Recensione: As the Weird Travel On

Di Dark Schneider - 8 Dicembre 2005 - 0:00
As the Weird Travel On
Band: Deceased
Etichetta:
Genere:
Anno: 2005
Nazione:
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85

Tornano dopo quattro anni di silenzio gli statunitensi Deceased. Quattro anni di sofferenza, si potrebbe dire, perchè tanto è accaduto dall’uscita dell’ultimo, ottimo EP “Behind the Mourner’s Veil”, tra i gravi malanni del leader King Fowley (colpito da un infarto e da problemi ai polmoni) e il poco amichevole split con la Relapse Records. Tanti fattori hanno tentato di fermare la macchina assassina della Virginia, fallendo miseramente – per nostra fortuna. Firmato un contratto con la volenterosa etichetta portoricana Thrash Corner Records, la band ha potuto finalmente rilasciare il tanto atteso nuovo album, intitolato “As the Weird Travel On”, che continua con coerenza il discorso sonoro intrapreso con il capolavoro “Fearless Undead Machines” (1996) e con il seguente “Supernatural Addiction”.

Come sempre è difficile descrivere a parole la proposta sonora del quintetto americano, infarcita com’è di influenze differenti: la potenza del classico Death Metal si fonde con un riffing spesso thrasheggiante e con melodie chiaramente ispirate dal Metal più classico, creando un mix di purissimo Metallo incandescente che non può lasciare indifferente ogni Headbanger che si rispetti. Agli inizi della storia del gruppo, King Fowley dichiarava ai suoi compagni l’intento di creare una band dotata della follia dei Voivod, della pesantezza dei Mercyful Fate e della violenza dei Sodom. Questo discorso rende perfettamente l’eterogeneità delle influenze che creano l’esplosivo Deceased-sound (pur non inquadrando precisamente lo stile del gruppo), un suono che può piacere tanto al Deathster incallito quanto al Metaller old school.

Inserito il disco nel lettore si viene immediatamente investiti dalla vampata di potenza scatenata dall’opener “The Kept”: una breve rullata, una melodia di chitarra catchy e parte l’assalto sonoro tipico del gruppo. Il vocalist King Fowley (che ora non si occupa più del lavoro dietro al drum kit in seguito ai già citati problemi di salute) ruggisce con grande rabbia, suonando in un certo senso come un LG Petrov (Entombed) più disperato, creando la voce perfetta per narrare le storie horror che da sempre accompagnano le canzoni del combo di Arlington. L’alternanza tra parti più Thrashy e frangenti decisamente Classic Metal rende estremamente scorrevole la canzone, che quindi non soffre dei suoi quasi 8 minuti di durata.
La successiva, fantastica “The Funeral Parlour’s Secret” ripropone la formula tanto cara alla band, nei suoi continui cambi di tempo, mentre l’affiatata coppia Adams/Smith scolpisce enormi quantità di riffs spietati. La qualità del guitar work rende da sempre unica la proposta dei nostri, ed è impossibile non restare estasiati di fronte allo sforzo compositivo che ogni traccia comporta per questi eccellenti musicisti. La produzione del disco è assolutamente priva di difetti: potente, pulita ma aggressiva quanto si conviene a un album del genere. La piccola ma attiva Thrash Corner Records merita un deciso plauso per aver messo a disposizione della band un budget degno di tale nome per poter donare a quest’ultimo masterpiece il suono che merita.
Il successivo quartetto di canzoni presenta durate leggermente più contenute. L’impatto e la qualità, comunque, non diminuiscono affatto, anzi la band spinge sull’ acceleratore. Il risultato è una serie di songs che picchiano duro come una bastonata sulla schiena. Assoluto highlight è la devastante “A Craving Illnes”: la partenza, affidata a minacciose e vibranti clean guitars effettate – ma non è certo intenzione della band rifiatare, e la canzone si trasforma ben presto in un massacrante assalto frontale che dal vivo saà senza dubbio in grado di creare mosh pits spezzaschiena!
Le ultime due canzoni ritornano alla complessità e alla lunghezza sentita all’inizio dell’album. “A Visit From Dread” è un’altro highlight per un album strepitoso. I ritmi continuano ad essere da headbanging maniacale, ma ci pensa un breve ma eccezionale intermezzo lento e melodico a evidenziare al meglio l’atmosfera di terrore che il testo vuole trasmettere. L’ultima “Fright” conclude in maniera più che degna questo monumentale inno alla violenza sonora.

“As the Weird Travel On” è un album di cui si sentiva decisamente la mancanza. In un periodo in cui le grandi uscite in campo Thrash Metal latitano, e mentre il mondo del Death Metal vivacchia con poche produzioni veramente interessanti, il ritorno dei Deceased è una gradita scossa di purissimo, brutale e rabbioso Metal che, come detto in apertura, potrà far felici praticamente tutti. Questa, signori miei, è una band che merita veramente tutto il supporto dal pubblico Heavy. Vent’anni di perseveranza, lotta, sangue, sudore e lacrime, spesi a braccetto con la disgrazia ma affrontati sempre con il ghigno sardonico di chi non si arrenderà mai: questo sono i Deceased, una delle entità più artisticamente valorose e metallicamente oneste che abbiano mai violentemente accarezzato i timpani degli appassionati.

Tracklist:
01. The Kept
02. The Funeral Parlour’s Secret
03. A Witness to Suspiria
04. Unwanted Memories
05. Missing a Pulse
06. Craving Illness
07. A Visit From Dread
08. Fright

—–
Nota: il cd non è esattamente dei più facili a livello di reperibilità. La via più comoda per acquistarlo è senza dubbio il negozio online della Seasons of Mist, etichetta che vanta un accordo di distribuzione del materiale della Thrash Corner. Insomma, non è “The Soundhouse Tapes” originale, con un minimo di sforzo si trova tranquillamente!

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