Recensione: Death Path

Di Orso Comellini - 6 Marzo 2011 - 0:00
Death Path
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Genere:
Anno: 2011
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63

Nonostante si siano formati solo nel 2010, gli svedesi Days Of Anger si affacciano su un’affollata ma varia scena come quella scandinava con il loro primo full-length, intitolato “Death Path”. Nel giro di pochi mesi la band è riuscita a scrivere e registrare il materiale per la release, a siglare un importante contratto con la Massacre Records e poi a pubblicare l’album; il tutto con una tempistica che ha dell’eccezionale. Il trio della cittadina di Eskilstuna a ogni modo non è composto di ragazzini alle prime armi, avendo già collaborato con gente come Scaar e Torch.

Così, dopo aver registrato in poco tempo le canzoni, i Days Of Anger hanno scelto di rivolgersi all’esperto Pelle Saether per completare le fasi di produzione. I più attenti cultori di musica estrema nostrana ricorderanno che Saether si occupò anche del missaggio di “Mater Of All Evil” (1999), il ritorno dopo circa dieci anni di silenzio dei liguri Necrodeath. L’artwork, come suggeriscono le note che accompagnano il platter, è stato curato da Monowarp in collaborazione con il cantante/bassista Alex Jonsson.

Per quanto riguarda la proposta musicale, nonostante le liner notes parlino di un thrash old school di derivazione Bay Area, insaporito con un pizzico di hardcore, raramente si potranno ascoltare richiami agli ivi citati gruppi californiani. La produzione è decisamente tendente a suoni moderni di matrice europea, con alcuni frangenti che possono ricordare le sonorità dei gruppi death (principalmente melodico) conterranei dei Days Of Anger. Per fare un esempio citerei gli Entombed di “Wolverine Blues” o “To Ride, …”. Il songwriting è riconducibile ad act che propongono groove metal o metalcore, e in questo caso le influenze maggiori provengono dagli ultimi Pantera con il cantato rabbioso e rauco di Jonsson che ricalca spesso quello di Phil Anselmo, anche se con una certa versatilità. Per fortuna tutto è stato curato in maniera sufficientemente personale così da non rientrare nella cerchia delle band-clone, anche se ritengo che per competere in un mercato di questo tipo (già inflazionato), sia necessario qualche sforzo creativo in più.

Basta ascoltare l’opener “Damaged” per farsi un’idea di quanto scritto in precedenza. I suoni e i riff di chitarra sono rotondi e corposi, mai affilati e veloci come da tradizione della ‘vecchia scuola’. Il brano, benché abbia una buona carica, sembra composto in maniera troppo frettolosa, forse puntando tutto sull’impatto sonoro. La successiva “All Pigs Must Die” e “Symptoms”, caratterizzate da sonorità affini al melodic death, denotano una buona preparazione tecnica del combo nordeuropeo con Alf Johansson che, alla sei corde, si mette bene in mostra dal punto di vista solistico. “One Way Ticket Down (To Hell)”, “Stone Cold Killer” e “Fuck That (Silly God)”, caratterizzano la parte centrale del CD con ritornelli orecchiabili ed elementi ‘grooveggianti’ che, alla lunga, possono suonare un po’ ripetitivi. La noia è, infatti, dietro l’angolo nonostante il buon lavoro della sezione ritmica e i ridetti soli di Johansson. “Hands Of Evil”, in linea comunque con le canzoni precedenti, rimanda a certi rallentamenti tipici del doom. Le conclusive “Spit On Your Grave”, “Buried Alive” e “Life Form” sono brani dotati di buona dinamicità e apprezzabili per le potenzialità dei Days Of Anger, tali da farne ben sperare per il futuro ma che non bastano per alzare in maniera decisiva la media generale del disco.

Il pacchetto è ben confezionato e infiocchettato a dovere. Quello che per il momento lascia in parte perplesso l’ascoltatore (annoiato), è il suo contenuto. Le dieci composizioni che formano “Death Path”, a mio avviso, potevano e dovevano essere curate con maggior pazienza sì da dare una più solida identità ai Days Of Anger che, invece, latita.

Orso “Orso80” Comellini

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Track-list:
1. Damaged 2:55
2. All Pigs Must Die 3:32
3. One Way Ticket Down (To Hell) 4:14
4. Symptoms 4:33
5. Stone Cold Killer 4:32
6. Fuck That (Silly God) 4:48
7. Hands Of Evil 5:28
8. Spit On Your Grave 4:49
9. Buried Alive 3:48
10. Life Form 6:57

All tracks 46 min. ca.

Line-up:
Alex Jonsson – Vocals, Bass
Alf Johansson – Guitar
Kristian Huotari – Drums
 

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