Recensione: Dawn Of Brotherhood

Di Stefano Ricetti - 18 Novembre 2009 - 0:00
Dawn Of Brotherhood
Band: Barbarians
Etichetta:
Genere:
Anno: 2009
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
80

La cellula embrionale dei Barbarians prende vita nel 1991, ad Alessandria, in Piemonte, sotto il moniker di Earache. La storia del gruppo dura fino al 1997, poi si interrompe per qualche anno e rinasce più forte di prima appunto con i Barbarians, che escono per la prima volta ufficialmente sul mercato con il demo intitolato Kurkay. La fortissima motivazione dei Quattro “barbari” porta alla creazione di un album vero e proprio, intitolato Dawn Of Brotherhood quest’anno, sotto l’ala della ormai storica label Underground Symphony.

La battaglia metallica dei Barbarians inizia con il piglio che a suo tempo fu patrimonio – non esclusivo – dei Manowar tramite l’opener Man Of Sorrows: sontuosa, possente e cadenzata. Particolarità del gruppo alessandrino la voce di Charaton: non, come ci si potrebbe aspettare da un disco del genere la tipica sirena strappata di stampo HM ma bensì un growl bello carico ed evocativo. Dawn Of Brotherhood, proprio per questo motivo, necessita di più ascolti per poter riuscire a cogliere appieno la proposta dei Nostri e oltrepassare quella soglia psicologica legata all’impostazione del singer. Desperate War, in questo senso, è illuminante: nei passaggi più feroci ricorda addirittura gli Immortal dell’ultimo All Shall Fall. Ben riuscite le influenze Folk all’interno di Ancient Pride, poi irresistibili cavalcate metalliche in pieno viso con Like a Dream e si continua in maniera ortodossa nella successiva, galoppante, Flames Of War. L’ariosa Kurkay è debitrice della scuola Nwobhm, amplificandone la lezione, così come Dawn of Brotherhood si colloca a metà fra l’epica dei Manowar e i recenti Amon Amarth. Lineare l’impianto di The Father of Victory, dall’inizio pesantissimo per poi svilupparsi su stilemi veloci molto cari ai nostrani Sabotage. Ancora HM in your face con Supreme Sword, tellurica e supportata da una sezione ritmica degna dei Judas Priest, eroica a grandi manciate in Last Battle e chiusura affidata a Barbarians: tronfia, altisonante, dalle trame già sentite mille volte in altri lidi ma sempre e comunque ficcante come certo Epic Metal sa essere.           
      
Copertina molto ben riuscita, in linea con il prodotto. Altrettanto azzeccata, inoltre, la colorazione della superficie superiore del Cd, che in pratica ricalca lo scudo giallorosso in bella vista al centro della cover. Di gusto i disegni all’interno del booklet, le foto e il packaging in generale. Da censurare, viceversa, il carattere utilizzato nella scrittura dei testi delle canzoni, inadeguato e difficilmente leggibile, anche per via del colore marrone chiaro.       

Le radici di Dawn Of Brotherhood affondano nell’humus artistico creato dai Bathory e talvolta si spingono ancora più a fondo, laddove l’HM nacque, rimanendo comunque assolutamente al passo con i tempi, per via delle variazioni al tema sopra esposte. L’album rappresenta una sorpresa all’interno del panorama heavy metal italiano, così come i Barbarians pare abbiano le caratteristiche per portare avanti fieramente un discorso musicale che va ben oltre la facile iconografia costruita sui cliché del genere. 


Stefano “Steven Rich” Ricetti


Discutine sul forum relativo           

 

Tracklist:
1 – Man of Sorrows
2 – Desperate War
3 – Ancient Pride
4 – Like a Dream
5 – Flames of War
6 – Kurkay
7 – Dawn of Brotherhood
8 – The father of Victory
9 – Supreme Sword
10 – Last Battle
11 – Barbarians

Line-up:
Kingwarrior: drums
Red Erik: guitar
Skeld: bass
Charaton: Guitar and vocals

 


 

Ultimi album di Barbarians

Band: Barbarians
Genere:
Anno: 2007
70