Recensione: Bang!

Di Stefano Burini - 7 Aprile 2014 - 0:01
Bang!
Band: Gotthard
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2014
Nazione:
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80

È possibile, nel 2014, suonare dell’hard rock ultraclassico senza risultare scontati né stantii? Se pensate di no, provate ad ascoltare l’ultimo album dei Gotthard e vi convincerete del contrario.
 
Quale sia il segreto degli elvetici non è dato sapere. Ciò che è, tuttavia, evidente è che ogni loro album, compreso il nuovissimo “Bang!”, riesce nella tutt’altro che semplice impresa di risultare fresco, coinvolgente e longevo all’ascolto nonostante gli anni che passano e nonostante un’impalcatura dal taglio, come anticipato, fortemente classico.
 
La squadra, fatta eccezione per il “nuovo” arrivato Nic Maeder, è la stessa degli ultimi dieci anni e tutto il bagaglio di esperienza ed affiatamento si sente, eccome. E pure il cantante svizzero/australiano, come già rilevato ai tempi dell’ottimo “Firebirth” si mostra assolutamente all’altezza della situazione e anzi ancor più integrato nel sound dei Gotthard; merito, certamente, di un’ugola degna dei maggiori interpreti dell’hard rock classico e di un carisma  da cavallo di razza. 
 
Entrando nel dettaglio delle ben dodici canzoni che compongono “Bang!”, vale la pena rimarcare l’estrema varietà dei contenuti, quasi si trattasse di una sorta di compendio di tutto quanto proposto dalla band svizzera dal 1992 a oggi. La pur efficacissima opener (nonché title-track) è, in questo senso, un unicum nell’economia del disco, con la sue atmosfere polverose e il fortissimo retrogusto ZZ Top, cui si contrappone il magistrale refrain melodico intonato da un grande Nic Maeder. La successiva  “Get Up ‘N Move” e le altrettanto riuscite “My Belief” e “Mr. Ticketman” riportano, invece, a galla i Gotthard più rividi degli esordi con tre up-tempo veloci ed affilati come non ne sentiremo mai abbastanza.
 
Le più moderniste “Jump The Gun” e “Red On A Sleeve” si rifanno alle distorsioni più groovy di “Domino Effect e “Need To Believe”, proponendo un riuscito mix di hard rock classico e contemporaneo, spesso contrappuntato dall’Hammond. “Feel What I Feel” è più morbida, ai limiti del pop/rock, ma colpisce grazie all’ennesimo ritornello da antologia, mentre “I Won’t Look Down” ha molto dei Led Zeppelin della mitica “Kashmir”, seppur rivisitati in chiave moderna. Il vero apice in scaletta rimane, ad ogni modo, la superba “Spread Your Wings”: in essa riecheggia tutto  il feeling dei migliori Whitesnake tra progressioni vocali  degne di sua maestà Coverdale e una carica blues mai doma.
 
Il “comparto ballate”, pur non risultando deficitario, è forse quello che funziona meno bene e fa sentire la mancanza di una power ballad un po’ più tosta da affiancare a brani dall’atmosfera totalmente delicata e soffusa quali la pur notevole “C’Est la Vie” e le discrete (ma non memorabili) “Maybe” e “Thank You”. L’unica vera “skip song” rimane comunque l’allegrotta ma tutto sommato insipida “What You Get”, a testimonianza dell’elevata qualità media dei brani nella tracklist.
 
In conclusione: “Bang!” è l’undicesimo album in studio dei Gotthard e come tutti i suoi predecessori non delude né mostra particolari segni di cedimento, nonostante la ricetta iper-collaudata. Se amate l’hard classico e la band ticinese probabilmente lo avrete già comprato, in caso contrario vedete di non farvelo scappare!

Stefano Burini

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