Recensione: Dealing With It!

Di Vittorio Cafiero - 22 Luglio 2011 - 0:00
Dealing With It!
Band: D.R.I.
Etichetta:
Genere:
Anno: 1985
Nazione:
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80

All’interno della sua oramai quasi trentennale storia, il thrash metal ha avuto la fortuna di essere filtrato da numerose influenze. Al di là di queste, più o meno passeggere, c’è sicuramente tutto un movimento che non solo ha influito su una manciata più o meno significativa di band, ma che ha sinceramente contribuito a forgiare lo scheletro di tutto il genere. Si parla in questo caso dell’ondata hard-core punk americana che, forse ancora più di quella britannica, ha da sempre rappresentato una sorta di padre putativo del thrash. A parere di chi scrive (e certamente non solo) senza l’indispensabile incontro con act quali Black Flag, Dead Kennedy’s, TSOL, Corrosion Of Conformity, Minor Threat, ecc., l’heavy metal d’inizio anni ‘80 non avrebbe raggiunto e oltrepassato i suoli stessi canoni tanto da trasformarsi in thrash metal. Almeno non negli States.

A prescindere da queste riflessioni retrospettive, tanto note quanto accademiche, è certamente opportuno menzionare in modo particolare i due ensemble che, attraverso un’evoluzione marcata e affascinante, hanno rappresentato il vero e proprio ponte fra l’hard-core e il thrash metal, ossia i Suicidal Tendencies e i Dirty Rotten Imbeciles (D.R.I.). Proprio per questi ultimi, il viaggio che ha portato dall’immediatezza del punk alla strutturazione (si fa per dire) del metal è stato a dir poco inesorabile. “Dealing With It!”, uscito nel 1985, è il loro secondo lavoro ed è ancora splendidamente ancorato al mondo hard-core, non per questo deve essere trascurato dagli appassionati del thrash. Venticinque tracce per una mezz’ora abbondante sono il paradigma di un gruppo che fa dei testi e dell’immediatezza le sue armi vincenti. Ritmiche velocissime nella quasi totalità dei pezzi, tempi di certo non complessi e un piglio particolare e acuto che rende lo stile dei D.R.I. insieme arrabbiato e profondo, diverso probabilmente rispetto al resto delle band punk che, con la loro attitudine anarchica, nichilista e autodistruttiva, erano all’epoca tutt’altro che ben viste dal pubblico metal.

In un tale assalto sonoro, così frammentato e diretto, ha certamente poco senso perdersi in uno sterile track-by-track. Con ironia e cinismo, i D.R.I. attaccano (a partire dall’esilarante copertina che rappresenta un ‘tranquillo’ interno americano) il quieto vivere reaganiano, la benpensante ipocrisia a stelle e strisce, la scelta semplicistica del conflitto militare dell’Amministrazione U.S.A. I pezzi, nella maggior parte, sono tutti dei brevissimi modelli di puro hard-core ottantiano e si susseguono l’un l’altro senza soluzione di continuità. Si va dalla brevissima “Marriage” a “Couch Slouch”, veri e propri esempi del genere. Diverte l’ironica “Stupid, Stupid War” con i suoi testi pacifisti e, ancora nello stesso ambito lirico, è proprio in un pezzo come “Argument Then War” che i Nostri iniziano a intravedere delle soluzioni alternative al semplice 4/4 che porteranno all’evoluzione metal dei dischi successivi. Sorte simile per la cinica “Nursing Home Blues” (il pezzo più lungo del lotto, con i suoi quattro minuti scarsi) che – con la scusa di rappresentare il triste destino della terza età abbandonata a se stessa – oltre alle vocals aspre di Kurt Brecht di punk ha relativamente poco, con diverse divagazioni chitarristiche sul finale supportate da un basso che ricorda l’uso che ne farà di lì a pochissimo Dan Liker dei Nuclear Assault. Proprio questa è la strada che i D.R.I. sceglieranno per il successivo “Crossover” (nomen omen) che li allontanerà pian piano dall’hard-core per spingerli verso il thrash.

Se cercate complessità in termini di songwriting, un certo tipo di approfondimento musicale, tecnica e progressione, statene pure alla larga. Ma se cercate l’Attitudine, quella vera, allora “Dealing With It!” è un disco che non può mancare alla vostra collezione: troverete un imprescindibile manifesto hard-core, rappresentativo di un’epoca ormai lontana, ma che ha marchiato a fuoco la genesi della musica pesante.

Vittorio “Vittorio” Cafiero

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Track-list:
1. Snap 1:10
2. I’d Rather Be Sleeping 1:12
3. Marriage 0:53
4. Yes Ma’am 1:56
5. Soup Kitchen 2:02
6. Mad Man 1:40
7. Stupid, Stupid War 0:26
8. Counter Attack 1:02
9. Couch Slouch 1:26
10. God Is Broke 1:07
11. Karma 2:16
12. Nursing Home Blues 3:50
13. I Don’t Need Society 1:36
14. Give My Taxes Back 0:56
15. The Explorer 1:36
16. Reaganomics 0:46
17. How To Act 1:10
18. Shame 1:09
19. Argument Then War 3:23
20. Evil Minds 0:59
21. Slit My Wrist 0:30
22. Busted Again 0:54
23. Equal People 0:51
24. On My Way Home 1:00
25. Bail Out 0:44

All tracks 34 min.

Line-up:
Kurt Brecht – Vocals
Spike Cassidy – Guitars, bass
Mike Offender – Bass
Felix Griffin – Drums
 

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