Recensione: Codex Pestilentia

I Crypt Monarch, trio Stoner Doom Metal di San José, Costa Rica, tornano con il loro secondo album, “Codex Pestilentia”. Questo lavoro riprende la narrazione del precedente “The Necronaut” (2021), continuando la saga di un re disonorato e riportato in vita per guidare un’armata di non morti.
Composto da cinque tracce, l’album espande il sound della band, fondendo appunto Stoner e Doom Metal con influenze più aggressive, oscure e un tocco di surrealismo psichedelico.
Il brano di apertura, “Terror From Above“, si distingue per una ricca stratificazione sonora che unisce distorsioni, paesaggi psichedelici ed elementi Grunge. A seguire, “Cultus Solis Aeterni” cattura l’attenzione con una tensione costante, creata dall’alternanza di passaggi strumentali a ritmo medio e veloce.
Il pezzo strumentale “Two Sleeps“ offre una pausa gradita dalla pesantezza del disco, virando verso un sound Psych Blues Rock.
L’album raggiunge il suo apice con le due tracce conclusive: “War of the Gargantuan (Aquadome)” e “Eaten by the Castle of Flies (Pt. 1 Acid Chambers / Pt.2 Dark Dawn)“. Questi due brani, sono veri capolavori di Occult Doom Metal, con un’atmosfera che risulta ulteriormente intensificata da un inquietante vocalizzo, che si unisce a una paranoicità prog distorta e a una musicalità cinematografica.
“Codex Pestilentia” è un album che affascina fin dal primo ascolto, rendendo impossibile non lasciarsi coinvolgere dal suo mondo sonoro.