Recensione: Allegiance

Di Fabio Vellata - 16 Settembre 2006 - 0:00
Allegiance
Band: Firewind
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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80

Ecco una di quelle sorpresine che il nostro tanto amato universo del metallo sembra davvero non farci mancare mai, per rinfrancare il nostro spirito e soddisfare la nostra voglia inesauribile di musica ben fatta e degna di far parte della nostra “colonna sonora quotidiana”.

“Allegiance” è il quarto album che la band ellenica presenta al mercato mondiale; Gus G. deus ex machina del progetto e stakanovista della sei corde (Nightrage, Arch Enemy, Dream Evil e Mystic Prophecy sono alcune delle band in cui ha militato), dopo aver assestato la line up con gli inserimenti di Apollo Papathanasio (in sostituzione del pur ottimo Chitral Somapala) alla voce, e di Mark Cross (Metalium, Helloween) alla batteria, stavolta tenta il colpaccio, proponendosi senza troppi giri di parole con un prodotto maturo e ottimamente confezionato che dichiara l’ambizione ben precisa di lanciare i Firewind in “premier league”, tentando il definitivo salto in alto verso la categoria dell’heavy che conta.
Interessanti le armi con cui il gruppo tenta di far breccia: un heavy metal, con sfumature power, piuttosto melodico, dotato di linee molto accattivanti e ritornelli ben identificabili che di tanto in tanto non disdegna qualche sottile venatura al confine con l’universo dell’hard rock.
Sorge spontaneo in taluni passaggi, il paragone con gli Angel Dust, grande band che è solita offrire una miscela sonora in qualche modo accostabile all’attuale stile di Gus G. e compagni; un album come “Border Of Reality” (di valore comunque molto superiore ad “Allegiance” a parere di chi scrive), è in effetti un utile termine di raffronto al fine di comprendere appieno che cosa sia identificabile nella definizione di heavy melodico di facile presa e grande godibilità, che in ogni modo mantiene intatte con fierezza le tipiche caratteristiche di grinta e potenza tonante.

Ripercorrendo questa strada vincente, i Firewind esplodono una ad una le loro cartucce andando a bersaglio con encomiabile costanza.
Sono molti i pezzi notevoli, tanto da risultare pressoché nulla la presenza di riempitivi e fillers; dalla titletrack ”Allegiance” posta in apertura, alla conclusiva “Where Do We Go From Here?”, la narrazione è un susseguirsi di brani infarciti di buone idee e spunti interessanti, addizionati ad un aspetto che contribuisce in misura ancora più netta alla riuscita dell’album: la varietà.
Poco spazio alla noia ed ai momenti statici, sono davvero apprezzabili i ritornelli della già citata “Allegiance” (ove è alquanto marcata la similitudine con gli Angel Dust), del singolo “Falling To Piece” e della veloce “Insanity”; avvolgenti le atmosfere di “Breaking The Silence”, dove Papathanasio duetta con la singer svedese Tara; belli i mid tempo di “Ready To Strike”, molto vicina a Ronnie James Dio e di “The Essence”; piacevole la strumentale “Before The Storm” (che deve qualcosa ad Axel Rudi Pell per impostazione e stile) e le granitiche “Deliverance” (dotata di un coro perfetto che dal vivo farà sfracelli), “Til The End Of Time” e “Dreamchaser” , brani che riconducono i Firewind al power delle origini, consentendo a Gus G. di dilettarsi nello sfornare riffs granitici e compatti come cubetti di porfido.

Esaltando alla massima potenza le doti naturali dell’heavy melodico, innaffiate poi con copiose dosi di estro e “mestiere” nel comporre melodie sornione ed accattivanti, i Firewind hanno dunque avuto buon gioco nello sfornare un prodotto di elevata qualità, in grado di divertire e convincere con grande spigliatezza, senza prestare praticamente mai il fianco alla noia anche dopo ripetuti ascolti.

Gli ingredienti per soddisfare il pubblico heavy ci sono tutti, produzione, canzoni, capacità dei singoli e songwriting avvincente: perseverando in tal senso, le prospettive per il futuro non potranno che essere rosee e prodighe di soddisfazioni.
Nell’immediato a noi non resta che godere di questo ottimo lavoro, che piacerà a molti e che, pur senza proporsi quale pietra miliare di imperitura memoria, sarà di certo da inserire tra i migliori ricordi nel proprio ambito di questa annata.

Tracklist:

01. Allegiance
02. Insanity
03. Falling To Pieces
04. Ready To Strike
05. Breaking The Silence
06. Deliverance
07. Till The End Of Time
08. Dreamchaser
09. Before The Storm
10. The Essence
11. Where Do We Go From Here?

Line Up.

Apollo Papathanasio – Voce
Kudos Gus G. – Chitarra
Petros Christo – Basso
Bob Katsionis – Tastiere
Mark Cross – Batteria

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