Recensione: Behind the Walls

Di Andrea Bacigalupo - 1 Agosto 2021 - 8:30
Behind the Walls
75

Ai miei tempi era …’ sicuramente diverso! Guai se non lo fosse stato, il progresso avanza cambiando i nostri modi di fare e le nostre abitudini e con le innovazioni qualcosa migliora ma qualcos’altro peggiora.

Prendiamo internet, giusto per fare un esempio stra – banale ed anche un po’ noioso: ci ha collegati tutti ma, in qualche modo, ci ha anche allontanati. Parliamo, o meglio ‘chattiamo’ per delle ore da lontano, a volte senza neanche sapere esattamente con chi e fissiamo con tale intensità lo schermo del telefonino tanto da non accorgerci di cosa succede ad un metro di distanza. E’ meglio? E’ peggio? Come dicevo all’inizio, probabilmente è solo ‘diverso’. Le persone sole ci sono sempre state nella realtà, forse ce ne accorgevamo di meno.

Bando a ‘ste crisi di mezza età, periodo peraltro passato da un pezzo. Cosa, invece, sembra non volere cambiare è questa dannata voglia di suonare duro e di pestare sugli incudini, come dimostrano gli Israeliani Vessel, fautori di un granitico Hard Rock / Heavy Metal che trova le sue radici nelle produzioni di fine anni ’70, inizio anni ’80, con principale riferimento al modo di intendere la musica dell’eterno Ronnie James Dio ma influenzato anche da qualcosa di più scavezzacollo.

Il loro debutto discografico si chiama ‘Behind the Walls’, EP di cinque pezzi disponibile dal 9 luglio 2021 tramite Golden Robot Records.

Che dire, i ragazzi ci sanno fare, eccome … ed anche se nel disco la loro personalità emerge poco, perché un po’ troppo soffocata da chi li influenza, il loro è un gran bel lavoro e fa sentire moderno ed attuale questo modo di fare musica che ha ormai superato la quarantina.

Gran voce, d’altri tempi, discretamente versatile per adattarsi all’andatura delle melodie, buon lavoro di chitarra ed una ritmica densa e corposa per dare vita ad un songwriting sofisticato nel suo essere duro ed incisivo.

Buona la partenza immediata di ‘Keep Running’, che, a dispetto del titolo, non corre ma si basa su un tempo medio dall’incedere grintoso ma sofferto (la canzona parla di come affrontare l’ignoto credendo in se stessi, non badando ai giudizi degli altri).

La successiva ‘First Rain’, una riflessione sulle dualità, è un Heavy Metal ad andatura epica che, mentre da un lato evidenzia che il quartetto sa scrivere senza copiare, dall’altra, con i suoi coretti anthemici e la cavalcata finale modello Iron Maiden, ci dice che è comunque alla caccia di un pubblico vasto. Va comunque bene, quello che conta è che è un bel pezzo.

Non manca la ballad d’atmosfera, ‘Shape of the Devil’, la cui punta di slide guitars ci porta alla mente il riverbero di un infuocato deserto e la sua solitudine, il territorio dove incontriamo i nostri demoni interiori.

Ma i Vessel sono anche dinamico ‘Rock ‘N’ Roll’: ‘Overdrive’ è questo, con i Twisted Sister e gli Wasp che ti vorticano intorno.

Chiude la Title-Track: ‘Behind the Walls’ è un altro tempo medio potente che macina note come uno schiacciasassi inarrestabile, con un interludio carico d’atmosfera onirica che non ti aspetti. Un’ottima traccia, davvero.

Concludendo, gran bell’esordio ma non ci basta: dai Vessel pretendiamo la crescita in modo che il loro sound ne rappresenti il carattere. Aspettiamo l’album.

Ultimi album di Vessel