Recensione: Beyond The Shrouded Horizion

Di Francesco Maraglino - 21 Novembre 2011 - 0:00
Beyond The Shrouded Horizion
Etichetta:
Genere: Prog Rock 
Anno: 2011
Nazione:
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87

É davvero una consolazione per i nostri cuori e per le nostre orecchie di fruitori della buona musica che un personaggio come il chitarrista Steve Hackett, già componente della formazione più classica dei Genesis, una delle band-icona del prog rock, riesca ancora a sfornare prodotti musicali con frequenza da ventenne in piena eruzione vulcanica creativa, e a fare ciò, assicurando peraltro standard qualitativi d’eccellenza.

A distanza di appena un anno o poco più dal valido “Out Of The Tunnel’s Mouth”, e qualche mese dopo uno spettacolare doppio live album, ecco il nostro leggendario axeman farsi nuovamente avanti con il nuovissimo “Behind The Shrouded Horizons”, rilasciato per la label Inside Out.
Per la gioia di tutti i progsters, anche il nuovo full-length costituisce un concentrato inarrivabile di classe, raffinatezza ed emozione, presentando, come spesso avviene nelle opere di Hackett, una gran varietà di stili musicali, tutti gestiti con assoluta maestria, ed usufruendo di quella libertà d’ispirazione e d’espressione tipica del miglior prog rock.

Il CD “principale” si apre con “Loch Lomond”, un brano di chiara marca progressive, che ci accoglie con un’apertura oscura, uno sviluppo in chiave di folk – prog bucolico, impreziosito da un affascinante incrocio di voci maschili e femminili, per poi rituffarsi in meandri nuovamente oscuri ma resi meno inquietanti da suoni di cornamuse e dalla serenità di una chitarra prima elettrica e poi, in chiusura, acustica.
Questa convincente e spettacolare opener lascia spazio a “The Pheonix Flown”, strumentale collegato al precedente brano, edificato intorno ad una liquida sei corde dagli stilemi prog, la quale si scioglie nella successiva “Wanderlust”, altro breve strumentale, stavolta incentrato sulla chitarra acustica.

“’Til These Eyes” è, invece,  una deliziosa ed evocativa ballata acustica, emozionante ed incantevole, che si colloca tra gli highlights dell’album, ed apre le porte a “Prairie Angel”, altro strumentale elettrico contrassegnato da quell’ascia prima limpida e solenne e  poi più rock, che è un marchio di fabbrica di Steve.
“A Place Called Freedom” è, all’opposto, una traccia densa d’umori folk, ma comunque variegata da sprazzi d’elettricità, che si lega stilisticamente con la successiva “Between The Sunset And The Coconut Palms”, brano con echi addirittura di Simon e Garfunkel e che piacerà tanto ai fan del prog più acustico e compromesso con il folk, quanto a quelli di band indie-rock quali i deliziosi Fleet Foxes.

L’atmosfera cambia, senza che Hackett e la sua band risultino neanche lontanamente velleitari, con “Waking To Life”, adornata da una piacevole voce femminile  – quella della bella e brava chitarrista Amanda Lehmann – e da un’aria  orientaleggiante e frizzante.
“Two Faces Of Cairo” si presenta come ennesimo strumentale, stavolta percorso da un sapore medio-orientale e dalla forte enfasi su batteria e percussioni, che c’introducono in un’altra brusca ma gradevole svolta stilistica, la meravigliosa “Looking For Fantasy”, una ballata eterea e sognante capace di suscitare profondi sommovimenti emotivi dell’anima.
Poi, in un zigzagare da una “Summer’s Breath” acustica e classicheggiante ad una “Catwalk” nervosa e con  sprazzi di distorsione da album anni ottanta del nostro axeman, arriviamo al conclusivo “Turn This Island Earth”, articolato e tipico brano prog pieno di cambi d’atmosfera e di tempi, con un’altalena sonora tra risonanze acustiche ed elettriche, sprazzi orchestrali ed aperture alla lezione dei padri Genesis. Una vera e propria manna dal cielo per gli appassionati del classic-prog.

Per chi scelga, poi, la versione di “Behind The Shrouded Horizons” con bonus CD  (consigliatissima), il secondo dischetto offre altre leccornie in piena franchigia creativa che vanno dal sound sinfonico di “Four Winds: North”, al flavour quasi fusion della quieta, latineggiante ed elegante “Four Winds: East”, dalla orchestrale, lirica e toccante “Pieds En L’Air”, al pop-rock un pò alla John Wetton di “Enter The Night”, per finire con “Reconditioned Nightmare”, ennesimo e magistrale symphonic – prog memore dei Genesis.

Per concludere, “Behind The Shrouded Horizons” è un lavoro che, pur tenendo ben presenti certi canoni dettati dai maestri del rock progressivo quaranta e più anni fa (anche dallo stesso Hackett quindi), mantiene una ricchezza, una  freschezza ed una libertà espressiva da suscitare l’invidia agli spesso stereotipati epigoni che popolano il panorama attuale, e che si colloca, di conseguenza, tra i vertici del 2011 in ambito progressivo.

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Line Up:

CD1
Nick Beggs – basso (1, 6)
Dick Drive –  basso (4, 7, 10, 13)
John Hackett – flauto (9) voce (7)
Steve Hackett -chitarra,voce, armonica (1-13)
Roger King – tastiere, programmazione (1-13)
Amanda Lehmann – voce (1, 6, 8) chitarra (5, 6)
Gary O’Toole – batteria (1, 2, 5, 8, 9) voce (1, 6,)
Simon Phillips – batteria (12, 13)
Chris Squire – basso (10, 12, 13)
Richard Stewart – violoncello (4, 7, 9, 10)
Christine Townsend – violino, viola (4, 7, 9, 10)
Rob Townsend – sax, flauto, clarinetto (1, 4, 5, 6, 8)

CD2
Dick Driver – basso (5)
Benedict Fenner -tastiere, programmazione (3)
Steve Hackett -chitarra, voce (1-4, 6-9)
Roger King -tastiere, programmazione (1, 2, 6-9)
Amanda Lehmann – voce (7)
Gary O’Toole – batteria, voce (7)
Simon Phillips – batteria (1)
Chris Squire – basso (1, 7)
Richard Stewart – violoncello (5)
Christine Townsend – violino, viola (5)

Tracklist:

CD1 – Main album

01. Loch Lomond
02. The Pheonix Flown
03. Wanderlust
04. Til These Eyes
05. Prairie Angel
06. A Place Called Freedom
07. Between The Sunset And The Coconut Palms
08. Waking To Life
09. Two Faces Of Cairo
10. Looking For Fantasy
11. Summer’s Breath
12. Catwalk
13. Turn This Island Earth

CD2 – Special extra material

01. Four Winds: North
02. Four Winds: South.
03. Four Winds: East
04. Four Winds: West
05. Pieds En L’Air
06. She Said Maybe
07. Enter The Night
08. Eruption: Tommy
09. Reconditioned Nightmare

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