, traccia che sin dal titolo è un chiaro e palese omaggio ai Led Zeppelin, così come non sono disdicevoli le atmosfere soffuse di ‘Don’t Tell Me Your Lies’, che in taluni frangenti possono ricordare i Queensryche. Gli ultimi Winger sono chiamati in causa inoltre in ‘No Surprise’ ed ‘Alien’, mentre i Boston risultano comunque presenti nelle zone maggiormente rilassate e morbide di ‘Helicopter’ e ‘Can’t Run Away’, dove l’accostamento tra partiture acustiche e la voce eterea di Fran Cosmo ha il potere di richiamare alla memoria le immagini a tratti romantiche del grande combo americano.
Molto bella infine ‘Woman’, traccia potente e ricca di passionalità che ha nel chorus il proprio maggiore punto di forza.
La grande incognita risiede invece nella esagerata prolissità di alcuni ritornelli ripetuti un numero eccessivo di volte, e nel songwriting che, sebbene per nulla approssimativo e di basso profilo, indugia troppo in situazioni “chiuse” e dai toni vagamente oscuri, lasciando spesso in disparte le melodie e le ambientazioni che i fans dei Boston desidererebbero poter ritrovare con maggiore frequenza.

Sostanzialmente dunque, un album per nulla cestinabile o negativo come gran parte della critica sembra concordare nel descrivere.
Di certo non costante nel valore delle tracce, ma nonostante gli “alti e bassi” presenti qua e là, questo ‘Alien’ ha effettivamente qualcosa da offrire e può, dopo una ragionevole serie di passaggi, risultare gradevole e sufficientemente riuscito.
Il consiglio pertanto è di non fermarsi all’apparenza di un primo superficiale ascolto, ma di familiarizzare con i brani lasciandoli crescere senza troppa fretta, memorizzando così i momenti più ostici e meno convenzionali ed abbandonando, sin da subito, l’illusione di avere a che fare con un prodotto AOR o di Hard Rock classico.

Per farla breve, non un capolavoro, ma nemmeno un disco malvagio.

Tracklist:

01. Communication
02. Don’t Tell Me Your Lies
03. No Surprise
04. Gravity
05. Redemption
06. Helicopter
07. Alien
08. When I Close My Eyes
09. Woman
10. Can’t Run Away
11. Creep
12. Don’t Tell Me Your Lies (Acoustic)

Line Up:

Fran Cosmo – Voce
Antonio Cosmo – Chitarre / Back Vocals
Mick Brooks – Chitarra
Bill Carman – Basso
Pat Orlowsi – Batteria

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