Recensione: Bioluminescence

Di Daniele D'Adamo - 4 Maggio 2025 - 0:00
Bioluminescence
Etichetta: Prosthetic Records
Genere: Death 
Anno: 2025
Nazione:
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79

Terzo full-length in carriera per i Dawn Of Ouroboros, guidati dal chitarrista Tony Thomas, biologo molecolare nella vita lavorativa. Una premessa importante per ciò che concerne i testi, poiché “Bioluminescence” è ispirato dall’oceano, dalla flora, dalla fauna e, com’è ovvio, dalla bioluminescenza; fenomeno grazie al quale gli organismi viventi emettono luce attraverso particolari reazioni chimiche.

Per quanto riguarda la musica, occorre evidenziare sin da subito che converge anzitutto in una miscela di black e death metal, la quale dà vita a uno stile parecchio personale. Il quale, senza grande difficoltà, identifica con decisione il combo statunitense. Stile che, a onore del vero, è indefinibile con certezza, dato che in esso si rinvengono inoltre elementi tipici del jazz e del progressive metal.

Un caleidoscopio di colori che i Dawn Of Ouroboros gestiscono con grande capacità compositiva, evitando di sfilacciare il loro costrutto ma anzi compattandolo in un blocco in cui coesistono tutte le influenza succitate, per un sound praticamente unico nel suo genere, indefinibile secondo gli attuali dettami.

Figura di spicco della formazione californiana, oltre al citato Tony Thomas, è Chelsea Murphy. Vocalist di grande talento, in grado di affrontare con successo praticamente tutte le tipologie di linee vocali, passando con perfetta scelta di tempo dalle clean vocals, al growling e alle harsh vocals. Il che, a parere di chi scrive, è ciò che lega il tutto, evitando il disperdersi nel nulla note, accordi e quant’altro di inerente l’aspetto meramente musicale.

A proposito di quest’ultimo, bisogna porre l’attenzione su un’enorme quantità di musica, appunto, che permea, si condensa, si comprime nei quarantatré minuti di durata del disco. Ne deriva che non esiste nemmeno un attimo in cui ci sia un rallentamento del cammino che, dall’opener nonché title-track, conduce a “Mournful Ambience“. E questo è il segreto del platter, rilevato che proprio per questo i Nostri riescono a dare vita a singoli episodi del tutto diversi gli uni dagli altri ma, senza alcun dubbio, facenti parte del puzzle stilistico che delinea la struttura artistica che alberga nella mente di chi compone.

Accanto a spaventose accelerazioni che spaccano la frontiera dei blast-beats (“Slipping Burgundy“), coesistono segmenti di eterea morbidezza sonora come accade nella già menzionata “Mournful Ambience“. Un’antitesi che si sviluppa non solo fra i brani ma anche all’interno di essi, per un ascolto a tutto tondo, completo, integrale, che tocca le numerose specie musicali di cui s’è detto.

Le tante volte in cui Chelsea Murphy regala la sua ugola per un approccio in clean vocals per qualche segmento atmosferico si rivelano quasi trasognanti, da ascoltare a occhi chiusi per assorbirne la componente lisergica. La quale esplode letteralmente nei momenti in cui la formazione di Oakland spinge l’acceleratore ai limiti delle possibilità umane (“Nebulae“). L’esplosione del mostruoso drumming di Ron Bertrand traina con totale sicurezza i suoi compagni verso l’infinito. Tony Thomas svolge un lavoro che definire gigantesco è dire poco, fra chitarra e sintetizzatore, riempiendo letteralmente l’etere di straordinari passaggi da allucinazione.

Non manca nemmeno la melodia, dovuta in primis ai luccicanti orpelli dell’ascia solista. Ne è prova, per esempio, “Poseidon’s Hymn“, che si potrebbe definire hit dell’LP. Certo, come sempre scorre il sangue dell’ugola della vocalist quando affronta le harsh vocals, ma quando passa alla voce pulita, emerge la musicalità della traccia emerge con carattere e personalità.

Ottima bravura nel songwriting, ottima tecnica di esecuzione, tante idee originali ma anche imprevedibili messe su rigo musicale, totale professionalità. Questi, in poche parole, sono i Dawn Of Ouroboros. E “Bioluminescence“? Un’opera da non perdere, per tutti gli appassionati del metal estremo e non.

Daniele “dani66” D’Adamo

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