Recensione: Cell XIX

Di Andrea Bacigalupo - 19 Dicembre 2021 - 8:30
Cell XIX
Band: Bullet-Proof
Etichetta: Sleaszy Rider
Genere: Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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85

Da Bolzano con furore … tornano i Bullet-Proof con ‘Cell XIX’, terzo album che segue gli ottimi ‘Forsaken One’, del 2017, e ‘De-Generation’, del 2015, disponibile su tutte le piattaforme digitali dal 21 dicembre 2021 e tramite Sleaszy Rider per il formato CD.

Bel regalo di fine anno, direi. ‘Cell XIX’, in poco più di quaranta minuti, ha annullato i circa quarant’anni trascorsi dalla nascita del Thrash Metal, facendo rinascere le stesse emozioni date, a suon di mazzate sonore, da quei primi album storici, alcuni dei quali diventati capolavori intramontabili.

Cell XIX’ è un album che ti prende, che ti entra dentro e ti squarta, se fosse uscito nella prima metà degli anni ’80 in mezzo a tutti i mostri sarebbe emerso comunque.

C’è poco altro da dire … è così … ogni mio giudizio obiettivo è affondato come il Titanic, anche più velocemente direi; ho provato ad essere oggettivo, ad analizzare i brani in modo distaccato senza farmi coinvolgere … nulla da fare, se cercate questo nella recensione passate pure oltre, non mi offendo.

D’altronde la capacità dei Bullet-Proof di trasmettere la propria passione attraverso i solchi era già stata manifestata nei due precedenti lavori; ora viene rimarcata con questo terzo episodio, dai toni forti e decisi, che sprigiona rabbia e ribellione attraverso ogni singola nota.

La squadra d’assalto vede il reingresso di Andrea Demasi alla chitarra, che aveva già suonato su ‘De-Generation’, al posto di Max Pinkle. Per il resto troviamo sempre Richard Hupka alla chitarra ed alla voce, suo figlio Lukas a massacrare i tamburi e Federico Fontanari a pestare sul basso.

Una squadra molto ben oliata, la cui coesione l’ha portata presso i TMH Studios di Alessandria, dove questo ‘Cell XIX’ ha preso la forma definitiva di un rullo compressore che spiana tutto quello su cui passa senza lasciare superstiti.

I Bullet-Proof suonano vero Thrash Metal, senza contaminazioni o sperimentazioni, assaltando l’incauto ascoltatore con bordate soniche ad alto potenziale. Le influenze sono quelle di Metallica e Megadeth, durante i loro momenti migliori, con un ‘retrogusto’ di Accept e Judas Priest a ricordare che, in fondo, tanto è partito proprio da loro. Per quanto queste siano marcate, l’identità del combo è però molto forte e quadrata e viene fuori in modo fermo: I Bullet-Proof rispettano il passato ma non sono una clone band.

Per cui tanta velocità, ma non solo, anche caustici tempi medi che penetrano nel petto, riff d’assalto, andature marziali ed una particolare propensione a sfornare melodie taglienti ed abrasive, il tutto compresso dentro un cannone da 800 mm e sparato fuori ad alzo zero.

Il titolo dell’angosciante intro, ‘Endovena’ non può essere più sincero: la grinta e l’onestà di ‘Cell XIX’ fanno sì che entri nel sangue.

Brainocide’, primo singolo estratto, colpisce all’improvviso: strofe velocissime, controstrofe decise, refrain melodici che spezzano le reni, chitarre che sembrano uno sciame di vespe impazzite ed un gioco di assoli letali. L’album inizia alla grande.

When Truth And Trust Collapsed’ è impetuosa e non ha limiti, concedendo un po’ di respiro solo durante la fase solista.

Le chitarre di ‘Paralyzed’ arroventano l’aria: anche questo brano incede senza sosta, abbattendo gli ostacoli per mezzo di tecnica e pathos uniti assieme in un  abbraccio letale. Qui l’asticella è posta altissima ed i Bullet-Proof la superano.

No Future’ cambia marcia, il pezzo rallenta per scandire bene le parole: “We have no future / Were covered with lies” (“Non abbiamo futuro, siamo coperti di bugie”): un pezzo pesantissimo, sia come testo sia come musica.

Il piede viene rimesso sull’acceleratore per eseguire la martellante ‘Cell XIX’, mentre le linee melodiche di ‘Cold Sigh’ tirano fuori l’anima True Metal del combo, altro gran pezzo.

Undeniable Decline’ è dirompente, una vera secchiata di chiodi roventi tirati in faccia; qui l’influenza dei Metallica è marcata più del solito, ma perdoniamo.

Perfectly Divided People’ è pesantissima, con le sue strofe prepotenti ed il refrain che denuncia quello che non dovremmo mai essere: un mondo diviso che non sa più distinguere la realtà.

Chiude la potente ‘Perception Of Reality’, una vera mazzata.

Infine, come bonus track i Bullet-Proof ci regalano la cover di ‘All I Want’ dei The Offspring (da ‘Ixnay on the Hombre’ del 1997), suonata in chiave Thrash, divertente, rompicollo e da pretendere sul palco.

Abbiamo detto tutto, ‘Cell XIX’ è un album maturo, forte, con il solo limite di finire troppo presto. I Bullet-Proof si dimostrano una band preparata tecnicamente, dalle idee chiare e decisa nella loro proposta.

Guarda caso, anche questo è un terzo album …

Cell XIX’ è stato registrato da Federico Pennazzato ed Aldo Lonobile presso i già citati TMH Studios. Federico si è anche occupato del mix e del master mentre la dura cover è ad opera di Gustavo Sazes.

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