Recensione: Beginning The End Of Everything

Di Daniele D'Adamo - 18 Luglio 2010 - 0:00
Beginning The End Of Everything
Band: Ammonal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2010
Nazione:
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73

Regola ormai consolidata, quella che accumuna i musicisti metal e la tecnica strumentale di taglio professionale. Anche in Italia. Un esempio di questo principio, fra i tanti, è rappresentato dal giovane (due anni …) combo milanese Ammonal che, dopo vari cambi di line-up, nell’aprile di quest’anno riesce a dare alle stampe, in proprio, il demo “Beginning The End Of Everything”.

Registrato ai Massive Art Studio, l’album mostra sin dal primo ascolto un gruppo dotato di carattere, impegnato a sviscerare il proprio death metal melodico cercando di evitare la ricopiatura di tutti gli stilemi del genere medesimo. A parte il fatto che, si, la melodia c’è, ma in misura minima; le sei canzoni che compongono il platter propongono alcune soluzioni non convenzionali. Le quali fan si che il sound del quintetto di Milano sia così personale da rendere difficile se non impossibile trovare un gruppo di riferimento per rendere l’idea di quanto sviluppato. Qua e là, come logico, si può orecchiare qualche rimando a qualcosa di già sentito; tuttavia si tratta davvero di momenti insignificanti. Il non facile proposito di trovare la soluzione all’alchemica formula «voce + strumenti = sound particolare», che credo sia alla base della ricerca stilista di ogni insieme musicale, è qui raggiunto. Tutti pezzi del demo sono legati strettamente dallo stesso filo conduttore, così da dar vita a una forma omogenea e compatta. Direi che sono tre, scendendo nel dettaglio, i segni particolari che caratterizzano il groove dei nostri. In primis il guitarwork. Potente e compatto, sa terribilmente di «marcio», pur essendo rilevanti, per quantità e qualità, sia la parte ritmica, sia quella solista. Poi, l’interpretazione dello scomparto dedicato alla tastiera, che propone campionamenti vari e originali (dal pianoforte alla tastiera tipo «Nintendo»), non accettando comunque di rimanere nell’ombra a far soltanto da rinforzo al suono. Infine, le linee vocali. Senza gridare al miracolo (il growl è allineato a ciò che esige il death), l’idea di mettere in parallelo, a volte, il growling e lo screaming regala una piacevole dissonanza che accentua l’aggressività naturale posseduta dai Nostri. Molto buona, anche, la prestazione del bassista. Anche lui mai rassegnato a fungere da componente anonimo nello svolgimento del proprio lavoro alla sezione ritmica, ben costruita, anche, dal drumming potente e vario.

Tornando al discorso sull’ottima preparazione musicale (“Beginning The End Of Everything (Intro)”, “Fucking Blues”) dei ragazzi lombardi, questa porta a privilegiare la composizione piuttosto che a esaltare virtuosismi sterili e tediosi. Canzoni consistenti e mature, quindi, dal mood crepuscolare; fra le quali spiccano “Final War” per il ritmo trascinante, dall’aria frizzante, e “I Bleed”, per la presenza della female vocal che elargisce un tocco gothic ed elegante alla canzone stessa.

A parere di chi vi scrive, gli Ammonal sono a già buon punto nella loro, personale scala evolutiva. Tenendo come punto fermo il sound, già cresciuto e completo di tutto, occorre concentrarsi con più decisione sulla composizione, sì da realizzare un progetto cresciuto in grado di competere con forte personalità nella spietata arena della moderna scena metal.

Daniele “dani66” D’Adamo

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Track-list:
1. Beginning The End Of Everything (Intro) 3:52
2. Final War 5:29
3. Doctrine Of Submission 6:53
4. I Bleed (Feat Sarah Ortenzio) 6:03
5. Fucking Blues 5:56
6. You’ll Never See, You’ll Never Know 6:47
 

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