Recensione: Close to the Sun

Di Nicola Furlan - 22 Febbraio 2017 - 15:00
Close to the Sun
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2017
Nazione:
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90

I Place Vendome sono un progetto musicale internazionale nato nel 2004 e costruito attorno al cantante Michael Kiske, abile e dotato cantante degli Helloween dei leggendari capitoli di fine anni Ottanta, “Keeper of the Seven Keys–Part I” e “Keeper of the Seven Keys–Part II”.
Con “Close to the Sun”, il quintetto raggiunge la quarta tappa discografica iniziata nel 2005 con il grandioso ed omonimo debutto. Diciamo subito che, sia il secondo album “Streets Of Fire”, uscito nel 2009, sia “Thunder in the Distance” (2013), non erano riusciti ad eguagliare quella prima gemma discografica. “Place Vendome” era (ed è) un capolavoro di AOR moderno con una ispirazione nel songwriting straordinaria ed una ricerca delle melodie degna della Storia stessa del genere. I due capitoli successivi l’esordio avevano peccato di emulazione, forse avevano cercato di cavalcare l’onda di quel vincente aspetto compositivo. Nella sostanza è possibile affermare che il sound ideato da Dennis Ward e compagni si fosse definitivamente attestato su un certo modus componendi che lasciava poco spazio all’entusiasmo, ma che garantiva comunque una eccellenza artistico-musicale in linea con l’aspettativa dei nomi in gioco.
Nel tempo poi la band ha iniziato ad ampliare il proprio orizzonte in termini di ‘contributi artistici’ fino ad arrivare a questo nuovo full-length dove l’aspetto compositivo ha origine, ancora una volta, in molte menti talentuose del panorama musicale internazionale. Si pensi che, compositivamente parlando, dietro alle strutture di questi dodici pezzi hanno agito: Magnus Karlsson (Primal Fear), Simone Mularoni (DGM), Jani Liimatainen (Cain’s Offering), oltre al sempre presente Alessandro Del Vecchio. Anche a livello di ospiti i Place Vendome non si sono risparmiati. Troverete anche sezioni soliste realizzati, tra gli altri, da gente dello spessore tecnico di Gus G (Ozzy Osbourne,Firewind) e Kai Hansen (Gamma Ray).
Come capirete, Place Vendome è, passatemi il termine, un ‘prodotto da banco’. Un disco concepito per far godere gli ascoltatori, ma lontano da quanto possa creare una vera band. Non che Kiske, già tempo addietro, avesse voglia di metter su un grupo… Sappiamo tutti quanto abbia denigrato il metal da cui lui stesso provenie. Ricordo a tal proposito una intervista che feci a Kiske stesso più di dieci anni fa dove il cantante disse, con la sua ‘spiccia delicatezza’: “Non suonerò mai dal vivo coi Place Vendome”. Ciò non toglie che Place Vendome è un marchio di assoluta qualità e nasce per regalare, agli amanti del genere, musica di straordinario spessore qualitativo, emozionante e curata nei minimi particolari. Ed il risultato è stato raggiunto nuovamente, come sempre nel loro recente passato, ma (passatemi la ripetizione) non come in passato.
In “Close to the Sun” c’è qualcosa di più. C’è la ricerca di un sound nuovo e fresco che, a differenza del passato, pur non snaturando la propria identità, va alla ricerca di arrangiamenti raffinati per un complessivo musicale molto più dinamico. I brani sono belli carichi di personalità e nulla è stato lasciato al caso a mò di riempimenti per raggiungere il minutaggio richiesto dal mercato.
Stupendi i duetti tastiere/chitarra, gli arpeggi, le puntate in alto con la voce di Kiske… melodici e tecnici i soli, varie, ma mai eccessive le ritmiche! Tutto davvero si esprime con rotondità e gusto lasciando quella calda sensazione di positività, trademark di un rock maturo ed accurato.
Brani rappresentativi? Assoltuamente da citare sono: il remake di ‘Hereafter’ dei DGM, primo esempio della loro discografia dove compare un certo approccio ‘progressivo’ ben mescolato in trame melodic rock, ‘Light Before The Dark’, in cui è possibile riconoscere la netta evoluzione tecnico-compositiva della band ed ‘Helen’, elegante brano che certifica, a mò di summa, ancora una volta, la qualità di questo straordinario progetto musicale. E proprio in questo ultimo pezzo sono da evidenziarsi gli straordinari contributi niente meno che di Fabio Lione (Vision Divine, Angra) e Olaf Thorsen (Vision Divine, Labyrinth) nonché del tastierista Alessio Lucatti.
La produzione è ancora una volta pulita e brillante nonché perfettamente equilibrata nei volumi. Un lavoro quello alle consolle a cui l’attenta etichetta Frontiers Music Srl tiene particolarmente e che qui consideriamo un’attenzione di grande rispetto verso gl iascoltatori. Insomma, ci sono davvero pochi punti deboli in questo nuovo disco, davvero pochi.
Concludendo possiamo quindi affermare con certezza che i Place Vendome sono uno dei progetti musicali più riusciti e brillanti dell’intero panorama melodic rock/AOR internazionale. “Close to the Sun” ne è ulteriore conferma. E, talento indiscusso di quel fenomeno di Michael Kiske a parte, non dimentichiamo che la maggior parte delle menti dietro a tutto ciò sono di artisti italiani…

Nicola Furlan

 

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